La quietanza di pagamento ha valenza di confessione stragiudiziale
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La quietanza di pagamento ha valenza di confessione stragiudiziale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|2 febbraio 2024| n. 3122.

La quietanza di pagamento ha valenza di confessione stragiudiziale sul fatto estintivo dell’obbligazione e dunque libera il debitore dell’onere probatorio dell’adempimento, mentre in un giudizio avviato nei confronti di un soggetto terzo non ha efficacia di confessione stragiudiziale ma solo di documento di pagamento.

Rigetto di altro motivo implicante la reiezione del motivo non espressamente esaminato
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Rigetto di altro motivo implicante la reiezione del motivo non espressamente esaminato

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|2 febbraio 2024| n. 3171.

Non ricorre il vizio di omessa pronuncia di una sentenza di appello quando, pur non essendovi un’espressa statuizione da parte del giudice in ordine ad un motivo di impugnazione, tuttavia la decisione adottata comporti necessariamente la reiezione di tale motivo, dovendosi ritenere che tale vizio sussista solo nel caso in cui sia stata completamente omessa una decisione su di un punto che si palesi indispensabile per la soluzione del caso concreto

Il giudice di rinvio è vincolato al principio di diritto affermato
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Il giudice di rinvio è vincolato al principio di diritto affermato

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|2 febbraio 2024| n. 3150.

Il giudice di rinvio è vincolato al principio di diritto affermato dalla Corte di cassazione in relazione ai punti decisivi non congruamente valutati dalla sentenza cassata e, se non può rimetterne in discussione il carattere di decisività, conserva il potere di procedere ad una nuova valutazione dei fatti già acquisiti e di quegli altri la cui acquisizione si renda necessaria in relazione alle direttive espresse dalla sentenza di annullamento.

Il direttore dei lavori deve avere le competenze necessarie a controllare la corretta esecuzione delle opere
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Il direttore dei lavori deve avere le competenze necessarie a controllare la corretta esecuzione delle opere

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|5 febbraio 2024| n. 3249.

In tema di appalto, il direttore dei lavori, quale rappresentante del committente, deve avere le competenze necessarie a controllare la corretta esecuzione delle opere da parte dell'appaltatore e dei suoi ausiliari, essendo altrimenti tenuto ad astenersi dall'accettare l'incarico o a delimitare, sin dall'origine, le prestazioni promesse, sicché è responsabile nei confronti del committente se non rileva in corso d'opera l'inadeguatezza delle opere strutturali, sebbene affidate ad altro professionista, salvo che dimostri che i vizi potevano essere verificati solo a costruzione ultimata.

Ricorso per cassazione in formato nativo digitale la notificazione a mezzo pec e deposito telematico e la procura alle liti rilasciata in modalità analogica
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Ricorso per cassazione in formato nativo digitale la notificazione a mezzo pec e deposito telematico e la procura alle liti rilasciata in modalità analogica

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|19 gennaio 2024| n. 2077.

In caso di ricorso nativo digitale, notificato e depositato in modalità telematica, l’allegazione mediante strumenti informatici - al messaggio di posta elettronica certificata (PEC) con il quale l'atto è notificato ovvero mediante inserimento nella “busta telematica” con la quale l'atto è depositato - di una copia, digitalizzata, della procura alle liti redatta su supporto cartaceo, con sottoscrizione autografa della parte e autenticata con firma digitale dal difensore, integra l’ipotesi, ex art. 83, terzo comma, c.p.c., di procura speciale apposta in calce al ricorso, con la conseguenza che la procura stessa è da ritenere valida in difetto di espressioni che univocamente conducano ad escludere l'intenzione della parte di proporre ricorso per cassazione.

L’avvocato stabilito e la mancata specificazione della giurisdizione ovvero l’organizzazione di iscrizione presso lo Stato membro in cui è abilitato all’esercizio della professione
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L’avvocato stabilito e la mancata specificazione della giurisdizione ovvero l’organizzazione di iscrizione presso lo Stato membro in cui è abilitato all’esercizio della professione

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|19 gennaio 2024| n. 2068.

L’avvocato stabilito è tenuto, nell’esercizio della sua professione, a far uso in modo comprensibile e senza destare dubbio del titolo di origine in modo da non creare confusione con il titolo di “avvocato”, utilizzando in via chiarificatrice il titolo di avvocato stabilito specificando la giurisdizione ovvero l’organizzazione di iscrizione presso lo Stato membro in cui è abilitato all’esercizio della professione. La mancata specificazione durante lo svolgimento dell’attività professionale costituisce una grave violazione dei principi professionali e lo svolgimento della professione in modo ingannevole.

Responsabilità professionale dell’avvocato e l’obbligo di informazione dell’esito sfavorevole del giudizio di primo grado
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Responsabilità professionale dell’avvocato e l’obbligo di informazione dell’esito sfavorevole del giudizio di primo grado

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 gennaio 2024| n. 2109.

In tema di responsabilità professionale dell'avvocato, ai fini dell'accertamento di un danno risarcibile derivante dall'inadempimento dell'obbligo di informazione dell'esito sfavorevole del giudizio di primo grado, che ha determinato l'impossibilità di proseguire il giudizio in sede di impugnazione, deve essere effettuata una valutazione prognostica sull'esito che avrebbe potuto avere l'impugnazione preclusa dall'omessa informazione, da svolgersi sulla base della prevedibile strategia difensiva (anche alla luce delle eccezioni proposte e delle difese svolte nel primo grado di giudizio) e della possibilità di ottenere un risultato favorevole (anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia).

La natura contrattuale della responsabilità dell’istituto scolastico per i danni cagionati dall’alunno
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La natura contrattuale della responsabilità dell’istituto scolastico per i danni cagionati dall’alunno

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|19 gennaio 2024| n. 2114.

La natura contrattuale della responsabilità dell'istituto scolastico per i danni cagionati dall'alunno a se stesso comporta che sul primo gravi l'onere di dimostrare il corretto adempimento della propria obbligazione di sorveglianza (ovvero la causa non imputabile che lo stesso abbia reso impossibile), ferma restando la necessità, per l'attore, di fornire la prova del nesso causale tra l'inadempimento e l'evento di danno; prova che, in ragione della tipicità sociale dei modelli di diligenza predicabili rispetto alla prestazione di facere gravante sull'istituto, può ritenersi presuntivamente integrata a fronte della dimostrazione che l'evento si sia verificato nel corso dello svolgimento del rapporto.

Al fine della prova dell’autenticità della procura rilasciata al difensore
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Al fine della prova dell’autenticità della procura rilasciata al difensore

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|19 gennaio 2024| n. 2075.

Al fine della prova dell'autenticità della procura rilasciata in calce o a margine di uno degli atti indicati nel terzo comma dell'art. 83 c.p.c. è sufficiente che il difensore certifichi l'autografia della sottoscrizione della parte, non essendo necessario che attesti che la sottoscrizione sia avvenuta in sua presenza, come è invece stabilito dall'art. 2703 c.c. per l'autentica della scrittura privata da parte del pubblico ufficiale. Difatti si tratta di un’“autentica minore” che ha solamente la funzione di attestare l'appartenenza della sottoscrizione a una determinata persona, senza che il difensore assuma su di sé, all’atto dell'autenticazione della firma, l’obbligo di identificazione del soggetto che rilascia il negozio unilaterale di procura.

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In tema di prova presuntiva

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|19 gennaio 2024| n. 2044.

In tema di prova presuntiva, il giudice è tenuto, ai sensi dell'articolo 2729 del codice civile, ad ammettere soltanto presunzioni «gravi, precise e concordanti», laddove il requisito della «precisione» è riferito al fatto noto, che deve essere determinato nella realtà storica, quello della «gravità» al grado di probabilità della sussistenza del fatto ignoto desumibile da quello noto, mentre quello della «concordanza», richiamato solo in caso di pluralità di elementi presuntivi, richiede che il fatto ignoto sia - di regola - desunto da una pluralità di indizi gravi, precisi e univocamente convergenti nella dimostrazione della sua sussistenza, e ad articolare il procedimento logico nei due momenti della previa analisi di tutti gli elementi indiziari, onde scartare quelli irrilevanti, e nella successiva valutazione complessiva di quelli così isolati, onde verificare se siano concordanti e se la loro combinazione consenta una valida prova presuntiva (cosiddetta convergenza del molteplice), non raggiungibile, invece, attraverso un'analisi atomistica degli stessi