Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 13 febbraio 2015, n. 2899 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – Consigliere Dott. LORITO Matilde...
Categoria: Diritto del Lavoro e della Previdenza sociale
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 12 febbraio 2015, n. 2800. La mera inerzia del lavoratore, non accompagnata da altre circostanze significative, non rappresenta condotta idonea a perfezionare la risoluzione del rapporto di lavoro per mutuo consenso
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 12 febbraio 2015, n. 2800 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BANDINI Gianfranco – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. DORONZO...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 20 febbraio 2015, n. 3479. Illegittimo il licenziamento del dipendente che utilizzi autovettura, carta di credito e telepass dell'azienda. La regola vale a condizione che l'imprenditore non abbia imposto precisi oneri di rendicontazione sull'uso del mezzo, della carta di pagamento e del telepass facenti capo all'azienda
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 20 febbraio 2015, n. 3479 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – rel. Presidente Dott. VENUTI Pietro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto...
DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2015, n. 23. Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183
DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2015, n. 23 Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183. (15G00037) (G.U. n.54 del 6-3-2015) Vigente al: 7-3-2015 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76, 87, quinto comma, e 117, secondo comma, della Costituzione; Visto...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 17 febbraio 2015, n. 3121. È illegittimo il licenziamento del dirigente non gradito per sostituirlo con un proprio uomo di fiducia. La libertà di iniziativa economica, infatti, non è in grado ex se di offrire copertura a licenziamenti immotivati o pretestuosi
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 17 febbraio 2015, n. 3121 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. LAMORGESE Antonio – Presidente Dott. MAMMONE Giovanni – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio – Consigliere Dott. BUFFA Francesco –...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 26 febbraio 2015, n. 3957. In tema di benefici previdenziali in favore dei lavoratori esposti all' amianto – ai fini del riconoscimento della maggiorazione del periodo contributivo ex art. 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992 applicabile "ratione temporis" – occorre verificare se vi sia stato superamento della concentrazione media della soglia di esposizione all'amianto di 0,1 fibre per centimetro cubo, quale valore medio giornaliero su otto ore al giorno, avuto riguardo ad ogni anno utile compreso nel periodo contributivo ultradecennale in accertamento e non, invece, in relazione a tutto il periodo globale di rivalutazione, dovendosi ritenere il parametro annuale (esplicitamente considerato dalle disposizioni successive che hanno ridisciplinato la materia) quale ragionevole riferimento tecnico per determinare il valore medio e tenuto conto, in ogni caso, che il beneficio è riconosciuto per periodi di lavoro correlati all'anno. In effetti, ciò che rileva è l'esposizione media giornaliera nell'arco delle otto ore lavorative, che è cosa diversa dall'affermare che l'esposizione debba superare necessariamente il limite delle 0,1 ff/cc in ciascuna delle otto ore. Sul punto vale evidenziare che l'art. 24 del d.Lgs. n. 277/1991 – ratione temporis applicabile al caso in esame – prevede che l'esposizione alla poveri di amianto va calcolata "in rapporto ad un periodo di riferimento di otto ore.." evidentemente facendo riferimento all'esposizione media nell'arco di otto ore ( peraltro, anche l'art. 254 del d.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 al primo comma stabilisce che "Il valore limite di esposizione per l'amianto è fissato a 0,1 fibre per centimetro cubo di aria, misurato come media ponderata nel tempo di riferimento di otto ore’’)
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 26 febbraio 2015, n. 3957 Fatto M. E. conveniva in giudizio l’INPS esponendo di aver ottenuto dall’INAIL il riconoscimento di alcuni periodi non consecutivi di esposizione qualificata all’amianto, di durata complessivamente ultradecennale, e chiedendo il riconoscimento dell’esposizione anche per gli ulteriori periodi dal 17.9.73 al 31.10.74 e dal...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 febbraio 2015, n. 2133. Qualora il ricorrente, in sede di legittimita', denunci l'omessa valutazione di prove testimoniali, ha l'onere non solo di trascriverne il testo integrale nel ricorso per cassazione, al fine di consentire il vaglio di decisivita', ma anche di specificare i punti ritenuti decisivi, risolvendosi, altrimenti, il dedotto vizio di motivazione in una inammissibile richiesta di riesame del contenuto delle deposizioni testimoniali e di verifica dell'esistenza di fatti decisivi sui quali la motivazione e' mancata ovvero e' stata insufficiente o illogica
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 febbraio 2015, n. 2133 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIDIRI Guido – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. NAPOLETANO Giuseppe – Consigliere Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 6 febbraio 2015, n. 2330. La potestà di infliggere sanzioni disciplinari è riservata dall'art. 2106 c.c. alla discrezionalità dell'imprenditore, in quanto contenuta nel più ampio potere di direzione dell'impresa. Ne consegue che il giudice, pur nel caso sia stato adito dal datore di lavoro per la conferma della sanzione disciplinare e sia stato dallo stesso esplicitamente richiestone, non può convertirla in altra meno grave
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 6 febbraio 2015, n. 2330 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE L Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MAMMONE Giovanni – rel. Presidente Dott. TRIA Lucia – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. GARRI Fabrizia – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 10 febbraio 2015, n. 2548. Niente comportamento antisindacale da parte dell'azienda che – esaurite le ore previste dalla legge per incontri e assemblee – respinga la richiesta avanzata da una federazione per un'ulteriore riunione. Il monte ore si intende esaurito rispetto alla generalità della categoria di lavori convocati e non nei confronti dei singoli partecipanti o assenti. In presenza, quindi, di tempo retribuito da poter utilizzare in incontri sindacali, la partecipazione non è data dai singoli presenti ma necessariamente dalla categoria convocata
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 10 febbraio 2015, n. 2548 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. DE RENZIS Alessandro – Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. TRIA...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 4 febbraio 2015, n. 2021. L'immediatezza della contestazione disciplinare e la tempestività dell'irrogazione della relativa sanzione può in concreto essere compatibile con un intervallo di tempo, più o meno lungo, quando l'accertamento e la valutazione dei fatti richieda uno spazio temporale maggiore ovvero quando la complessità della struttura organizzativa dell'impresa possa far ritardare il provvedimento di recesso. Il requisito della specificità della previa contestazione dell'addebito, necessario nei licenziamenti disciplinari, non è integrato dalla certezza dei fatti addebitati ma dalla idoneità della contestazione a realizzare il risultato perseguito dalla legge ossia a consentire al lavoratore una puntuale difesa, ed a tal fine si richiede soltanto che la contestazione individui i fatti addebitati con sufficiente precisione, anche se sinteticamente, per modo che non risulti incertezza circa l'ambito delle questioni sulle quali il lavoratore è chiamato a difendersi. In tema di licenziamento disciplinare, la violazione del principio di immutabilità della contestazione non può essere ravvisata in ogni ipotesi di divergenza tra i fatti posti a base della contestazione iniziale e quelli che sorreggono il provvedimento disciplinare, occorrendo verificare se tale divergenza comporti in concreto una violazione del diritto di difesa del lavoratore
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 4 febbraio 2015, n. 2021 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MACIOCE Luigi – Presidente Dott. D’ANTONIO Enrica – Consigliere Dott. PATTI Adriano Piergiovanni – Consigliere Dott. GHINOY Paola – Consigliere Dott. AMENDOLA Fabrizio...