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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196. Sebbene sia consentito inviare informazioni commerciali nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione mediante iscrizione della propria numerazione nel registro pubblico delle opposizioni (cd. opt-out), non è consentito nelle telefonate senza operatore (cd. telefonate con contatto abbattuto o “mute”), né in quello in cui l’utenza chiamata non risulti inserita in uno degli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico (telefonia mobile)

Supera Corte di Cassazione Sezione I Sentenza 4 febbraio 2016, n. 2196   SENTENZA  sul ricorso 6411-2014 proposto da:  REITEK S.P.A., in persona del legale rappresentante  pro tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA  CLEMENTE IX 10, presso l’avvocato LUCIA FELICIOTTI,  rappresentata e difesa dagli avvocati ALESSANDRO  GAETANI, GABRIELLA GAETANI, giusta procura a margine  del ricorso;...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 22 febbraio 2016, n. 6880. L’ausiliario del traffico, nell’atto dell’accertamento e contestazione delle violazioni attinenti al divieto di sosta nella aree oggetto di concessione – e cioè nell’ambito dell’esercizio dei compiti che gli sono espressamente attribuiti ai sensi dell’art. 17 comma 132 I. n. 127/1997 come interpretato dall’art. 68 I. n. 488/1999 – riveste la qualifica di incaricato di pubblico servizio

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza  22 febbraio 2016, n. 6880 Ritenuto in fatto 1.Con la sentenza impugnata la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna di G.J.G.M. per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e violenza privata commessi ai danni di un ausiliario del traffico che aveva proceduto a contravvenzionare la...

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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 12 febbraio 2016, n. 621. Spetta al Giudice amministrativo la giurisdizione esclusiva per l’adeguamento dei prezzi che sono stabiliti da fonti normative, e che attribuiscono all’Amministrazione appaltante una potestà discrezionale e la possibilità di valutazioni autoritative. La sentenza ha precisato che spetta invece al Giudice ordinario la giurisdizione nell’ipotesi che la clausola per questa revisione sia stata autonomamente pattuita dalle parti ed inserita nel contratto di appalto

Consiglio di Stato sezione V sentenza 12 febbraio 2016, n. 621 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale Sezione Quinta ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 1080 del 2015, proposto dalla s.r.l. Mo., rappresentata e difesa dall’avvocato Fa.Pa., con domicilio eletto presso il...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 febbraio 2016, n. 4097. A differenza del sequestro preventivo previsto dall’art. 321 c.p.p., il sequestro funzionale alla confisca “per equivalente” ha natura sanzionatoria, per cui non sono sottoponibili a tale vincolo i beni meramente futuri

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 febbraio 2016, n. 4097 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AMORESANO Silvio – Presidente Dott. DE MASI Oronzo – Consigliere Dott. MANZON Enrico – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – rel. Consigliere Dott....

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6569. Sono indifferenti la forma o il modo della minaccia, potendo questa essere manifesta o implicita, palese o larvata, diretta o indiretta, reale o figurata, orale o scritta, determinata o indeterminata, purché comunque idonea, in relazione alle circostanze concrete, a incutere timore ed a coartare la volontà del soggetto passivo. La connotazione di una condotta come minacciosa e la sua idoneità ad integrare l’elemento strutturale del delitto di estorsione vanno valutate in relazione a concrete circostanze oggettive, quali la personalità sopraffattrice dell’agente, le circostanze ambientali in cui lo stesso opera, l’ingiustizia della pretesa, le particolari condizioni soggettive della vittima, vista come persona di normale impressionabilità, a nulla rilevando che si verifichi una effettiva intimidazione del soggetto passivo. Questo, ovviamente, ove il comportamento minatorio posto in esser non sia di consistenza tale da avere un potenziale offensivo di “oggettiva” incidenza, così da rendere non rilevante la verifica dell’efficacia in concreto della minaccia, con conseguente ininfluenza sulla valutazione della efficacia coercitiva dei comportamenti dell’indice di resilienza soggettiva della vittima

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza  18 febbraio 2016, n. 6569 Ritenuto in fatto 1.La Corte di appello di Roma confermava la condanna del F. alla pena di anni tre mesi, mesi sei di reclusione per il reato di estorsione continuata, consumata ai danni di D.F.G.. Si contestava all’imputato di avere costretto l’offesa a...

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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623. Da una parte l’art. 143 cod. proc. pen. non contiene alcuna sanzione processuale per gli atti in relazione ai quali è stata omessa l’obbligatoria traduzione – tanto meno ne sancisce espressamente la nullità – dall’altra la norma contiene un esplicito riferimento alla finalità della traduzione: quella di consentire l’esercizio dei diritti e delle facoltà della difesa. Se ne può, quindi, ragionevolmente dedurre che l’omessa (o comunque, non tempestiva) traduzione non attiene alla struttura dell’atto – quindi non ne determina la nullità, non rientrando in alcuna delle nullità di ordine generale di cui all’art. 178 cod. proc. pen. – ma concerne la sua efficacia e, quindi, eventualmente può incidere sulla validità degli atti successivi e conseguenti all’atto non tradotto. L’omissione dell’adempimento non incide sulla perfezione e sulla validità dell’atto stesso ma sulla sua efficacia, con la conseguenza che la traduzione può essere successivamente disposta, determinandosi una sorta di restituzione nel termine, con riferimento al momento produttivo degli effetti, per consentirne l’eventuale impugnazione da parte dell’indagato/imputato alloglotta

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 febbraio 2016, n. 6623 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Catania respingeva la richiesta di riesame proposta nell’interesse di D.C.I.M. avverso quella del G.I.P. dello stesso Tribunale applicativa della misura della custodia cautelare in carcere in relazione al delitto di favoreggiamento...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 febbraio 2016, n. 3258. La responsabilità da prodotto difettoso ha natura presunta, e non oggettiva, poiché prescinde dall’accertamento della colpevolezza del produttore, ma non anche dalla dimostrazione dell’esistenza di un difetto del prodotto. Incombe, pertanto, sul soggetto danneggiato – ai sensi dell’art. 8 del d.P.R. 24 maggio 1988, n. 224 (trasfuso nell’art. 120 del cd. “codice del consumo”) – la prova specifica del collegamento causale non già tra prodotto e danno, bensì tra difetto e danno, ciò rappresentando un prerequisito della responsabilità stessa, con funzione delimitativa dell’ambito di applicabilità di essa. Quanto, poi, alla difettosità del prodotto, essa si correla al concetto di “sicurezza”, nel senso che è difettoso – ai sensi dell’art. art. 5 del d.P.R. n. 224 del 1988 (oggi trasfuso nell’art. 117 Codice del Consumo) — quel prodotto che non offra la sicurezza che ci si può legittimamente attendere in relazione al modo in cui il prodotto è stato messo in circolazione, alla sua presentazione, alle sue caratteristiche palesi alle istruzioni o alle avvertenze fornite, all’uso per il quale il prodotto può essere ragionevolmente destinato, e ai comportamenti che, in relazione ad esso, si possono ragionevolmente prevedere, al tempo in cui il prodotto è stato messo in circolazione

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 febbraio 2016, n. 3258 Ritenuto in fatto l. — M.C. proponeva impugnazione avverso la sentenza del Tribunale di Roma, del 26 febbraio 2008, con la quale era stata rigettata la sua domanda di condanna della Procter & Gamble s.r.l. al risarcimento dei danni patiti a seguito dell’esplosione...