Il committente non può paralizzare l’esigibilità dei crediti dell’appaltatore eccependo che questi non ha provato l’adempimento delle sue obbligazioni nei confronti dei propri dipendenti
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Il committente non può paralizzare l’esigibilità dei crediti dell’appaltatore eccependo che questi non ha provato l’adempimento delle sue obbligazioni nei confronti dei propri dipendenti

Corte di Cassazione, civile,Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1281. 

In tema di appalto privato, il committente non può paralizzare l'esigibilità dei crediti dell'appaltatore eccependo che questi non ha provato l'adempimento delle sue obbligazioni nei confronti dei propri dipendenti, in quanto la responsabilità ex art. 1676 c.c. è subordinata all'esistenza di un debito del committente verso l'appaltatore con onere della prova a carico del lavoratore che chiede il pagamento, diversamente da quella prevista ex art. 29 d.lgs. n. 276 del 2003, che configura una responsabilità solidale del committente e dell'appaltatore nei confronti di coloro che lavorano per quest'ultimo. (Fattispecie in tema di subappalto).

Riassunzione del processo per morte di una parte mediante notifica agli eredi impersonalmente e collettivamente
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Riassunzione del processo per morte di una parte mediante notifica agli eredi impersonalmente e collettivamente

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|12 gennaio 2024| n. 1330.

In tema di riassunzione del processo per morte di una parte mediante notifica agli eredi impersonalmente e collettivamente, l'accertamento della qualità di erede, afferendo all'accertamento del diritto sostanziale oggetto della pretesa, resta assoggettato ai principi generali su cui si fonda l'onere della prova, di cui all'art. 2967 c.c., non potendosi desumere dalla mera costituzione in giudizio l'accettazione tacita dell'eredità, con la conseguenza che grava sulla parte che alleghi la qualità di erede fornirne la prova, spettando poi al giudice verificare l'assolvimento dell'onere, anche valutando il comportamento, processuale ed extraprocessuale, tenuto dal chiamato.

Il rendiconto non si pone in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale
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Il rendiconto non si pone in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1319.

Il rendiconto, ancorché per il disposto dell'art. 723 c.c. costituisca operazione contabile che deve necessariamente precedere la divisione, poiché preliminare alla determinazione della quota spettante a ciascun condividente, non si pone, tuttavia, in rapporto di pregiudizialità con la proposizione della domanda di divisione giudiziale, ben potendosi richiedere tale divisione ex art. 1111 c.c. a prescindere dal rendiconto, a tanto potendosi e dovendosi provvedere nel corso del giudizio. Il giudice non può, peraltro, disporre il rendiconto senza istanza delle parti, le quali devono indicare i presupposti di fatto del relativo obbligo, con la conseguenza che la detta istanza non può non essere soggetta al regime di cui all'art. 345 c.p.c.

Determinazione dell’indennità di esproprio il mero deposito del ricorso introduttivo non è idoneo a interrompere la prescrizione
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Determinazione dell’indennità di esproprio il mero deposito del ricorso introduttivo non è idoneo a interrompere la prescrizione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 698.

In tema di procedimento per la determinazione dell'indennità di esproprio ex art. 54 d.P.R. n. 327 del 2001, il mero deposito nella cancelleria della Corte d'appello del ricorso introduttivo non è idoneo a spiegare efficacia interruttiva della prescrizione, potendo riconoscersi tale effetto solo a seguito della notificazione del ricorso medesimo e del pedissequo decreto, quale espressione della volontà dell'istante, manifestata al debitore, di interrompere la situazione di inerzia che conduce all'estinzione del diritto.

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare
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L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 786.

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare laddove la parte adiuvata non abbia esercitato il proprio diritto di proporre impugnazione ovvero abbia fatto acquiescenza alla decisione a essa sfavorevole, salvo che l’impugnazione sia limitata alle questioni relative alla qualificazione dell’intervento (fattispecie relativa alla proroga delle concessioni balneari e ai diritti delle associazioni di categoria intervenute).

Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo
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Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 741.

Perché il licenziamento sia qualificabile come ritorsivo, il motivo illecito deve essere dotato di efficacia determinante esclusiva, a prescindere dal motivo formale, in modo che la condotta del datore di lavoro sia contraria ai valori fondamentali dell’organizzazione sociale e pertanto sia nullo. Si sostanzia in una reazione arbitraria ed ingiusta ad un comportamento del tutto legittimo del lavoratore (o di un soggetto a lui vicino), configurandosi come una vera e propria vendetta.

Declaratoria di nullità integrale del contratto al giudice dell’impugnazione è precluso il rilievo d’ufficio della sua nullità parziale
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Declaratoria di nullità integrale del contratto al giudice dell’impugnazione è precluso il rilievo d’ufficio della sua nullità parziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 gennaio 2024| n. 1010.

In caso di declaratoria di nullità integrale del contratto, al giudice dell'impugnazione è precluso il rilievo d'ufficio della sua nullità parziale quando, non essendo stata specificamente impugnata dalla parte interessata la statuizione di nullità totale, sulla stessa si è formato il giudicato interno.

Donazione ed il requisito dello spirito di liberalità
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Donazione ed il requisito dello spirito di liberalità

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|10 gennaio 2024| n. 982.

In materia di donazione, il requisito dello spirito di liberalità (cd. animus donandi) deve presumersi sussistente ove l'attribuzione avvenga senza corrispettivo e senza costituire adempimento di un'obbligazione, neanche morale o etica, e non può essere escluso sulla base di atti esterni al contratto.

La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione
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La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|11 gennaio 2024| n. 1121.

La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova del possesso uti dominus del bene e conseguentemente del possesso utile ai fini dell’usucapione.

Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto
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Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|10 gennaio 2024| n. 917.

In tema di giudizio per cassazione, il ricorso deve essere proposto, a pena di inammissibilità, con unico atto avente i requisiti di forma e contenuto di cui all'art. 366 c.p.c., sicché, in virtù del principio della consumazione del diritto d'impugnazione, la parte che, dopo la proposizione di un ricorso per cassazione nei suoi confronti, abbia a sua volta proposto autonoma impugnazione, da ritenersi convertita in ricorso incidentale, non può con il controricorso proporre nuova impugnazione incidentale, ancorché intenda indicare nuovi motivi o colmare la mancanza di taluno degli elementi prescritti a pena di invalidità.