La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione
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La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova per l’usucapione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|11 gennaio 2024| n. 1121.

La sola coltivazione del fondo agricolo altrui  non è sufficiente a fornire prova del possesso uti dominus del bene e conseguentemente del possesso utile ai fini dell’usucapione.

Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto
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Cassazione il ricorso deve essere proposto a pena di inammissibilità con unico atto

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|10 gennaio 2024| n. 917.

In tema di giudizio per cassazione, il ricorso deve essere proposto, a pena di inammissibilità, con unico atto avente i requisiti di forma e contenuto di cui all'art. 366 c.p.c., sicché, in virtù del principio della consumazione del diritto d'impugnazione, la parte che, dopo la proposizione di un ricorso per cassazione nei suoi confronti, abbia a sua volta proposto autonoma impugnazione, da ritenersi convertita in ricorso incidentale, non può con il controricorso proporre nuova impugnazione incidentale, ancorché intenda indicare nuovi motivi o colmare la mancanza di taluno degli elementi prescritti a pena di invalidità.

Il giudizio di merito che segue un procedimento cautelare è del tutto autonomo
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Il giudizio di merito che segue un procedimento cautelare è del tutto autonomo

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza, 11 gennaio 2024, n. 1120.

Posto che un procedimento dichiarativo da vita ad una decisione che accerta un diritto e pronuncia una condanna, mentre il procedimento cautelare si limita all’emissione delle misure necessarie a conservare l’utilità del giudizio dichiarativo che ne segue. Pertanto, il giudizio di merito che segue un procedimento cautelare è del tutto autonomo e non dipende in alcun modo dal cautelare, dall’esito o dalle forme.

Provvigione mediazione e modifica del preliminare con la stipula di un nuovo contratto preliminare
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Provvigione mediazione e modifica del preliminare con la stipula di un nuovo contratto preliminare

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 680.

Il diritto del mediatore alla provvigione per l'avvenuta conclusione dell'affare non viene meno qualora un primo contratto preliminare, già perfezionatosi con l'accettazione di una proposta irrevocabile di acquisto, sia successivamente modificato con la stipula di un nuovo contratto preliminare, questa volta sottoposto a una condizione sospensiva non verificatasi.

Società di capitali e la giusta causa per la revoca dell’amministratore
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Società di capitali e la giusta causa per la revoca dell’amministratore

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|8 gennaio 2024| n. 435.

In tema di società di capitali, la giusta causa per la revoca dell’amministratore può consistere non solo in fatti integranti un significativo inadempimento degli obblighi derivanti dall’incarico, ma anche in fatti che minino il “pactum fiduciae”, laddove oggettivamente idonei a far venir meno l’affidamento riposto al momento della nomina sulle attitudini e capacità dell’amministratore. Tuttavia, la ricorrenza di mere esigenze di auto-organizzazione della struttura societaria è estranea alla nozione di giusta causa legittimante il recesso della società, laddove non accompagnata da circostanze o fatti idonei ad influire negativamente sulla prosecuzione del rapporto e ad elidere tale affidamento

Il principio di immedesimazione organica e la pubblica amministrazione
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Il principio di immedesimazione organica e la pubblica amministrazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 865.

In virtù del principio di immedesimazione organica, la pubblica amministrazione è civilmente responsabile in via diretta della condotta penalmente rilevante posta in essere dai propri dipendenti o funzionari nell'esercizio delle potestà istituzionali dell'ente, essendo conseguentemente ammissibile l'azione di regresso condotta, nei suoi confronti, da parte di altre amministrazioni solidalmente responsabili in via indiretta.

Giudizio di cassazione ed il deposito da parte del ricorrente di copia della sentenza impugnata priva del numero di pubblicazione
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Giudizio di cassazione ed il deposito da parte del ricorrente di copia della sentenza impugnata priva del numero di pubblicazione

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 865.

In tema di giudizio di cassazione, il deposito da parte del ricorrente di copia della sentenza impugnata, priva del numero di pubblicazione, non determina l'improcedibilità del ricorso ove dalla stessa sia possibile desumere gli elementi sufficienti per la relativa identificazione, quali la data di deliberazione e il numero di ruolo del giudizio di merito.

Obbligo del giudice di stimolare il contraddittorio sulle questioni rilevate d’ufficio
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Obbligo del giudice di stimolare il contraddittorio sulle questioni rilevate d’ufficio

Corte di Cassazione, civile, Sentenza|9 gennaio 2024| n. 822.

L'obbligo del giudice di stimolare il contraddittorio sulle questioni rilevate d'ufficio, stabilito dall'art. 101, comma 2, c.p.c., non riguarda le questioni di solo diritto, ma quelle di fatto ovvero quelle miste di fatto e di diritto, che richiedono non una diversa valutazione del materiale probatorio, bensì prove dal contenuto diverso rispetto a quelle chieste dalle parti ovvero una attività assertiva in punto di fatto e non già mere difese.

Liquidazione dei compensi e determinazione del valore della controversia secondo il criterio del decisum
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Liquidazione dei compensi e determinazione del valore della controversia secondo il criterio del decisum

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 688.

In tema di liquidazione dei compensi per l'esercizio della professione forense, nella determinazione del valore della controversia secondo il criterio del decisum, laddove la sentenza di secondo grado abbia riconosciuto all'appellante una somma maggiore di quella tributatagli dal primo giudice, il decisum, con riguardo alla controversia complessivamente considerata, va parametrato a quello del giudice dell'impugnazione, in virtù dell'effetto sostitutivo tipico dell'appello.

Opposizione agli atti esecutivi e deduzione della violazione di norme processuali
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Opposizione agli atti esecutivi e deduzione della violazione di norme processuali

Corte di Cassazione, civile, Ordinanza|9 gennaio 2024| n. 903.

L'opposizione agli atti esecutivi con cui si censura un vizio meramente formale è, di regola, inammissibile se l'opponente non deduce le ragioni per le quali l'erronea applicazione della regola processuale ha determinato una lesione del suo diritto di difesa o un altro pregiudizio incidente sull'andamento o sull'esito del processo; fa eccezione il caso in cui la violazione delle norme processuali abbia comportato, con immediata evidenza, la definitiva soppressione delle prerogative difensive riconosciute alla parte in relazione alle peculiarità del processo esecutivo.