La servitù per destinazione del padre di famiglia si intende stabilita ope legis
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La servitù per destinazione del padre di famiglia si intende stabilita ope legis

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 dicembre 2023| n. 33751.

La servitù per destinazione del padre di famiglia si intende stabilita ope legis per il fatto che al momento della separazione dei fondi o del frazionamento dell'unico fondo lo stato dei luoghi sia stato posto, o lasciato, per opere o segni manifesti ed univoci - nel che si concreta l'indispensabile requisito dell'apparenza - in una situazione oggettiva di subordinazione o di servizio, che integri de facto il contenuto proprio di una servitù, indipendentemente da qualsiasi volontà, tacita o presunta, dell'unico proprietario (o dei comproprietari) nel determinarla o nel mantenerla; conseguentemente, il requisito della subordinazione deve essere ricercato non già nell'intenzione del proprietario del fondo, bensì nella natura delle opere oggettivamente considerate, in quanto nel loro uso normale determinino il permanente assoggettamento del fondo vicino all'onere proprio della servitù.

La statuizione della sentenza di condanna alla rifusione delle spese di lite in favore della parte civile costituita nel processo penale è provvisoriamente esecutiva 
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La statuizione della sentenza di condanna alla rifusione delle spese di lite in favore della parte civile costituita nel processo penale è provvisoriamente esecutiva 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|21 novembre 2023| n. 32380.

La statuizione della sentenza di condanna alla rifusione delle spese di lite in favore della parte civile costituita nel processo penale è provvisoriamente esecutiva

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare in via principale
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L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare in via principale

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 novembre 2023| n. 32559.

L’interventore adesivo non ha un’autonoma legittimazione a impugnare in via principale nel caso in cui la parte adiuvata non abbia esercitato il proprio diritto di proporre impugnazione ovvero abbia fatto acquiescenza alla decisione a essa sfavorevole, salvo che non abbia un proprio interesse direttamente riferibile alla sua posizione, come nel caso in cui sia stata negata la legittimazione all’intervento o sia stata emessa nei suoi confronti la condanna alle spese giudiziali.

Richiesta di termini ex art. 183 co. 6 c.p.c. ed invito del giudice a precisare le conclusioni
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Richiesta di termini ex art. 183 co. 6 c.p.c. ed invito del giudice a precisare le conclusioni

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|23 novembre 2023| n. 32577.

In forza del combinato disposto degli artt. 187, comma 1, c.p.c. e 80-bis disp. att. c.p.c., in sede di udienza fissata per la prima comparizione delle parti e la trattazione della causa ex art. 183 c.p.c., la richiesta della parte di concessione di termine ai sensi del comma 6 di detto articolo non preclude al giudice di esercitare il potere di invitare le parti a precisare le conclusioni ed assegnare la causa in decisione, atteso che ogni diversa interpretazione delle norme suddette, comportando il rischio di richieste puramente strumentali, si porrebbe in contrasto con il principio costituzionale della durata ragionevole del processo, oltre che con il favor legislativo per una decisione immediata della causa, desumibile dall'art. 189 c.p.c.

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L’accordo conciliativo che accerta l’usucapione non è opponibile al terzo acquirente dal contraente

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|23 novembre 2023| n. 32620.

L'accordo conciliativo che accerta l'usucapione ex art. 2643 n. 12-bis c.c. non è opponibile al terzo acquirente dal contraente contro il quale viene accertata l'usucapione, così come l'alienazione, sia pure trascritta, compiuta dal soggetto il cui titolo sia fondato sulla sua stessa affermazione di essere divenuto proprietario a titolo originario per usucapione, non resiste alla legittima pretesa del soggetto che si affermi effettivo proprietario dell'immobile, poiché la soluzione opposta consentirebbe manovre fraudolente ai danni di quest'ultimo.

Spese processuali ed accoglimento in misura notevolmente inferiore rispetto a quanto richiesto 
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Spese processuali ed accoglimento in misura notevolmente inferiore rispetto a quanto richiesto 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 novembre 2023| n. 32736.

In tema di spese processuali, l’accoglimento in misura ridotta, anche sensibile, di una domanda articolata in un unico capo non dà luogo a reciproca soccombenza, configurabile esclusivamente in presenza di una pluralità di domande contrapposte formulate nel medesimo processo tra le stesse parti o in caso di parziale accoglimento di un’unica domanda articolata in più capi, e non consente quindi la condanna della parte vittoriosa al pagamento delle spese processuali in favore della parte soccombente, ma può giustificarne soltanto la compensazione totale o parziale, in presenza degli altri presupposti previsti dall’articolo 92, secondo comma, cod. proc. civ.

La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie
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La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|24 novembre 2023| n. 32731.

La prescrizione sulla specifica approvazione scritta delle clausole vessatorie per il contraente in adesione è rispettata quando a tali clausole sia data autonoma e separata collocazione nel testo delle condizioni generali del contratto e quando le clausole stesse siano seguite da una distinta sottoscrizione del contraente in adesione, con la conseguenza che, a tal fine, non è sufficiente che la singola clausola risulti evidenziata nel contesto del contratto, allorché la sottoscrizione sia stata unica, e non rileva, in contrario, la collocazione della clausola immediatamente prima della sottoscrizione o la sua stampa in caratteri tipografici evidenziati.

Il diritto dell’appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l’accettazione dell’opera
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Il diritto dell’appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l’accettazione dell’opera

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32512.

In tema di appalto, la previsione di cui all'art. 1665, comma 5, c.c. - secondo cui il diritto dell'appaltatore al corrispettivo viene ad esistenza con l'accettazione dell'opera da parte del committente -, è derogabile dalle parti le quali, nell'esercizio della propria autonomia negoziale, possono subordinare la nascita di tale diritto alla consegna e presa in carico del bene da parte del committente.

Quando è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale “ex lege”
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Quando è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale “ex lege”

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|22 novembre 2023| n. 32475.

In tema di condominio negli edifici, è automaticamente configurabile la fattispecie del condominio parziale "ex lege" tutte le volte in cui un bene risulti, per le sue obiettive caratteristiche strutturali e funzionali, destinato al servizio e/o al godimento in modo esclusivo (dunque, non solo prevalente) di una parte soltanto dell'edificio in condominio, che rimane oggetto di un autonomo diritto di proprietà, venendo in tal caso meno il presupposto per il riconoscimento di una contitolarità necessaria di tutti i condomini su quella parte ex art. 1117 cod. civ. Il fondamento normativo che limita in tal senso la proprietà di cose, servizi ed impianti dell'edificio si rinviene nell'art. 1123, comma 3, cod. civ. e verificare se una parte di fabbricato rientri o meno tra quelle necessarie all'uso comune agli effetti dell'art. 1117 cod. civ., ovvero appartenga ad un unico condominio complesso costituito da più fabbricati che, seppur indipendenti, hanno in comune alcune parti, suppone valutazioni in fatto sottratte al giudizio di legittimità

Vendita di beni di consumo e l’onere di provare l’esistenza dei vizi che le giustifichino
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Vendita di beni di consumo e l’onere di provare l’esistenza dei vizi che le giustifichino

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|22 novembre 2023| n. 32514.

In tema di vendita di beni di consumo, il compratore che esercita l'azione di risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo ha l'onere di provare l'esistenza dei vizi che le giustifichino, non essendo applicabili alle azioni edilizie le agevolazioni probatorie di cui all'art. 132, comma 3, c.cons.