In tema di immigrazione clandestina, la giurisdizione nazionale e’ configurabile anche nel caso in cui il trasporto dei migranti, avvenuto in violazione del Decreto Legislativo n. 286 del 1998, articolo 12 a bordo di una imbarcazione (nella specie, un gommone con oltre cento persone a bordo) priva di bandiera e, quindi, non appartenente ad alcuno...
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Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 17 dicembre 2015, n. 49882. Il combinato disposto dei commi 6 e 8-bis del novellato art. 309 c.p.p. va interpretato nel senso che il soggetto detenuto (per via del provvedimento cautelare impugnato o per altra causa) o internato, o comunque sottoposto ad altra misura privativa o limitativa della libertà personale, il quale in tenda, anche per il tramite del suo difensore, esercitare il diritto di comparire personalmente all’udienza camerale, deve averne fatto richiesta nell’istanza di riesame
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 17 dicembre 2015, n. 49882 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. CASSANO Margherita – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere Dott. MAGI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 gennaio 2016, n. 864. Ai fini dell’aggravante dei motivi abietti e futili.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 gennaio 2016, n. 864 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.2.2014, la Corte di Assise di Appello di Ancona confermava la decisione resa in data 2.4.2013, con la quale il G.I.P. del Tribunale di Macerata aveva condannato C.S. , CA.Se.Ca. e G.S. alla pena di trent’anni...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654. In tema di contravvenzione agli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, la prescrizione di non associarsi abitualmente alle persone che hanno subito condanne o sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza non va intesa nel senso letterale che l’espressione ha nella legislazione penale, con il richiamo a profili di comunanza di vita e di interessi, ma deve essere riferita esclusivamente alla nozione di pericolosità sociale che qualifica la materia delle misure di prevenzione. Ne consegue che, ai fini della configurabilità della citata contravvenzione, non è richiesta la costante e assidua relazione interpersonale, ben potendo la reiterata frequentazione essere assunta a sintomo univoco dell’abitualità di tale comportamento; né vale a scriminare la condotta violativa l’eventuale legame di parentela o affinità tra l’agente e la persona frequentata non convivente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 dicembre 2015, n. 48654 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 4.4.2014, la Corte di Appello di Firenze confermava la decisione resa in data 18.5.2010, con la quale il Tribunale della sede aveva condannato R. A., sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 3 settembre 2015, n. 35929. La grave situazione “ambientale” idonea a configurare la tipica fattispecie di rimessione ad altra sede ai sensi dell’art. 45 c.p.p deve essere, oltre che concreta, effettiva e non opinabile, anche di incontrovertibile attualità e tale da non essere superabile se non con il trasferimento del processo ad altro ufficio giudiziario
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 3 settembre 2015, n. 35929 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. BONITO Francesco M. – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 agosto 2015, n. 34095. Il bene giuridico tutelato dall’art. 6 L. n. 895/67 è quello dell’ordine pubblico, mentre l’ipotesi sanzionata dall’art. 703 c.p. descrive un reato di pericolo, in relazione alla possibilità concreta che esplosioni di ordigni in centro abitato, o sulla pubblica via – senza la predisposizione delle cautele che vengono imposte a chi ottiene la prescritta autorizzazione – compromettano l’incolumità fisica delle persone. Allorché, come nel caso di specie, vi sia coincidenza dell’elemento materiale tra le due figure di reato (l’esplosione di un colpo di fucile), ciò che le distingue è l’elemento soggettivo. Infatti, nella contravvenzione è richiesta la semplice volontarietà cosciente del fatto, mentre per il delitto è necessario il dolo specifico, consistente nel fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 agosto 2015, n. 34095 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 5.12.2013, la Corte di Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, confermava la decisione emessa in data 17.3.2009 con la quale il Tribunale di Taranto in composizione monocratica, sezione distaccata di Manduria, aveva condannato C.U....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 giugno 2015, n. 25832. La “sospensione” della pena irrogata con sentenza di condanna avente ad oggetto anche un reato associativo mafioso, in assenza di richiesta specifica di sospensione da parte dell’organo dell’Accusa in ordine a quel determinato reato associativo, non determina il venir meno del titolo giustificativo per l’applicazione del regime differenziato di cui all’art. 41-bis O.P.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 giugno 2015, n. 25832 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 aprile 2015, n. 17412. In presenza di un provvedimento di unificazione di pene concorrenti in esecuzione, è legittimo lo scioglimento del cumulo quando occorre procedere al giudizio sull’ammissibilità della domanda di concessione di un beneficio penitenziario, il quale trovi ostacolo nella presenza nel cumulo di uno o più titoli di reato inclusi nel novero dei delitti elencati nell’art. 4-bis della legge n. 354 del 1975, al fine di accertare se il condannato abbia o meno terminato di espiare la parte di pena relativa ai delitti cosiddetti ostativi
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 aprile 2015, n. 17412 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Presidente Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott. MAZZEI Antonella P. – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 12 febbraio 2015, n. 6247. La regola dell' "al di la' di ogni ragionevole dubbio", secondo cui il Giudice pronuncia sentenza di condanna solo se e' possibile escludere ipotesi alternative dotate di razionalita' e plausibilita', impone all'imputato che, deducendo il vizio di motivazione della decisione impugnata, intenda prospettare, in sede di legittimita', attraverso una diversa ricostruzione dei fatti, l'esistenza di un ragionevole dubbio sulla colpevolezza, di fare riferimento ad elementi sostenibili, cioe' desunti dai dati acquisiti al processo, e non meramente ipotetici o congetturali
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 12 febbraio 2015, n. 6247 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 marzo 2015, n. 9957. L'elemento materiale del reato previsto dall'art. 651 cod. pen. consiste nel rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità e non nella mancata esibizione di un documento, che costituisce violazione degli artt. 4, comma secondo, T.U.L.P.S. e 294 del relativo regolamento: pertanto, l'indicazione orale delle proprie generalità è sufficiente ad escludere il reato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 marzo 2015, n. 9957 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 26.6.2013, il Tribunale di Messina in composizione monocratica condannava D.M.D. alla pena di 150,00 euro di ammenda per essersi rifiutato di fornire ai Carabinieri del R.O.N.R. di quella città i propri documenti e le proprie generalità,...
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