Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 12 maggio 2015, n. 19570 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. BEVERE Antonio – Consigliere Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. SAVANI Piero – Consigliere Dott. PALLA...
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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 6 maggio 2015, n. 18775. Al soggetto imputato di infedeltà patrimoniale non può essere applicata la confisca per equivalente prevista per il reato di bancarotta
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 6 maggio 2015, n. 18775 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. FUMO Maurizio – Consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 aprile 2015, n.18208. In tema di bancarotta fraudolenta distrattiva, il recupero del bene distratto a seguito di azione revocatoria non spiega alcun rilievo sulla sussistenza dell’elemento materiale del reato di bancarotta, il quale, perfezionato al momento del distacco del bene dal patrimonio dell’imprenditore, viene a giuridica esistenza con la dichiarazione di fallimento, mentre il recupero della ‘res’ rappresenta solo un ‘posterius’, equiparabile alla restituzione della refurtiva dopo la consumazione del furto, avendo il legislatore inteso colpire la manovra diretta alla sottrazione, con la conseguenza che è tutelata anche la mera possibilità di danni per i creditori. Difatti, la cessione del ramo d’azienda attuata a condizioni svantaggiose per la cedente è senz’altro idonea a creare pregiudizio ai creditori della società, quale che sia l’origine del credito facente capo a questi ultimi
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 30 aprile 2015, n.18208 Ritenuto in fatto Il Tribunale del riesame di Messina ha confermato la misura degli arresti domiciliari applicata dal Giudice delle indagini preliminari del locale Tribunale a S.P. per il reato di bancarotta fraudolenta distrattiva. All’origine dell’incolpazione vi è il fallimento della De.Mo.Ter. spa, dichiarato...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 marzo 2015, n. 13027. Rapporto fra aggiotaggio e reati fallimentari; se il rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio ha l’effetto di far affluire maggiori risorse nelle casse della società, piuttosto che svuotarle, tale reato, di per se solo, non può determinare una responsabilità per il concorrente reato di bancarotta, salvo che non si dimostri che la sua commissione si inserisce, anche sotto il profilo soggettivo del suo autore, nel più ampio disegno di condotte illecite (distrazioni, falsità documentali, etc.) culminate con il fallimento della società
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 marzo 2015, n. 13027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi – rel. Consigliere Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere Dott. BONI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 febbraio 2015, n. 6777. Con la bancarotta per distrazione si intendono sanzionare condotte che si traducono in un depauperamento che pone in pericolo l’interesse dei creditori al soddisfacimento delle proprie ragioni, laddove nella bancarotta documentale assume rilievo l’interesse dei creditori alla chiara rappresentazione della situazione patrimoniale ed economica del soggetto debitore. In particolare, il reato di bancarotta documentale sanziona la condotta dell’imprenditore che tenga i libri e le scritture contabili in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 febbraio 2015, n. 6777 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 11 marzo 2015, n. 10437. Se lo strumento dell’accordo temporaneo di licenza d’uso di un marchio è utilizzato in realtà per celare una cessione di ramo d’azienda allo scopo di sottrarre risorse alla società cedente ormai prossima al fallimento, è legittimo il sequestro preventivo delle quote dell’azienda cessionaria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 marzo 2015, n. 10437 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. CAPUTO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 marzo 2015, n. 10106. E' assolutamente irrilevante la transazione con pagamento rateizzato avvenuta in sede civile con la curatela fallimentare ai fini della legittimità del sequestro preventivo finalizzato alla confisca, tenuto conto della finalità di tale misura cautelare che è principalmente quella di sottrarre all'indagato la disponibilità del patrimonio
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 marzo 2015, n. 10106 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUNO Paolo A. – Presidente Dott. VESSICHELLI Maria – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 10 marzo 2015, n. 10117. I reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale rientrano nel campo di applicazione del nuovo comma 2° bis dell’articolo 275 del Cpp, come sostituito dal Dl 92/2014, il quale prevede che il giudice prima di disporre la misura cautelare deve valutare se, all’esito del giudizio, la pena detentiva irrogata possa essere superiore ai tre anni e solo in questo caso può disporre la custodia in carcere. Nel caso di specie, la Cassazione ha accolto il ricorso di un uomo cui era stata disposta la custodia in carcere perché indagato di aver distratto somme, veicoli e merci della propria società poi fallita, oltre ad aver sottratto e distrutto le relative scritture contabili
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 10 marzo 2015, n. 10117 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Pao – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 marzo 2015, n. 9250. Ai fini dell’applicabilità dell’art. 216, comma 1, n. 2, l. fall, l’elemento oggettivo della fattispecie è integrato quando la ricostruzione del patrimonio sia resa impossibile dalle modalità di tenuta delle scritture contabili, ma anche quando l’omissione di diligenza dell’imputato abbia creato difficoltà tali da ostacolare gli accertamenti; mentre l’elemento soggettivo deve essere ricostruito in termini di dolo generico, essendo sufficiente la consapevolezza che la confusa tenuta della contabilità renderà impossibile la ricostruzione del patrimonio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 3 marzo 2015, n. 9250 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione L.G. , avverso la sentenza della Corte d’appello di Milano, in data 4 ottobre 2012, con la quale è stata confermata quella di primo grado, del 18 ottobre 2005, di condanna – per quanto qui...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 febbraio 2015, n. 8864. Per la determinazione del possesso della qualifica di amministratore di fatto, occorre avere riguardo al disposto dell'articolo 2639 del codice civile, secondo cui tale nozione postula l'esercizio in modo continuativo e significativo dei poteri tipici inerenti alla qualifica o alla funzione, anche se «significatività» e «continuità» non comportano necessariamente l'esercizio di tutti i poteri propri dell'organo di gestione, ma richiedono l'esercizio di un'apprezzabile attività gestoria, svolta in modo «non episodico od occasionale»
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 febbraio 2015, n. 8864 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. POSITANO...