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Opposizione allo stato passivo del fallimento ed i documenti prodotti per la prima volta contestualmente al deposito del ricorso

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 ottobre 2023| n. 29282.

In tema di opposizione allo stato passivo del fallimento, i documenti prodotti per la prima volta contestualmente al deposito del ricorso ex art. 98 l.fall. sono utilizzabili ai fini della decisione, quand'anche non siano stati individualmente indicati nell'atto di opposizione, ma fatti oggetto di richiamo complessivo e riassuntivo.

Indennità per la perdita dell’avviamento commerciale ed onere del conduttore di provare dell’attività a contatto con il pubblico
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Indennità per la perdita dell’avviamento commerciale ed onere del conduttore di provare dell’attività a contatto con il pubblico

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 ottobre 2023| n. 29303.

In tema di locazione di immobili urbani adibiti ad uso diverso da quello di abitazione, il conduttore che, in seguito alla cessazione del rapporto, chieda il pagamento dell'indennità per la perdita dell'avviamento commerciale non ha l'onere di provare che l'immobile era utilizzato per il contatto diretto con il pubblico degli utenti e dei consumatori, se questa circostanza derivi dalla stessa destinazione contrattuale dell'immobile, gravando sul locatore, che eccepisce la diversa destinazione effettiva, l'onere di provare tale fatto impeditivo della suddetta pretesa, ai sensi dell'art. 2697, comma 2, c.c. Qualora, invece, la destinazione contrattualmente individuata dalle parti non contempli necessariamente il contatto diretto con il pubblico, potendo implicarlo o meno, nel quadro dell'attività della parte conduttrice o anche della stessa destinazione prevista dalle parti, compete al conduttore provare che - com'era lecito nell'economia del regolamento contrattuale - l'immobile sia stato effettivamente adibito ad attività comportante il contatto in questione.

Società di persone e la responsabilità del socio verso i terzi per le obbligazioni sociali
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Società di persone e la responsabilità del socio verso i terzi per le obbligazioni sociali

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 ottobre 2023| n. 29306.

In tema di società di persone, ai sensi dell’art. 2290 cod. civ., la “responsabilità” del socio verso i terzi per le obbligazioni sociali deve ritenersi temporalmente correlata alla durata del rapporto sociale e, conseguentemente, esclusa oltre la data dello scioglimento del rapporto tra il socio e la società, a condizione che lo scioglimento sia stato portato con mezzi idonei a conoscenza dei terzi che lo hanno incolpevolmente ignorato. Rispetto a tale principio generale, non assume valore decisivo la circostanza che una determinata obbligazione sociale sia stata contratta in epoca anteriore allo scioglimento del rapporto con un singolo socio, e che gli effetti di tale obbligazione sociale siano destinati a permanere nel tempo, oltre l’epoca dello scioglimento del rapporto tra il socio e la società. Gli effetti di una simile obbligazione, infatti, pur pienamente operanti, sotto il profilo del vincolo, sin dall’originaria costituzione del rapporto negoziale (e la cui sola esigibilità risulta condizionata alla scadenza di termini convenuti), devono ritenersi tali, a far tempo dal giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto sociale, da non poter più coinvolgere, con riferimento alla prestazione non ancora esigibile, la responsabilità dei soci il cui rapporto con la società sia venuto meno

Processo telematico ed i Depositi Plurimi
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Processo telematico ed i Depositi Plurimi

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 ottobre 2023| n. 29294.

Per quanto attiene al rispetto dei termini di deposito degli atti telematici nei depositi, nel caso di specie un ricorso di opposizione allo stato passivo in tema fallimentare, affinché siano utilizzabili i documenti depositati, in caso di plurimi depositi per via del superamento dei limiti delle dimensione tecniche degli invii, è necessario che i deposito siano contestuali cioè nella medesima data.

Il risarcimento corrispondente alle spese mediche sostenute dal danneggiato
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Il risarcimento corrispondente alle spese mediche sostenute dal danneggiato

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 ottobre 2023| n. 29308.

Il risarcimento del pregiudizio patrimoniale corrispondente alle spese mediche sostenute dal danneggiato non può essere ridotto ai sensi dell'art. 1227, comma 2, c.c., per il sol fatto che egli abbia scelto di farsi curare da una struttura privata anziché pubblica, non essendo configurabile alcun obbligo di rivolgersi al sistema sanitario nazionale.

Contratto di agenzia e la forma scritta ad probationem
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Contratto di agenzia e la forma scritta ad probationem

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 ottobre 2023| n. 29422.

In tema di contratto di agenzia, l'art. 1742, comma 2, c.c., nel prevedere la forma scritta ad probationem, postula che la prova dell'accordo negoziale sia suscettibile d'essere fornita anche a mezzo di documenti diversi dalla scrittura contrattuale, purché essi abbiano ad oggetto direttamente le intese contrattuali ed il loro contenuto, non essendo sufficiente investano semplicemente circostanze fattuali dalle quali possa, se del caso, risalirsi, per via di inferenza logica, alla stipulazione del contratto.

Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo
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Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 ottobre 2023| n. 29501.

Ai fini della valutazione circa la natura usuraria di un contratto di mutuo, nel tasso di interesse deve essere conteggiato anche il costo dell'assicurazione sostenuto dal debitore per ottenere il credito, in base all'art. 644, comma 4, c.p.; né, peraltro, assume rilevanza la diversa indicazione contenuta nelle istruzioni della Banca d'Italia poiché esse, avendo natura di norme secondarie, devono conformarsi a tale norma primaria di riferimento e non sono vincolanti ove si sovrappongano al dettato di quest'ultima, non potendo intaccarne la precisa portata precettiva.

Rescissione del contratto la sproporzione tra le prestazioni corrispettive è un apprezzamento del giudice di merito
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Rescissione del contratto la sproporzione tra le prestazioni corrispettive è un apprezzamento del giudice di merito

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 ottobre 2023| n. 28826.

In tema di azione generale di rescissione per lesione, la determinazione del valore delle prestazioni corrispettive, con riferimento all’epoca della conclusione del contratto, al fine di stabilire la ricorrenza o meno di una sproporzione “ultra dimidium”, implica una indagine di fatto, rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito ed insindacabile in sede di legittimità, ove sorretta da congrua motivazione

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Leasing immobiliare e la mancata indicazione del “tasso leasing” 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|17 ottobre 2023| n. 28824.

In tema di leasing immobiliare, la mancata indicazione, nel contratto, del "tasso leasing" non determina la violazione dell'art. 117, comma 4, T.U.B. ove lo stesso sia determinabile per relationem, con rinvio a criteri prestabiliti ed elementi estrinseci, obiettivamente individuabili, senza alcun margine di incertezza né di discrezionalità in capo alla società di leasing, dovendosi individuare la ratio della norma nell'esigenza di salvaguardia del cliente sul piano della trasparenza, declinata in senso economico, essendo trasparente il contratto che lascia intuire o prevedere il livello di rischio o di spesa del contratto di durata. (Nella specie la S.C. ha confermato la sentenza che aveva ritenuto che gli elementi desumibili dal contratto di leasing, nel quale erano espresse in modo definito le modalità di rimborso del finanziamento, con la precisazione dell'ammontare dei canoni, del loro numero e della loro scadenza, nonché del prezzo di riscatto, fossero idonei a consentire una oggettiva determinabilità dei tassi applicabili al rapporto).

Appalto quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi alla quale ancorare la denunzia del committente
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Appalto quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi alla quale ancorare la denunzia del committente

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|18 ottobre 2023| n. 28958.

In tema di appalto, al fine di stabilire, ai sensi dell’art. 1669 cod. civ., quando deve intendersi verificata la scoperta dei vizi, alla quale ancorare la denunzia del committente, che, a sua volta, costituisce il “dies a quo” del termine annuale di prescrizione, il termine di un anno per la denuncia medesima del pericolo di rovina o di gravi difetti della costruzione di un immobile, previsto dalla citata disposizione a pena di decadenza dall’azione di responsabilità contro l’appaltatore, decorre dal momento in cui il committente consegua un apprezzabile grado di conoscenza obiettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficiente, di regola, per il decorso del termine suddetto, la constatazione di segni esteriori di danno o di pericolo. Infatti, non potendosi onerare il danneggiato di proporre, senza la dovuta prudenza, azioni generiche a carattere esplorativo o comunque suscettibili di rivelarsi infondate, la conoscenza completa, idonea a determinare il decorso del doppio termine, dovrà ritenersi conseguita, in assenza di convincenti elementi contrari anteriori da dedursi e provarsi dall’appaltatore, solo all’atto dell’acquisizione di idonei accertamenti tecnici