In genere motivo di impugnazione e critica della decisione impugnata
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In genere motivo di impugnazione e critica della decisione impugnata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1341.

Il motivo d'impugnazione è costituito dall'enunciazione delle ragioni per le quali la decisione è erronea e si traduce in una critica della decisione impugnata, non potendosi, a tal fine, prescindere dalle motivazioni poste a base del provvedimento stesso, la mancata considerazione delle quali comporta la nullità del motivo per inidoneità al raggiungimento dello scopo; tale nullità si risolve in un "non motivo" del ricorso per cassazione ed è conseguentemente sanzionata con l'inammissibilità, ai sensi dell'art. 366, n. 4, c.p.c.

Clausola penale e funzione di risarcimento forfettario di danno presunto
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Clausola penale e funzione di risarcimento forfettario di danno presunto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1285.

L’art. 1382 cod. civ. prevede che la clausola, con cui si conviene che, in caso d’inadempimento o di ritardo nell’adempimento, uno dei contraenti sia tenuto a una determinata prestazione, ha l’effetto di limitare il risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata convenuta la risarcibilità del danno ulteriore: la funzione della clausola è dunque, secondo la stessa previsione della norma, quella di risarcimento forfettario di un danno presunto, per rafforzare il vincolo contrattuale e stabilire preventivamente la prestazione cui è tenuto uno dei contraenti qualora si renda inadempiente, con l’effetto di limitare a tale prestazione il risarcimento, indipendentemente dalla prova dell’esistenza e dell’entità del pregiudizio effettivamente sofferto, salvo che sia convenuta la risarcibilità del danno ulteriore; in tal caso, la clausola costituisce soltanto una liquidazione anticipata del danno, destinata a rimanere assorbita, ove sia provata la sussistenza di maggiori pregiudizi, nella liquidazione complessiva di questi, senza potersi con essi cumulare

Conto corrente e la commissione massimo scoperto la sua periodicità di calcolo e la mancata previsione espressa
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Conto corrente e la commissione massimo scoperto la sua periodicità di calcolo e la mancata previsione espressa

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1373.

In tema di conto corrente bancario, non è nulla la clausola contrattuale che individui la commissione di massimo scoperto mediante la sola specificazione del tasso percentuale, senza alcun riferimento alla periodicità di calcolo, qualora detta periodicità sia comunque determinabile facendo corretto uso delle regole di interpretazione del contratto, avuto riguardo, in particolare, alla necessità di tener conto delle altre previsioni negoziali e di una interpretazione del testo compiuta secondo buona fede e in modo da valorizzare la comune volontà delle parti.

Efficacia ed integrazione del contratto
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Efficacia ed integrazione del contratto

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1391.

L’integrazione del contratto ai sensi dell’art. 1374 cod. civ. presuppone l’incompletezza o l’ambiguità della manifestazione della volontà negoziale, e non può quindi aver luogo quando, il giudice di merito abbia ritenuto, sulla base del suo prudente apprezzamento, insindacabile in sede di legittimità in quanto sorretto da una corretta utilizzazione dei criteri ermeneutici legali, che le parti abbiano compiutamente regolato gli effetti del contratto, individuando univocamente il contenuto delle obbligazioni poste a carico di ciascuna di esse

I vincoli urbanistici inseriti nelle previsioni del piano regolatore generale non possono qualificarsi come oneri non apparenti gravanti sull’immobile
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I vincoli urbanistici inseriti nelle previsioni del piano regolatore generale non possono qualificarsi come oneri non apparenti gravanti sull’immobile

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1441.

I vincoli urbanistici inseriti nelle previsioni del piano regolatore generale, una volta approvati e pubblicati, hanno valore di prescrizione di ordine generale a contenuto normativo con efficacia "erga omnes", come tale assistita da una presunzione legale di conoscenza assoluta da parte dei destinatari, sicché i vincoli così imposti, a differenza di quelli introdotti con specifici provvedimenti amministrativi a carattere particolare, non possono qualificarsi come oneri non apparenti gravanti sull'immobile, ai sensi dell'art. 1489 c.c., e non sono, conseguentemente, invocabili dal compratore quale fonte di responsabilità del venditore che non li abbia eventualmente dichiarati nel contratto.

Giuramento decisorio nei confronti della persona fisica che ricopre una pubblica funzione o un pubblico incarico
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Giuramento decisorio nei confronti della persona fisica che ricopre una pubblica funzione o un pubblico incarico

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1520.

Deve escludersi l’ammissibilità del giuramento decisorio, deferito o riferito, nei confronti della persona fisica che ricopre una pubblica funzione o un pubblico incarico, in relazione a diritti della pubblica amministrazione, da costui organicamente rappresentata, poiché il medesimo non ne ha la libera e autonoma disponibilità

Automatico trasferimento del diritto di uso di area destinata a parcheggio ed il diritto del venditore al corrispettivo integrativo dell’originario prezzo
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Automatico trasferimento del diritto di uso di area destinata a parcheggio ed il diritto del venditore al corrispettivo integrativo dell’originario prezzo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1436.

In caso di automatico trasferimento del diritto di uso di area destinata a parcheggio, il diritto del venditore al corrispettivo integrativo dell'originario prezzo, attribuitogli in forza della sostituzione automatica della clausola che riservi allo stesso la proprietà esclusiva dell'area destinata a parcheggio con la norma imperativa che sancisce il proporzionale trasferimento del diritto d'uso a favore dell'acquirente di unità immobiliari comprese nell'edificio, deve costituire oggetto di autonoma domanda, che la parte ha facoltà di proporre anche successivamente al giudizio sul riconoscimento del diritto d'uso sugli spazi vincolati.

La richiesta di contribuzione alle spese per la costruzione del muro di cinta
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La richiesta di contribuzione alle spese per la costruzione del muro di cinta

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|15 gennaio 2024| n. 1412.

La richiesta di contribuzione alle spese per la costruzione del muro di cinta, ai sensi dell'art. 886 c.c., presuppone una altezza del muro di tre metri e la deroga a tale misura, prevista da regolamenti locali o da una convenzione privata, esclude il diritto alla contribuzione per la natura eccezionale della norma e per evitare la decisione di una sola parte sull'altezza del muro.

Ricorso per cassazione e l’esposizione sommaria dei fatti di causa
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Ricorso per cassazione e l’esposizione sommaria dei fatti di causa

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|12 gennaio 2024| n. 1352.

Il disposto dell'art. 366, comma 1, n. 3, c.p.c. - secondo cui il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l'esposizione sommaria dei fatti di causa - non risponde ad un'esigenza di mero formalismo, bensì a consentire alla S.C. di conoscere dall'atto, senza attingerli aliunde, gli elementi indispensabili per una precisa cognizione dell'origine e dell'oggetto della controversia, dello svolgimento del processo e delle posizioni in esso assunte dalle parti; per soddisfare tale requisito occorre che il ricorso per cassazione contenga, in modo chiaro e sintetico, l'indicazione delle reciproche pretese delle parti, con i presupposti di fatto e le ragioni di diritto che le hanno giustificate, delle eccezioni, delle difese e delle deduzioni di ciascuna parte in relazione alla posizione avversaria, dello svolgersi della vicenda processuale nelle sue articolazioni e, dunque, delle argomentazioni essenziali, in fatto e in diritto, su cui si è fondata la sentenza di primo grado, delle difese svolte dalle parti in appello e, infine, del tenore della sentenza impugnata.

Il principio in virtù del quale il giudicato copre il dedotto e il deducibile
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Il principio in virtù del quale il giudicato copre il dedotto e il deducibile

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|11 gennaio 2024| n. 1259. Il principio in virtù del quale il giudicato copre il dedotto e il deducibile Il principio, in virtù del quale il giudicato copre il dedotto e il deducibile, concerne i limiti oggettivi del giudicato, il cui ambito di operatività è correlato all’oggetto del processo e riguarda,...