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Risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 marzo 2024| n. 5769.

In tema di risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, la presunzione iuris tantum di esistenza del pregiudizio - configurabile per i membri della famiglia nucleare "successiva" (coniuge e figli) - si estende ai membri della famiglia "originaria" (genitori e fratelli), senza che assuma ex se rilievo il fatto che la vittima ed il superstite non convivessero o che fossero distanti; tale presunzione impone al terzo danneggiante l'onere di dimostrare che vittima e superstite fossero tra loro indifferenti o in odio, con conseguente insussistenza in concreto dell'aspetto interiore del danno risarcibile (c.d. sofferenza morale) derivante dalla perdita, ma non riguarda, invece, l'aspetto esteriore (c.d. danno dinamico-relazionale), sulla cui liquidazione incide la dimostrazione, da parte del danneggiato, dell'effettività, della consistenza e dell'intensità della relazione affettiva (desunta dalla coabitazione o da altre allegazioni fornite di prova).

Inottemperanza del precedente locatario del rilascio alla scadenza e l’inadempimento del locatore all’obbligazione di consegnare l’immobile 
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Inottemperanza del precedente locatario del rilascio alla scadenza e l’inadempimento del locatore all’obbligazione di consegnare l’immobile 

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|4 marzo 2024| n. 5782.

In tema di locazione ad uso diverso da quello abitativo, l'inottemperanza del precedente locatario all'obbligazione di rilascio alla scadenza del contratto non può essere dedotta quale sopravvenuta impossibilità della prestazione ex art. 1256 c.c. per escludere l'inadempimento del locatore all'obbligazione di consegnare l'immobile al conduttore nel termine pattuito.

Non costituisce errore revocatorio la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata
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Non costituisce errore revocatorio la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5270.

Non costituisce errore revocatorio, ai sensi degli artt. 391-bis, comma 1, e 395, n. 4 c.p.c., la declaratoria di improcedibilità del ricorso per omesso deposito integrale della sentenza impugnata, pur in presenza della trascrizione di quest'ultima nel ricorso e controricorso, in quanto il vizio denunciato attiene all'interpretazione e la valutazione degli atti di causa estranei al rimedio revocatorio.

In materia di contratti e la presupposizione
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In materia di contratti e la presupposizione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5234.

In materia di contratti, si ha presupposizione quando una determinata situazione di fatto o di diritto – comune ad entrambi i contraenti ed avente carattere certo e obiettivo – sia stata elevata dai contraenti stessi a presupposto condizionante il negozio, in modo tale da assurgere a fondamento, pur in mancanza di un espresso riferimento, dell’esistenza ed efficacia del contratto

La ripetizione d’indebito oggettivo è circoscritta tra il “solvens” ed il destinatario del pagamento
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La ripetizione d’indebito oggettivo è circoscritta tra il “solvens” ed il destinatario del pagamento

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5268.

La ripetizione d'indebito oggettivo, che rappresenta un'azione di natura restitutoria e non risarcitoria, a carattere personale, è circoscritta tra il "solvens" ed il destinatario del pagamento, sia che questi lo abbia incassato personalmente, sia che l'incasso sia avvenuto a mezzo di rappresentante. Ne consegue che deve essere esclusa la legittimazione passiva in proprio del rappresentante in un'azione promossa ai sensi dell'art. 2033 c.c., al fine di ottenere la restituzione di somme versate al medesimo in tale specifica qualità, spettando tale legittimazione esclusivamente al rappresentato.

In tema di risarcimento del danno da responsabilità promossa dal curatore fallimentare nei confronti dell’amministratore
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In tema di risarcimento del danno da responsabilità promossa dal curatore fallimentare nei confronti dell’amministratore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5252.

In tema di risarcimento del danno da responsabilità promossa dal curatore fallimentare ex art. 146 l.fall. nei confronti dell'amministratore, il meccanismo di liquidazione del "differenziale dei netti patrimoniali", di cui all'art. 2486, comma 3, c.c., come modificato dall'art. 378, comma 2, del d.lgs. n. 14 del 2019, c.d. codice dell'impresa (CCII), è applicabile, in quanto latamente processuale, anche ai giudizi in corso al momento della entrata in vigore di detta norma, atteso che essa stabilisce non già un nuovo criterio di riparto di oneri probatori, ma un criterio, rivolto al giudice, di valutazione del danno rispetto a fattispecie integrate dall'accertata responsabilità degli amministratori per atti gestori non conservativi dell'integrità e del valore del capitale dopo il verificarsi di una causa di scioglimento della società, salva la deduzione e individuazione di elementi di fatto legittimanti l'uso di un diverso criterio liquidatorio più aderente alla realtà del caso concreto.

Per quanto attiene il mantenimento e la mancata ricerca o accettazione di occupazioni lavorative da parte del coniuge beneficiario
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Per quanto attiene il mantenimento e la mancata ricerca o accettazione di occupazioni lavorative da parte del coniuge beneficiario

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|28 febbraio 2024| n. 5242.

Per quanto attiene il mantenimento del coniuge in separazione non può essere posto a carico del coniuge, che sarebbe obbligato al mantenimento, la mancata ricerca o accettazione di occupazioni lavorative da parte del coniuge beneficiario che pur potendo non si adoperi.

Obbligazioni del comodante ed il mantenimento della qualità di godimento della cosa
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Obbligazioni del comodante ed il mantenimento della qualità di godimento della cosa

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|29 febbraio 2024| n. 5371.

Essendo escluso che il comodante sia assoggettato ad un'obbligazione di consegna della cosa tale da soddisfare un determinato standard qualitativo, è parimenti da escludere che egli sia gravato da un'obbligazione di manutenzione straordinaria, la quale avrebbe senso soltanto se sussistesse un'obbligazione del comodante di mantenere inalterata la qualità del godimento. Né la disposizione di cui all'articolo 1808 del codice civile pone il dovere per il comodatario di effettuare quelle spese, straordinarie, che sono necessarie (ossia indispensabili per la conservazione della cosa), con diritto al rimborso, quando tali spese siano altresì urgenti (e, cioè, quando non vi sia tempo di avvisare il comodante, al quale spetta la decisione se effettuarle o meno, perché nel tempo la cosa correrebbe pericolo di perire o di subire ulteriori danni). In presenza della necessità e urgenza di interventi straordinari sulla cosa, il comodatario è invece solo tenuto a darne avviso al comodante, in ossequio al generale obbligo di custodia sancito

Procedimento civile il fascicolo di parte ed il deposito telematico
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Procedimento civile il fascicolo di parte ed il deposito telematico

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|29 febbraio 2024| n. 5420.

Nella disciplina del deposito telematico non trovano applicazione le regole dettate dall’articolo 74 disp. att. cod. proc. civ. secondo cui il fascicolo di parte è suddiviso in due sezioni, l’una destinata agli atti e l’altra ai documenti, ed il cancelliere, dopo aver controllato la regolarità anche fiscale degli atti e dei documenti, sottoscrive l’indice del fascicolo ogni volta che viene inserito in esso un atto o documento

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Nell’ipotesi di dolo incidente ed il danno risarcibile

Corte di Cassazione, Ordinanza|29 febbraio 2024| n. 5380. civile.

Nell'ipotesi di dolo incidente ex art. 1440 c.c., il danno risarcibile corrisponde al minor vantaggio o al maggior aggravio economico rispetto alle diverse condizioni alle quali sarebbe stato concluso il contratto in mancanza della condotta dolosa, nonché agli ulteriori pregiudizi correlati alla lesione dell'interesse positivo sotteso all'accordo, ove discendenti dalla suddetta condotta alla stregua dell'art. 1223 c.c.