Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 4 agosto 2015, n. 34090 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. MARINELLI Felicetta – rel. Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. DOVERE...
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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 luglio 2015, n. 29916. La richiesta di lavoro di pubblica utilità costituisce rinuncia implicita al beneficio della sospensione condizionale della pena. In tema di trattamento sanzionatorio del reato di guida in stato di ebbrezza, il beneficio della sospensione condizionale della pena è incompatibile con l’applicazione della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità. Di conseguenza, la richiesta di applicazione della sanzione sostitutiva è da intendersi quale rinuncia implicita all’alternativo beneficio della sospensione condizionale della pena
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 luglio 2015, n. 29916 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. BIANCHI Luisa – Consigliere Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – rel. Consigliere Dott. ZOSO...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 25 giugno 2015, n. 26988. E’ affetto da nullità, e di conseguenza inutilizzabile, il risultato dell’alcoltest effettuato senza preliminarmente aver avvertito l’interessato della facoltà di nominare e farsi assistere da un difensore, e la relativa invalidità può essere eccepita fino al momento della deliberazione della sentenza di primo grado
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 25 giugno 2015, n. 26988 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. D’ISA Claudio – Presidente Dott. IZZO Fausto – rel. Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 10 luglio 2015, n. 29904. In tema di guida in stato di ebrezza la mancanza di diligenza incide sulla valutazione della colpevolezza dell’agente, il quale deve comunque evitare di assumere bevande contenenti alcool. Nel caso di specie, peraltro, non è contestato il fatto che l’esito dell’alcoltest sia risultato positivo e neppure è contestato il buon funzionamento dell’apparecchiatura. Pertanto ininfluente risulta il fatto che l’imputato abbia assunto sostanze alcoliche in quanto contenute in un analcolico da lui assunto dato che, considerata la prevedibilità dell’assorbimento, regole di diligenza gli avrebbero dovuto consigliare di non porsi alla guida del veicolo onde evitare comunque di incorrere nella commissione del reato.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 luglio 2015, n. 29904 Ritenuto in fatto 1. Con l’impugnata sentenza resa in data 10 luglio 2014 la Corte d’Appello di Venezia, in riforma della sentenza dei Tribunale di Belluno, sezione di Pieve di Cadore, in data 18 aprile 2013, appellata da D’A.S., sostituiva la pena dell’arresto...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 18 maggio 2015, n. 20460. n caso di non corretta esecuzione delle prescrizioni in materia di lavoro di pubblica utilità, che non raggiungono il livello che determina l’applicazione della sanzione penale di cui all’art. 56 d.lgs. 274/2000, l’attività di lavoro compiuta in precedenza, con esito favorevole, deve essere computata come espiazione della pena in quel particolare arco temporale; il periodo di lavoro residuo dovrà, invece, essere tradotto in pena detentiva ed essere così espiata dall’interessato
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 18 maggio 2015, n. 20460 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristina – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – rel. Consigliere Dott. TARDIO Angela – Consigliere Dott. CASSANO Margherita...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 maggio 2015, n. 19167. Deve ritenersi manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale degli art. 218 e 224 del codice della strada, sollevata con riferimento al criterio di ragionevolezza contenuto nell’art. 3 Cost., nella parte in cui non prevedono – a differenza dell’art. 62 della legge n. 689 del 1981 – la possibilità per il giudice di regolamentare l’applicazione della sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida in modo tale da non ostacolare il lavoro del condannato, qualora la patente rappresenti un indispensabile requisito per lo svolgimento dell’attività lavorativa, rientrando nel potere discrezionale del legislatore la tutela della pubblica incolumità anche con il sacrificio delle possibilità lavorative del condannato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 maggio 2015, n. 19167 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. RAMACCI Luca – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 30 aprile 2015, n. 18220. Il soggetto che in stato di ebbrezza conduce l’auto contromano e crea un incidente mortale non è imputabile a titolo di dolo eventuale per via della sola temerarietà della sua condotta. È necessario, invece, ricercare quegli elementi che leghino in maniera diretta e inequivocabile la condotta con l’accettazione del rischio di uccidere qualcuno. La Cassazione ha così fatto applicazione dei principi elaborati dalla sentenza Thyssen delle sezioni Unite al caso del noto imprenditore che guidando in autostrada sotto l’effetto di sostanze alcoliche e contromano aveva provocato la morte di 4 ragazzi investendo l’auto su cui essi viaggiavano. I giudizi di merito avevano riconosciuto il dolo eventuale, ma la Cassazione, rinviando ad altra sezione della corte d’Appello, ha ritenuto errato il ragionamento seguito e ha fissato dei paletti interpretativi molto rigidi affinché possa essere ritenuto integrato nella fattispecie il dolo eventuale anziché la colpa cosciente
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 30 aprile 2015, n. 18220 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott. CASA Filippo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 13 aprile 2015, n. 15184. Il rinvio alle “stesse modalità e procedure previste dal comma 2°, lettera c), salvo che il veicolo appartenga a persona estranea alla violazione”, contenuto nel secondo periodo del comma 7°, dell’art. 186 C.d.S., dopo le previsioni relative alla sospensione della patente di guida e alla confisca del veicolo, deve intendersi limitato alle sole modalità e procedure, contenute nell’art. 186, comma 2°, lettera c) C.d.S., che regolano il sistema della confisca del veicolo, con esclusione del rinvio alla disciplina del raddoppio della durata della sospensione della patente di guida, qualora il veicolo appartenga a persona estranea al reato; conseguentemente, la durata della sospensione della patente di guida, quale sanzione amministrativa che accede al reato di rifiuto, compresa, ai sensi dell’art. 186, comma 7°, secondo periodo, tra il minimo di sei mesi e il massimo di due anni, non deve essere raddoppiata nel caso in cui il veicolo appartenga a persona estranea al reato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 13 aprile 2015, n. 15184 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IZZO Fausto – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. PICCIALLI Patrizia – Consigliere Dott. SERRAO Eugenia...
Corte di Cassazione, sezione IV, ordinanza 15 aprile 2015, n. 15757. Va rimessa alla sezioni Unite la questione se la circostanza aggravante dell’aver provocato un incidente stradale (articolo 186, comma 2-bis , del codice della strada) sia o no configurabile rispetto al reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento per la verifica dello stato di ebbrezza (articolo 186, comma 7, dello stesso codice). Vi è, infatti, un orientamento negativo, in forza del quale l’aggravante non sarebbe configurabile rispetto al reato di rifiuto di sottoporsi all’ esame alcolemico, stante la diversità ontologica di tale fattispecie incriminatrice rispetto a quella di guida in stato di ebbrezza: infatti, non sarebbe configurabile l’aggravante di aver provocato un incidente stradale, conducendo un veicolo in stato di ebbrezza, poiché manca proprio il dato fattuale necessario perché possa sussistere l’elemento circostanziale richiesto dal comma 2-bis, cioè a dire l’accertamento dello stato di ebbrezza, in cui versa il conducente del veicolo nel momento in cui provoca un incidente stradale. Mentre vi è un contrapposto orientamento secondo cui, invece, l’aggravante sarebbe configurabile in ragione del richiamo operato dall’articolo 186, comma 7, al comma 2, lettera c), del medesimo articolo, il quale, a sua volta, è richiamato dal comma 2-bis, disciplinante l’aggravante in questione
Suprema Corte di Cassazione sezione IV ordinanza 15 aprile 2015, n. 15757 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZECCA Gaetanino – Presidente Dott. MARINELLI Felicetta – Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria T – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 aprile 2015, n. 17684. Il reato di guida in stato di ebbrezza può essere commesso attraverso la conduzione di una bicicletta, a tal fine rivestendo un ruolo decisivo la concreta idoneità dei mezzo usato a interferire sulle generali condizioni di regolarità e di sicurezza della circolazione stradale. In merito alla contravvenzione di ubriachezza punita dall’art.688 cod. pen., che concorre con il reato di guida in stato di ebbrezza punito dall’art.186 cod. strada, data la diversità degli interessi giuridici rispettivamente tutelati dalle due norme; anche sotto tale profilo, data la necessità di garantire la sicurezza della circolazione sulle strade e l’incolumità di chi vi si trova, risulta chiara l’inconferenza delle argomentazioni svolte nel ricorso
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 aprile 2015, n. 17684 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Milano, con sentenza del 21/05/2014, ha confermato la pronuncia emessa in data 28/06/2013 dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, che aveva dichiarato D.B.A.A. colpevole del reato di cui all’art.186,...