SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Sentenza 4 settembre 2014, n. 18678 Svolgimento del fatto I. La Corte d’Appello di L’Aquila, con la sentenza n. 801/11 pronunciando sull’impugnazione proposta da F.G. nei confronti della società Pilkington Italia spa, avente ad oggetto la sentenza del Tribunale di Vasto n. 335 dell’ 11 gennaio 2011, la...
Categoria: Diritto del Lavoro e della Previdenza sociale
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 1 agosto 2014, n. 17540. L'indennità prevista dall'art. 32 della legge 4 novembre 2010, n. 183 si applica anche nel caso di condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno subito dal lavoratore che abbia chiesto ed ottenuto dal giudice l'accertamento della nullità di un contratto di somministrazione lavoro, convertito poi in un contratto a tempo indeterminato tra lavoratore ed utilizzatore della prestazione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 1 agosto 2014, n. 17540 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. TRIA...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 25 agosto 2014, n. 18200. Nel contratto a termine, il concetto di specificità risente di un certo grado di elasticità che, in sede di controllo giudiziale, esige di essere valutato dal giudice secondo criteri di congruità e ragionevolezza
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 25 agosto 2014, n. 18200 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. DI CERBO Vincenzo – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. MANCINO Rossana...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 28 agosto 2014, n. 18425. Per sapere se durante le cosiddette "festività soppresse" spetti o meno la retribuzione aggiuntiva anche nei casi in cui il lavoratore non abbia effettuato la prestazione – per esempio perché in permesso sindacale o in ferie – bisogna guardare alla contrattazione di categoria
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 28 agosto 2014, n. 18425 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – rel. Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 29 agosto 2014, n. 18462. L'osservanza dell'orario di lavoro stabilito costituisce obbligo del lavoratore disciplinarmente sanzionabile; l'utilizzabilità della prestazione lavorativa in un determinato orario consegue all'organizzazione produttiva del datore di lavoro e non è conseguentemente modificabile unilateralmente da parte del lavoratore. Per cui correttamente il datore di lavoro sottrae dalla retribuzione l'ammontare relativa alla prestazione non effettuata nell'orario prestabilito a nulla rilevando lo svolgimento della prestazione al di fuori dell'orario di lavoro stesso.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 29 agosto 2014, n. 18462 Svolgimento del processo Con sentenza del 20 ottobre 2006, il Tribunale di Bergamo, ha dichiarato la legittimità della sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per dieci giorni comminata da Poste Italiane s.p.a. a F.E. con lettera del 14 maggio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 agosto 2014, n. 18225. In assenza di parametri normativi specifici ed analitici idonei a consentire la determinazione del c.d. minimo vitale, ben può il giudice dell'esecuzione, in considerazione degli elementi concreti del caso (e non dovendo necessariamente fare riferimento all'importo di trattamento minimo di pensione indicato dallo stesso ente erogatore, come invero sostenuto dall'odierno ricorrente), pervenire all'individuazione dell'importo maggiormente adeguato a soddisfare la detta esigenza di assicurare al pensionato adeguati mezzi di vita
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 agosto 2014, n. 18225 Svolgimento del processo Con sentenza del 18/6/2007 il Tribunale di Grosseto ha respinto l’opposizione, qualificata agli atti esecutivi, proposta dal sig. R.A. , titolare dell’impresa R. Auto di R.A. , avverso l’ordinanza di assegnazione del credito pignorato, resa ai sensi dell’art. 553 c.p.c....
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 agosto 2014, n. 17625. L'espletamento di altra attività, lavorativa ed extralavorativa, da parte del lavoratore durante lo stato di malattia è idoneo a violare i doveri contrattuali di correttezza e buona fede nell'adempimento dell'obbligazione ed a giustificare il recesso del datore di lavoro, laddove si riscontri che l'attività espletata costituisca indice di una scarsa attenzione del lavoratore alla propria salute ed ai relativi doveri di cura e di non ritardata guarigione
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 agosto 2014, n. 17625 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. AMOROSO Giovanni – Consigliere Dott. NOBILE Vittorio – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – rel. Consigliere Dott. GHINOY Paola...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 19 giugno 2014, n. 13972. La notificazione del ricorso per Cassazione proposto nei confronti di una Amministrazione dello Stato va effettuata presso l'Avvocatura generale; quella eseguita presso l'Avvocatura distrettuale è nulla e contrasta con il principio della ragionevole durata del processo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro ordinanza 19 giugno 2014, n. 13972 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico...
Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza 22 maggio 2014, n. 11395. La disposizione dell'art. 2103 c.c. sulla disciplina delle mansioni e sul divieto di declassamento va interpretata alla stregua del bilanciamento del diritto del datore di lavoro a perseguire un'organizzazione aziendale produttiva ed efficiente e quello del lavoratore al mantenimento del posto, con la conseguenza che, nei casi di sopravvenute e legittime scelte imprenditoriali, comportanti, tra l'altro, interventi di ristrutturazione aziendale, l'adibizione del lavoratore a mansioni diverse, ed anche inferiori, a quelle precedentemente svolte senza modifica del livello retributivo, non si pone in contrasto con il dettato del codice civile
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO sentenza 22 maggio 2014, n. 11395 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente – Dott. DE RENZIS Alessandro – rel. Consigliere – Dott. VENUTI Pietro – Consigliere – Dott. LORITO Matilde...
Consiglio di Stato, sezione III, sentenza 1 agosto 2014, n. 4105. Per mobbing deve intendersi una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico complessa, continuata e protratta nel tempo, tenuta nei confronti di un lavoratore nell'ambiente di lavoro, che si manifesta con comportamenti intenzionalmente ostili, reiterati e sistematici, esorbitanti od incongrui rispetto all'ordinaria gestione del rapporto, espressivi di un disegno in realtà finalizzato alla persecuzione od alla vessazione del lavoratore, tale che ne consegua un effetto lesivo della sua salute psicofisica. Ai fini della configurabilità della condotta lesiva del datore di lavoro, deve essere accertata la presenza di una pluralità di elementi costitutivi, quali la molteplicità e globalità di comportamenti a carattere persecutorio, illeciti o anche di per sé leciti, posti in essere in modo miratamente sistematico e prolungato contro il dipendente secondo un disegno vessatorio; l'evento lesivo della salute psicofisica del dipendente; il nesso eziologico tra la condotta del datore o del superiore gerarchico e la lesione dell'integrità psicofisica del lavoratore ed, infine, la prova dell'elemento soggettivo, ovvero dell'intento persecutorio
Consiglio di Stato sezione III sentenza 1 agosto 2014, n. 4105 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE TERZA ha pronunciato la presente SENTENZA 1. sul ricorso numero di registro generale 6451 del 2012, proposto da: RO.SC., rappresentato e difeso dall’avv. Fe.Sc., con domicilio eletto presso Fe.Sc....