Suprema Corte di Cassazione sezione tributaria sentenza 18 dicembre 2015, n. 25485 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TRIBUTARIA Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MERONE Antonio – Presidente Dott. BOTTA Raffaele – rel. Consigliere Dott. ZOSO Liana Maria Teresa – Consigliere Dott. MELONI Marina – Consigliere Dott....
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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 17 dicembre 2015, n. 25341. Nel giudizio di appello il risarcimento non patrimoniale accordato può superare la somma indicata nell’atto di citazione introduttivo del giudizio di primo grado
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 17 dicembre 2015, n. 25341 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Dott. SESTINI Danilo – rel. Consigliere Dott. RUBINO Lina – Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 dicembre 2015, n. 25395. Il datore non può essere riconosciuto sempre responsabile in relazione a un infortunio avvenuto al dipendente in azienda. In modo particolare quando l’evento sia stato del tutto imprevedibile e frutto di una sfortunata coincidenza
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 dicembre 2015, n. 25395 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 gennaio 2016, n. 1060 . II giudizio di cassazione è un giudizio a critica vincolata, nel quale le censure alla pronuncia di merito devono trovare collocazione entro un elenco tassativo di motivi, in quanto la Corte di cassazione non è mai giudice dei fatto in senso sostanziale ed esercita un controllo sulla legalità e logicità della decisione che non consente di riesaminare e di valutare autonomamente il merito della causa. Ne consegue che la parte non può limitarsi a censurare la complessiva valutazione delle risultanze processuali contenuta nella sentenza impugnata, contrapponendovi la propria diversa interpretazione, al fine di ottenere la revisione degli accertamenti di fatto compiuti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 gennaio 2016, n. 1060 Svolgimento dei processo 1.Con sentenza dei 28/4/2010 la Corte d’Appello di Milano confermava la sentenza del giudice di primo grado che aveva rigettato la domanda proposta da R.M., assegnataria di cattedra presso la scuola elementare statale Canetta nel rione S.Ambrogio di Varese, nei...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 14 gennaio 21016, n. 496. In tema di inidoneità fisica al lavoro, l’impossibilità di utilizzazione di un apprendista in mansioni equivalenti, in ambiente compatibile con il suo stato di salute e con disponibilità di personale che possa fornire la necessaria formazione, deve essere provata dal datore di lavoro, sul quale incombe anche l’onere di contrastare eventuali allegazioni del prestatore di lavoro, nei cui confronti è esigibile però una collaborazione nell’accertamento di un possibile “repechage” in ordine all’esistenza di altri posti di lavoro nei quali possa essere ricollocato. Se dunque l’impossibilità di utilizzazione del lavoratore deve essere provata dal datore di lavoro, costituendo uno degli elementi che costituiscono il presupposto di fatto ed il requisito giuridico per la legittimità dell’esercizio del potere di assegnazione delle mansioni nel caso di inidoneità lavorativa del lavoratore, peraltro, al datore di lavoro non può chiedersi una prova assoluta ed inconfutabile, atteso che la concreta possibilità di diverso impiego del dipendente può emergere solo nel contraddittorio con le parti. Se dunque il datore di lavoro ha l’onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziali, l’impossibilità di una differente utilizzazione del lavoratore in mansioni diverse compatibili, tale prova, tuttavia, non deve essere intesa in modo rigido, dovendosi esigere dallo stesso lavoratore che impugni il licenziamento una collaborazione nell’accertamento di un possibile repechage, mediante l’allegazione dell’esistenza di altri posti di lavoro nei quali egli poteva essere utilmente ricollocato, e conseguendo a tale allegazione l’onere del datore di lavoro di provare la non utilizzabilità nei posti predetti
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 14 gennaio 21016, n. 496 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente – Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere – Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere – Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 5 gennaio 2016, n. 16. In materia di infortuni sul lavoro, la designazione del coordinatore per l’esecuzione dei lavori non esonera il committente dalle responsabilità connesse alla verifica dell’adempimento degli obblighi posti in capo al primo. Tuttavia, ai fini della configurazione della responsabilità del committente, occorre verificare in concreto quale sia stata l’incidenza della sua condotta nell’eziologia dell’evento, a fronte delle capacità organizzative della ditta scelta per l’esecuzione dei lavori, avuto riguardo alla specificità dei lavori da eseguire, ai criteri seguiti dallo stesso committente per la scelta dell’appaltatore o del prestatore d’opera, alla sua ingerenza nell’esecuzione dei lavori oggetto di appalto o del contratto di prestazione d’opera, nonché alla agevole ed immediata percepibilità da parte del committente di situazioni di pericolo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 5 gennaio 2016, n. 16 Ritenuto in fatto Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di L’Aquila ha confermato la pronuncia emessa il 18 gennaio 2012 dal Tribunale di Teramo, sezione distaccata di Giulianova, nei confronti di C.G. , L.M. , L.G. e D.B.A. ,...
Corte di Cassazione, sezione I, ordinanza 21 gennaio 2016, n.1081. Vanno rimessi gli atti al Primo Presidente affinché valuti l’opportunità che la Corte di Cassazione pronunci a Sezioni Unite sulla questione relativa alla procedibilità del ricorso per cassazione quando la copia notificata della sentenza impugnata, non prodotta dal ricorrente che pur abbia dichiarato l’esistenza di tale evento, sia stata depositata da un’altra parte nel giudizio di legittimità. Va rimessa al Primo Presidente la questione concernente la validità della procura rilasciata ad un difensore, ma con autenticazione della firma della parte ad opera di altro difensore, il quale sia anche indicato nell’epigrafe dell’atto e che lo abbia sottoscritto.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I ORDINANZA 21 gennaio 2016, n.1081 Motivi della decisione – Il ricorrente propone avverso la sentenza impugnata due motivi di censura, che possono essere così riassunti: 1) violazione e falsa applicazione degli art. 83, 125, 156 e 638 c.p.c., in quanto il difensore sottoscrittore dell’atto e certificante l’autografia era senza...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 gennaio 2016, n. 896. La domanda di accertamento della nullità di un negozio proposta, per la prima volta, in appello è inammissibile ex art. 345, primo comma, cod. proc. civ., salva la possibilità per il giudice del gravame (obbligato comunque a rilevare di ufficio ogni possibile causa di nullità, ferma la sua necessaria indicazione alle parti ai sensi dell’art. 101, secondo comma, cod. proc. civ.) di convertirla ed esaminarla come eccezione di nullità legittimamente formulata dall’appellante, in forza del secondo comma del citato art. 345
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 20 gennaio 2016, n. 896 Ritenuto in fatto Con sentenza resa pubblica il 4 giugno 2012, la Corte di appello di Roma rigettava l’impugnazione proposta dal Comune di Frascati contro la decisione del Tribunale della stessa Città che, a sua volta, aveva respinto l’opposizione del medesimo Comune avverso...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50209. In tema di omesso versamento di IVA, il soggetto che subentri ad altri nella carica di liquidatore di una società di capitali dopo la presentazione della dichiarazione di imposta e prima della scadenza del versamento, senza compiere il previo controllo di natura puramente contabile sugli ultimi adempimenti fiscali, risponde del reato di cui all’art. 10-ter del D.Lgs. n. 74 del 2000 quantomeno a titolo di dolo eventuale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 dicembre 2015, n. 50209 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott. SCARCELLA...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 22 dicembre 2015, n. 50201. La sottoscrizione da parte di un socio amministratore di una società in nome collettivo non esonera automaticamente gli altri soci amministratori dalle responsabilità fiscali, occorrendo invece accertare in concreto se gli altri soci svolgano attività gestionali in quella specifica materia e quale sia l’apporto concorsuale penalmente rilevante nella gestione della materia fiscale da parte dell’altro (o altri) socio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 22 dicembre 2015, n. 50201 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. GRILLO Renato – rel. Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. SCARCELLA...