Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 marzo 2013, n.14755. In tema di reato complesso e abuso d’ufficio

La massima L’abusivo affidamento da parte di alcuni organi comunali ad una società di opere di progettazione ed esecuzione di disinquinamento di uno stagno integra l’ingiusto vantaggio patrimoniale oggetto del reato di abuso di ufficio, mentre la condotta appropriativa da parte degli stessi organi comunali delle somme erogate, sulla base di false attestazioni di regolare fornitura delle prestazioni, è ulteriore e successiva rispetto all’ipotesi di abuso, pertanto, quest’ultima condotta non può ritenersi in essa assorbita con conseguente esclusione di un’ipotesi di reato complesso.   SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 28 marzo 2013, n.14755   Considerato in fatto  ...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 aprile 2013, n.8571. Il promissario acquirente di un immobile che, immesso nel possesso all’atto della firma del preliminare, si renda inadempiente per l’obbligazione del prezzo, da versarsi prima del definitivo, e provochi la risoluzione del contratto preliminare, è tenuto al risarcimento del danno in favore della parte promittente venditrice, atteso che la legittimità originaria del possesso viene meno a seguito della risoluzione lasciando che l’occupazione dell’immobile si configuri come sine titulo

La massima 1. Il promissario acquirente di un immobile che, immesso nel possesso all’atto della firma del preliminare, si renda inadempiente per l’obbligazione del prezzo, da versarsi prima del definitivo, e provochi la risoluzione del contratto preliminare, è tenuto al risarcimento del danno in favore della parte promittente venditrice, atteso che la legittimità originaria del possesso viene meno a seguito della risoluzione lasciando che l’occupazione dell’immobile si configuri come sine titulo; con la conseguenza che tali danni, originati dal lucro cessante per il danneggiato che non ha potuto trarre frutti né dal pagamento del prezzo né dal godimento dell’immobile, sono...

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 aprile 2013 n. 8843. Legittimo il licenziamento del prestatore che dopo la chiusura dell’unità produttiva si sia rifiutato di proseguire il rapporto di lavoro in altra sede

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 11 aprile 2013 n. 8843[1] [1] Testo scaricabile e consultabile dal portale giuridico del Sole24Ore – Guida al Diritto http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/civile/civile/sentenzeDelGiorno/2013/04/se-chiude-lunita-produttiva-legittimo-il-licenziamento-condizionato-al-rifiuto-di-trasferirsi.html  Archivio sentenze ordinanze  sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2011/  sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2012/   sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2013/    Studio legale D’Isa @AvvRenatoDIsa  renatodisa.com

Corte di Cassazione, sezione II, sentenza n. 12792 del 19 marzo 2013. Estorsione aggravata per il legale che cerca di lucrare sulle transazioni dei clienti

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza n. 12792 del 19 marzo 2013 Svolgimento del processo Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte d’appello di Palermo, in parziale riforma di quella pronunziata dal Tribunale della stessa città in composizione monocratica in data 1 dicembre 2009, appellata dal P.M. e dall’imputato, ha dichiarato l’odierno ricorrente colpevole dei reati di cui ai capi A) (riqualificato come tentata estorsione aggravata, secondo la contestazione originaria) – B) – C) – D) – E) – F) – G) – H), unificati dal vincolo della continuazione, condannandolo alle pene (principale ed accessoria) ritenute di giustizia,...

Corte di Cassazione, sentenza 8 aprile 2013, n.8500. In tema di vendita di cosa gravata da oneri o diritti reali o personali di godimento a favore di terzi

La massima 1. In tema di vendita di cosa gravata da oneri o diritti reali o personali di godimento a favore di terzi, l’apparenza degli oneri e dei diritti è equiparata, ai fini dell’esclusione della responsabilità del venditore, alla loro conoscenza effettiva da parte dell’acquirente, con la conseguenza che, ove il peso gravante sul fondo acquistato sia una servitù, è sufficiente ad escludere la garanzia ex art. 1489 c.c. che la servitù sia apparente. 2. Nella vendita di cosa gravata da oneri o da diritti di godimento di terzi, la responsabilità del venditore ai sensi dell’art. 1489 c.c. è esclusa...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 aprile 2013 n. 16495. La semplice presentazione della Dia in assenza del titolo edilizio relativo al fabbricato cui è asservito non autorizza la costruzione del parcheggio

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 aprile 2013 n. 16495[1] È infondato l’assunto difensivo principale secondo cui – a seguito della modifica normativa dell’art. 9, comma 5, legge 122/1989, introdotta dall’articolo 10 Dl n. 5/2012 — la nozione di pertinenzialità era estesa, sin dall’inizio del procedimento autorizzativo, a qualunque immobile sussistente nel comune interessato. Come si evince in modo univoco dall’esame delle citate norme, la predetta disciplina legislativa consente esclusivamente di trasferire in epoca successiva alla realizzazione dell’autorimessa la proprietà del parcheggio con contestuale destinazione del parcheggio trasferito a pertinenza di altra unità immobiliare sita...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 aprile 2013 n. 8575. La sentenza di secondo grado che neghi la competenza del primo giudice e poi decida nel merito si compone di due distinte pronunce

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 9 aprile 2013 n. 8575[1] La sentenza di secondo grado che neghi la competenza del primo giudice e poi decida nel merito si compone di due distinte pronunce, di cui quella sulla competenza, perché emanata in appello, è impugnabile con ricorso per cassazione, mentre quella di merito, in quanto pronunciata in primo grado è impugnabile invece con l’appello [1] Testo scaricabile e consultabile dal portale giuridico del Sole24Ore – Guida al Diritto http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/civile/civile/sentenzeDelGiorno/2013/04/impugnazioni-separate-per-la-sentenza-sulla-competenza-che-decide-anche-nel-merito.html  Archivio sentenze ordinanze  sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2011/  sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2012/  sentenze-ordinanze/cassazione-civile-2013/   Studio legale D’Isa @AvvRenatoDIsa renatodisa.com

Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 aprile 2013 n. 8611. Negli infortuni sul lavoro può attribuirsi valenza di confessione stragiudiziale alla denuncia inviata dal datore di lavoro all’Inail

Il testo integrale   Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 aprile 2013 n. 8611[1] L‘elemento soggettivo della confessione (animus confitendi) si configura come mera volontà e consapevolezza di riconoscere la verità del fatto dichiarato, obiettivamente sfavorevole al dichiarante e favorevole all’altra parte, senza che sia necessaria l’ulteriore consapevolezza di tale obiettiva incidenza e delle conseguenze giuridiche che ne possono derivare.  E dunque può attribuirsi valenza di confessione stragiudiziale ex art. 2735 Cc ad una denuncia di infortunio sul lavoro effettuata ex art. 53 Dpr n. 1124/65, nella parte in cui ne descrive, sia pur succintamente, le modalità di accadimento...

Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 12612 del 18 marzo 2013. Per il reato di coltivazione va valutata l’offensività tenuto conto anche del numero delle dosi ricavabili

Suprema Corte di Cassazione sezione  VI sentenza n. 12612 del 18 marzo 2013 Svolgimento del processo 1. F.G. ricorre per cassazione avverso l’ordinanza del Tribunale del riesame di Catania in data 17-9-12, che, in riforma dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Siracusa in data 31-8-12, ha applicato all’indagato la misura dell’obbligo di presentazione per tre volte alla settimana, in ordine al delitto di cui al D.P.R. n. 309 del 1990, art. 73, per avere coltivato, nel terrazzo e nel cortile della propria abitazione, 2 piante di canapa indiana ed aver detenuto kg 1,90 di foglie di canapa indiana già essiccate...

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 aprile 2013, n. 8090. L’azione diretta spettante al danneggiato da un sinistro stradale

La massima 1. L’azione diretta spettante al danneggiato da un sinistro stradale, ai sensi degli artt. 1 e 18 della legge n. 990 del 1969, nei confronti dell’assicuratore del responsabile è ammessa anche per i sinistri cagionati da veicoli posti in circolazione su area (da equiparare alla strada di uso pubblico), che, ancorché di proprietà privata, sia aperta ad un numero indeterminato di persone ed alla quale sia data la possibilità, giuridicamente lecita, di accesso da parte di soggetti diversi dai titolari dei diritti su di essa, non venendo meno l’indeterminatezza dei soggetti che hanno detta possibilità pur quando essi...