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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 aprile 2012, n. 14880. La rapina si differenzia dall’estorsione poiché in essa il reo sottrae la cosa esercitando sulla vittima una violenza o una minaccia diretta e ineludibile, mentre nell’estorsione emergono gli elementi della coartazione e della consegna, ma non del totale annullamento della capacità del soggetto passivo di determinarsi diversamente dalla volontà dell’estorsore

La massima La rapina si differenzia dall’estorsione poiché in essa il reo sottrae la cosa esercitando sulla vittima una violenza o una minaccia diretta e ineludibile, mentre nell’estorsione emergono gli elementi della coartazione e della consegna, ma non del totale annullamento della capacità del soggetto passivo di determinarsi diversamente dalla volontà dell’estorsore. In sostanza, nell’estorsione...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2012, n. 6519. Il patto di quota lite

  Corte di cassazione – Sezione II – Sentenza 26 aprile 2012, n. 6519. Patto di quota lite   Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2012, n. 6519 Così deciso dalla Suprema  Corte di cassazione con la sentenza in commento,  la quale ha avuto modo di precisare, che, sul piano...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 26 aprile 2012, n. 6526. La responsabilità prevista dall’art. 1337 c.c., oltre che in caso di rottura ingiustificata delle trattative, può derivare anche dalla violazione dell’obbligo di lealtà reciproca

La massima La responsabilità prevista dall’art. 1337 c.c., oltre che in caso di rottura ingiustificata delle trattative, può derivare anche dalla violazione dell’obbligo di lealtà reciproca che si concretizza nella necessità di osservare il dovere di completezza informativa circa la reale intenzione di concludere il contratto, senza che alcun mutamento delle circostanze possa risultare idoneo...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 aprile 2012, n. 12252. La fattispecie di associazione eversiva di cui all’art. 270 bis c.p. .

Suprema Corte di Cassazione sezione V penale sentenza  2 aprile 2012, n. 12252 RILEVATO IN FATTO   B. D., C. A., D. A., C. M., G. B., L. C., M. A., R. D., S. A., S. V., T. M. furono riconosciuti colpevoli, in primo grado (sentenza Corte di assise di Milano del 13.6.2009), del delitto...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 18 aprile 2012, n. 14930. Deve essere qualificato negligente e imprudente il comportamento del medico curante che non valuta i sintomi chiaramente indicativi di una grave patologia cardiaca del paziente, scambiandoli per gastrite, e non prescrive con immediatezza gli occorrenti approfondimenti diagnostici. Ne consegue che il sanitario risponde di omicidio colposo per la morte dello stesso paziente

  La massima Deve essere qualificato negligente e imprudente il comportamento del medico curante che non valuta i sintomi chiaramente indicativi di una grave patologia cardiaca del paziente, scambiandoli per gastrite, e non prescrive con immediatezza gli occorrenti approfondimenti diagnostici. Ne consegue che il sanitario risponde di omicidio colposo per la morte dello stesso paziente,...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 14 aprile 2012, n.14391. La natura giuridica di reato di evento e di danno della fattispecie di cui all’art. 612 bis c.p. (stalking) implica che, ai fini di una pronuncia di condanna, venga accertata la sussistenza del nesso eziologico tra la condotta posta in essere dal soggetto agente e le conseguenze dannose, sotto il profilo psicologico, in capo alla persona offesa.

La massima La natura giuridica di reato di evento e di danno della fattispecie di cui all’art. 612 bis c.p. (stalking) implica che, ai fini di una pronuncia di condanna, venga accertata la sussistenza del nesso eziologico tra la condotta posta in essere dal soggetto agente e le conseguenze dannose, sotto il profilo psicologico, in...

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2012, n. 6273. In caso di morte che segua le lesioni dopo breve tempo, la sofferenza patita dalla vittima durante l’agonia è autonomamente risarcibile, non come danno biologico, ma come danno morale, inteso come sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita, sempre che sofferenza psichica vi sia stata e, dunque, che la vittima sia stata in condizioni tali da percepire il proprio stato

Le massime 1. In caso di morte che segua le lesioni dopo breve tempo, la sofferenza patita dalla vittima durante l’agonia è autonomamente risarcibile, non come danno biologico, ma come danno morale, inteso come sofferenza della vittima che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita, sempre che sofferenza psichica vi sia stata e, dunque, che...

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Corte di Cassazione, sezione V, sentenza n. 11639 del 27 marzo 2012. La consumazione del reato di impedito controllo (articolo 2625 del c.c.) si perfeziona pertanto con il verificarsi dell’evento di danno, necessariamente successivo alla condotta dell’impedimento del controllo, e il termine per la proposizione della querela decorre solo dal momento in cui il danneggiato ha conoscenza certa del fatto-reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva.

  SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V Sentenza 27 marzo 2012, n. 11639 Fatto e diritto Hanno proposto ricorso per cassazione, contro la sentenza della Corte di appello di Catania del 17 novembre 2010 emessa nei confronti di (…), sia il Procuratore Generale di Catania, che la parte civile (…) che, infine lo stesso imputato...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 12517 del 3 aprile 2012. I comportamenti denigratori e vessatori del “capo” sul luogo di lavoro nei confronti dei dipendenti integrano il reato di violenza privata

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 12517 del 3 aprile 2012 Fatto e Diritto 1. Il Tribunale di Lecce/Casarano con sentenza in data 1.12.2005 condannava L.R. e C.R. per il delitto di cui all’art. 572 c.p, in danno di A.P. Il primo era titolare di un calzaturificio, il secondo suo padre, la P....

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Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 20 aprile 2012, n. 6263. Compravendita ed appalto. Il riconoscimento dei vizi

Le massime 1. Il principio di diritto secondo cui l’impegno del debitore di eliminare i vizi che rendano il bene inidoneo all’uso cui è destinato (ovvero che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore economico) di per sé non dà vita ad una nuova obbligazione estintiva – sostitutiva dell’originaria obbligazione di garanzia, ma consente al...