Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 dicembre 2015, n. 24715 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. GIANCOLA Maria Cristina – Consigliere Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto –...
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 dicembre 2015, n. 24630. Il giudice del merito ha il potere di discrezionale di disattendere le conclusioni della consulenza tecnica d’ufficio, senza dover disporre altra perizia, ma detta decisione può essere censurata in sede di legittimità ove la soluzione prescelta non risulti sufficientemente motivata
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 dicembre 2015, n. 24630 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 dicembre 2015, n. 24629. In tema di opposizione a decreto ingiuntivo, a pena di improcedibilità del gravame, spetta alla parte opponente esperire il tentativo di mediazione obbligatoria
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 dicembre 2015, n. 24629 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – rel. Presidente Dott. STALLA Giacomo Maria – Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa – Consigliere Dott. SCRIMA Antonietta – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 dicembre 2015, n. 25605. In caso di responsabilità medica per un intervento eseguito da un medico specialista presso una casa di cura, quest’ultima risponde dei danni patiti dal paziente sia per inadempimento proprio ex art. 1218 c.c., sia per fatto del proprio dipendente incorso in responsabilità professionale, in modo tale che, in mancanza di prova sul riparto delle rispettive responsabilità, il criterio applicabile è quello dell’equivalenza oltre a quello della solidarietà passiva ex lege.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 dicembre 2015, n. 25605 I fatti Nell’agosto del 2000 B.G. convenne dinanzi al Tribunale di Cosenza la Casa di cura S. Lucia e il sanitario C.B. , esponendo: – di essersi recata presso il predetto nosocomio in quanto affetta da cataratta all’occhio destre; – di essere stata...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 22 dicembre 2015, n. 25767. Ammissibile l’azione del minore, volta al risarcimento di un danno che assume ingiusto, cagionatogli durante la gestazione. Tesi, che del resto neppure collide con la teoria della causalità, posto che è ben possibile che tra causa ed evento lesivo intercorra una cesura spazio-temporale, tale da differire il relativo diritto al ristoro solo al compiuto verificarsi dell’effetto pregiudizievole, purché senza il concorso determinante di concause sopravvenute ( cfr. art.41 cod. pen.). Qui la particolarità risiederebbe nel fatto che il medico sia, in ipotesi, l’autore mediato del danno, per aver privato la madre di una facoltà riconosciutale dalla legge, tramite una condotta omissiva che si ponga in rapporto diretto di causalità con la nascita indesiderata; e la soluzione verrebbe, in tal modo, ad essere identica alla diversa ipotesi della responsabilità del medico verso il nato disabile per omessa comunicazione ai genitori della pericolosità di un farmaco somministrato per stimolare l’attività riproduttiva, o di una malattia della gestante suscettibile di ripercuotersi sulla salute del feto.
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 22 dicembre 2015, n. 25767 Svolgimento del processo Con atto di citazione notificato il 15 maggio 1997 i sigg. E.F. e M.B. convenivano dinanzi al Tribunale di Lucca il prof. A.V., primario di ginecologia presso l’ospedale San F.D.P., nonché la direzione generale dell’Azienda Usi n. 2 ed il...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 dicembre 2015, n. 25606. Il contratto estimatorio è un contratto reale: ciò significa che l’accordo delle parti non è ancora sufficiente per dirsi formato il vincolo negoziale che viene ad esistenza solo al momento della consegna delle cose dal tradens all’accipiens. La struttura del rapporto, al fine di rendere effettiva la facoltà dell’accipiens di restituire in tutto o in parte le cose ricevute, impone che le parti individuino i beni in modo specifico, avvalendosi quantomeno di criteri di identificazione delle cose consegnate. Affinché il contratto sia qualificabile come estimatorio non è necessario che le parti abbiano provveduto ad identificare il termine di restituzione e neppure che i beni siano stati oggetto di stima. È invece essenziale che le parti si siano accordate sulla facoltà dell’accipiens di restituire la cosa anziché pagarne il prezzo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 21 dicembre 2015, n. 25606 Ritenuto in fatto Il contratto estimatorio è un contratto reale: ciò significa che l’accordo delle parti non è ancora sufficiente per dirsi formato il vincolo negoziale che viene ad esistenza solo al momento della consegna delle cose dal tradens all’accipiens. La struttura del...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 3 dicembre 2015, n. 47766. La illegalità della pena, non rilevabile d’ufficio in sede di legittimità in presenza di ricorso inammissibile perché presentato fuori termine
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 3 dicembre 2015, n. 47766 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. AGRO’ Antonio S. – Consigliere Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 2 dicembre 2015, n. 47588. Nei reati – seppur gravi – come lo spaccio e danneggiamenti con incendi non si può contestare agli agenti l’aggravante del metodo mafioso solo perché gli illeciti sono perpetrati in forma associata. Perché possa parlarsi di circostanza aggravante prevista dall’articolo 7 del Dl 152/1991, come modificato dalla legge 203/1991 (il cosiddetto “metodo mafioso”) è necessario l’impiego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 2 dicembre 2015, n. 47588 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ANDREAZZA Gastone – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 1 dicembre 2015, n. 47543. Integra il reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina il comportamento dell’insegnante che umilii, svaluti, denigri o violenti psicologicamente un alunno causandogli pericoli per la salute, atteso che, in ambito scolastico, il potere educativo o disciplinare deve sempre essere esercitato con mezzi consentiti e proporzionati alla gravità del comportamento deviante del minore, senza superare i limiti previsti dall’ordinamento o consistere in trattamenti afflittivi dell’altrui personalità
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 1 dicembre 2015, n. 47543 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. SAVANI Piero – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 novembre 2015, n. 47302. Il giudice della cautela, chiamato ad esprimersi, ai sensi dell’art. 275, comma 2-bis, secondo periodo, cod. proc. pen., in via prognostica, sulla pena detentiva da irrogarsi all’esito del giudizio al fine di escludere l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere ove la pena risulti contenuta nella misura non superiore ai tre anni, deve condurre il proprio sindacato discrezionale, tenendo conto di tutti gli indici sintomatici della gravità del reato e della capacità a delinquere previsti dall’art. 133 cod. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 novembre 2015, n. 47302 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROTUNDO Vincenzo – Presidente Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. CALVANESE Ersilia – Consigliere Dott. SCALIA Laura – rel. Consigliere Dott. BASSI...