Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 7 ottobre 2014, n. 21079 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. DORONZO Adriana – rel. Consigliere Dott. TRICOMI Irene...
Categoria: Diritto del Lavoro e della Previdenza sociale
Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 27 ottobre 2014, n. 5315. In tema di indebito, il recupero delle somme indebitamente erogate dalla pubblica amministrazione ai propri dipendenti è un atto doveroso che costituisce esercizio di un diritto soggettivo non rinunziabile, in quanto correlato al conseguimento di quelle finalità di pubblico interesse, cui sono istituzionalmente destinate le somme indebitamente erogate. A fronte di ciò, le situazioni di affidamento e di buona fede dei percipienti rilevano soltanto per l'individuazione delle modalità con cui il recupero deve operarsi e ciò al fine di non incidere in maniera eccessivamente onerosa sulle esigenze di vita del dipendente
Consiglio di Stato sezione VI sentenza 27 ottobre 2014, n. 5315 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL CONSIGLIO DI STATO IN SEDE GIURISDIZIONALE SEZIONE SESTA ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 7404 del 2013, proposto da: C. – (…), in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 ottobre 2014, n. 21565. . Il cessionario risponde nei confronti del dipendente di tutte le obbligazioni precedenti che non siano prescritte
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 ottobre 2014, n. 21565 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 9 ottobre 2014, n. 21299. L'efficacia vincolante del giudicato penale di cui all'articolo 654 c.p.p., e' propria delle sole sentenze penali irrevocabili di condanna o di assoluzione pronunciate in seguito a dibattimento e non anche delle sentenze di proscioglimento per prescrizione o per altra causa di estinzione del reato o di improcedibilita' dell'azione penale. Al di fuori delle ipotesi, tassative, di vincolativita' del giudicato penale in quello civile previste dal vigente c.p.p., il giudice civile puo' anche avvalersi delle prove raccolte in sede penale quando esse siano state assunte nel contraddittorio tra le parti o quando il contraddittorio sia mancato per l'autonoma scelta dell'imputato di avvalersi di riti alternativi oppure quando tutte le parti gliene facciano concorde richiesta, ma in ogni caso deve procedere ad autonoma e motivata valutazione dell'attendibilita', dell'affidabilita' e dell'idoneita' delle prove medesime a dimostrare l'esistenza o l'inesistenza dei fatti rilevanti nella controversia civile innanzi a lui pendente. La sentenza pronunciata a norma dell'articolo 444 c.p.p., non ha efficacia nei giudizi civili o amministrativi
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 9 ottobre 2014, n. 21299 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MANNA Antonio – rel. Consigliere Dott. DORONZO Adriana – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio –...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 ottobre 2014, n. 22287. L'occupazione temporanea in lavori socialmente utili non può qualificarsi quale rapporto di lavoro subordinato, essendo siffatta natura esplicitamente esclusa dall'art. 8 d. lgs. n. 468 del 1997, poi riprodotto, negli stessi termini, dall'art. 4 d. lgs. n. 81 del 2000, i quali prevedono che l'utilizzazione dei lavoratori in questione "non determina l'instaurazione di un rapporto di lavoro". Trattasi viceversa di un rapporto speciale che coinvolge più soggetti (il lavoratore, l'amministrazione pubblica beneficiaria della prestazione, l'ente previdenziale erogatore dell'emolumento), avente, oltre alla matrice essenzialmente assistenziale sopra evidenziata, una componente formativa diretta alla riqualificazione del personale in questione per una futura ricollocazione dello stesso. In coerenza con la natura del rapporto in esame, deve pertanto escludersi che, ove le prestazioni siano rese dal lavoratore in difformità da quelle previste dal programma originario e comunque in contrasto con norme poste a tutela del lavoratore, possa trovare applicazione, a parte il diritto alla retribuzione in relazione al lavoro effettivamente svolto, ai sensi dell'art. 2126 cod. civ., già riconosciuto al lavoratore, la invocata tutela della costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato di derogare alla necessità del concorso pubblico richiamato dall'art. 97 Cost., per le qualifiche ed i profili per i quali è richiesto il solo requisito della scuola d'obbligo.
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 ottobre 2014, n. 22287 Svolgimento del processo La Corte d’appello di Roma, con la sentenza indicata in epigrafe, in riforma della pronuncia di rigetto di primo grado, ha parzialmente accolto le domande proposte da R.M. , lavoratore socialmente utile, nei confronti del Comune di Olevano Romano, condannando...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 ottobre 2014, n. 22297. L'accertamento della dipendenza dell'infermità da causa di servizio ai fini del riconoscimento del beneficio della pensione privilegiata e la concessione dell'equo indennizzo sono ancorati a situazioni giuridiche fondate su distinti presupposti e regolati da separate norme. Pertanto, alla sentenza della Corte dei conti divenuta definitiva che abbia accertato la sussistenza della causa di servizio ai fini della pensione privilegiata non può essere attribuito valore di giudicato esterno vincolante ai fini del riconoscimento del diritto all'equo indennizzo
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 21 ottobre 2014, n. 22297 Svolgimento del processo 1.- La sentenza attualmente impugnata rigetta l’appello principale della Azienda USL n. (…) di Empoli avverso la sentenza n. 416 del 2010 del Tribunale di Firenze mentre accoglie l’appello incidentale avverso la stessa sentenza di M.D. e, per l’effetto, condanna...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 ottobre 2014, n. 22063. L'annullamento di un negozio giuridico ha efficacia retroattiva non comporta il diritto del lavoratore alle retribuzioni maturate dalla data delle dimissioni a quella della riammissione al lavoro, atteso che la retribuzione presuppone la prestazione dell'attività lavorativa, onde il pagamento della prima in mancanza della seconda rappresenta un'eccezione che, come nelle ipotesi di malattia o licenziamento non sorretto da giusta causa o giustificato motivo, deve essere espressamente prevista dalla legge, per cui nell'ipotesi di annullamento delle dimissioni le retribuzioni spettano dalla data della sentenza che dichiara la loro illegittimità
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 ottobre 2014, n. 22063 Svolgimento del processo Il giudice del lavoro del Tribunale di Brescia, accogliendo per quanto di ragione la domanda proposta da G.L. nei confronti della società Baratti di eredi Inselvini s.r.l., annullò la lettera di dimissioni sottoscritta il 16.3.2005 dal ricorrente, in quanto dal...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 ottobre 2014, n. 22152. Ai fini della valutazione della gravità della insubordinazione e della conseguente sussistenza della giusta causa, del comportamento pregresso del lavoratore, a prescindere anche dalla rilevanza autonoma della recidiva
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 ottobre 2014, n. 22152 Svolgimento del processo Con ricorso del 3-3-2004 A.P. conveniva in giudizio innanzi al Giudice del lavoro del Tribunale di Bari la SEAP s.p.a. e, previo accertamento dell’infondatezza dei provvedimenti disciplinari inflittigli, chiedeva dichiararsi la nullità e/o l’illegittimità del licenziamento intimatogli dalla SEAP...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza 16 ottobre 2014, n. 21888. Anche dopo la novella introdotta dall'art. 1, comma 35 della L. n. 247 del 2007, il mancato svolgimento di attività lavorativa costituisce elemento costitutivo del diritto all'assegno di assistenza la cui prova, peraltro, non può essere fornita in giudizio mediante mera dichiarazione dell'interessato, anche se rilasciata con le formalità previste dalla legge per le autocertificazioni
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro ordinanza 16 ottobre 2014, n. 21888 Fatto e diritto 1 – Considerato che è stata depositata relazione del seguente contenuto: “Con sentenza n. 1554/2010, depositata in data 31 dicembre 2010, la Corte di appello di Catanzaro, in parziale riforma della decisione resa dal Tribunale di Crotone, riconosceva in favore...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 ottobre 2014, n. 21107. La pubblica amministrazione non può raccogliere su internet informazioni sulla vita sessuale di un proprio dipendente per verificare se la sua condotta sia o meno compatibile con l'«immagine» dell'ente. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sentenza 21107/2014, accogliendo il ricorso del Garante della privacy ed annullando il licenziamento di un dipendente «destituito» perché trovato a prostituirsi sul web mediante annunci a pagamento.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 ottobre 2014, n. 21107 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SALVAGO Salvatore – Presidente Dott. DOGLIOTTI Massimo – Consigliere Dott. BISOGNI Giacinto – Consigliere Dott. MERCOLINO Guido – rel. Consigliere Dott. DE...