Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 24 marzo 2015, n. 12514 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 marzo 2015, n. 12695. L’articolo 78 c.p.p., comma 1, lettera e), richiede, a pena di inammissibilita’, la sottoscrizione del difensore in calce all’atto di costituzione di parte civile e, a tal fine, deve ritenersi sufficiente anche la sottoscrizione apposta dal difensore in calce al mandato conferitogli dalla parte privata ai fini di detta costituzione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 25 marzo 2015, n. 12695 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DUBOLINO Pietro – Presidente Dott. DE BERARDINIS Silvana – Consigliere Dott. MICCOLI G. – rel. Consigliere Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 30 marzo 2015, n. 13505. Le investigazioni difensive possono essere svolte senza limiti temporali in qualsiasi stato e grado del procedimento e possono essere prodotte anche nel giudizio abbreviato. Questo è quanto affermato dalla Cassazione che ha così segnato un punto a favore delle indagini difensive escludendo che queste possano essere prodotte e, dunque, utilizzate solo in caso di richiesta di rito abbreviato condizionato a integrazione probatoria.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 30 marzo 2015, n. 13505 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SAVANI Piero – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio – Consigliere Dott. LIGNOLA Ferdinand...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 marzo 2015, n. 12924. In caso di confisca diretta del prezzo del reato, prevista come obbligatoria dall’articolo 240, comma 2°, n. 1, del Cp, sussiste contrasto interpretativo in ordine all’applicabilità della misura in caso di estinzione del reato, che va rimesso alle sezioni Unite. Infatti, nell’ambito dell’orientamento secondo cui nel caso in cui il prezzo del reato sia costituito dal denaro deve procedersi alla confisca in forma diretta (sezioni Unite, 30 gennaio 2014, Gubert), si contrappongono due tesi. Secondo la prima, la natura di misura di sicurezza patrimoniale della confisca, presupporrebbe necessariamente la condanna, in quanto la misura ablativa è prevista non in ragione dell’intrinseca illiceità della cosa, bensì in forza del suo peculiare collegamento con il reato, il cui positivo accertamento ne è necessario presupposto. Seconda l’altra tesi, sarebbe invece possibile applicare la confisca obbligatoria pur nell’ipotesi di estinzione del reato, in forza del combinato disposto degli articoli 210 e 236 del Cp, norme specificamente dedicate alle misure di sicurezza che, in relazione alla confisca, prevedono una deroga al principio stabilito dal citato articolo 210 del Cp, secondo cui l’estinzione del reato impedisce l’applicazione delle misure di sicurezza; con la precisazione, peraltro, che la possibilità di disporre la confisca in relazione a un reato prescritto, è subordinata al fatto che vi sia stato un effettivo accertamento dei profili di responsabilità, cosicché sarebbe pur sempre preclusa la misura di sicurezza nei casi in cui l’estinzione del reato per prescrizione maturi prima del promovimento dell’azione penale, ovvero quando l’estinzione sia dichiarata nell’udienza preliminare o con sentenza emessa ai sensi dell’articolo 129 del Cpp, ipotesi in cui difetta ogni tipo di accertamento in ordine alla responsabilità dell’imputato
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 marzo 2015, n. 12924 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 marzo 2015, n. 13799. Sussiste la potenziale responsabilità civile della pubblica amministrazione per le condotte dei propri dipendenti che sfruttando l’adempimento di funzioni pubbliche a essi attribuite, e in esclusiva ragione di un tale contatto, tengano condotte, anche di rilevanza penale e pur volte a conseguire finalità esclusivamente personali, che cagionino danni a terzi, ogniqualvolta le condotte che cagionano danno risultino non imprevedibili. Con questa affermazione la Cassazione ha delineato il collegamento tra la responsabilità penale del dipendente pubblico e la responsabilità civile della pubblica amministrazione in caso di danni arrecati a terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 31 marzo 2015, n. 13799 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PAOLONI Giacomo – Presidente Dott. LEO Guglielmo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – rel. Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 aprile 2015, n. 14112. La disciplina della messa alla prova – pur volendo tale normativa riconoscere agli imputati la possibilità di procedere ad una “risocializzazione” e comunque di accedere ad procedimento di “rieducazione” – non attribuisce un diritto assoluto per l’imputato di accedere a tale procedura condizionato alla sola richiesta dell’imputato stesso ma prevede pur sempre l’esercizio di un potere valutativo del giudice che deve inserirsi nel più ampio quadro della situazione personale dell’imputato nonché della situazione processuale nella quale verrebbe ad operare l’istituto della sospensione (parziale) del processo
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 aprile 2015, n. 14112 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GENTILE Mario – Presidente Dott. TADDEI Margheri – Consigliere Dott. MANNA Antonio – Consigliere Dott. ALMA M.M – rel. Consigliere Dott. CARRELLI P.D.M....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 aprile 2015, n. 14078. Per il principio di «autosufficienza del ricorso» in Cassazione, chi deduca il vizio di motivazione della sentenza impugnata «rispetto ad uno specifico documento o risultanza probatoria o comunque processuale», ha l’onere di riprodurre in seno al ricorso, o allegare ad esso, l’atto nella sua integralità
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 aprile 2015, n. 14078 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Ciro – Presidente Dott. CAMMINO Matilde – Consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo – Consigliere Dott. LOMBARDO Luigi – rel. Consigliere Dott. VERGA...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 7 aprile 2015, n. 14065. Ricorre il “periculum in mora”, presupposto del sequestro conservativo, se il rischio di perdita delle garanzie del credito sia apprezzabile in relazione a concreti e specifici elementi riguardanti, da un lato, l’entità del credito e la natura del bene oggetto del sequestro e, dall’altro, la situazione di possibile depauperamento del patrimonio del debitore, da porsi in relazione con la composizione del patrimonio stesso, con la capacità reddituale e con l’atteggiamento in concreto assunto dal debitore medesimo
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 7 aprile 2015, n. 14065 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CONTI Giovanni – Presidente Dott. PAOLONI Giacomo – Consigliere Dott. CITTERIO Carlo – Consigliere Dott. MOGINI Stefano – Consigliere Dott. DI STEFANO...
Corte di Cassazione, sezione I, 13 marzo 2015, n. 11008. Ai fini della valutazione di appartenenza ad una associazione mafiosa non è rilevante la mera indicazione circa la qualità formale di affiliato, ma la possibilità di attribuire al soggetto in questione la realizzazione di un qualsivoglia apporto alla vita dell’associazione stessa, tale da far ritenere avvenuto il suo inserimento con carattere di stabilità e di consapevolezza soggettiva
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 13 marzo 2015, n. 11008 In fatto e in diritto 1. Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria con ordinanza del 4 luglio 2014 ha confermato il titolo cautelare emesso dal GIP del locale Tribunale in data 23 maggio 2014 nei confronti di A.V. classe (…). Il...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 27 marzo 2015, n. 13027. Rapporto fra aggiotaggio e reati fallimentari; se il rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio ha l’effetto di far affluire maggiori risorse nelle casse della società, piuttosto che svuotarle, tale reato, di per se solo, non può determinare una responsabilità per il concorrente reato di bancarotta, salvo che non si dimostri che la sua commissione si inserisce, anche sotto il profilo soggettivo del suo autore, nel più ampio disegno di condotte illecite (distrazioni, falsità documentali, etc.) culminate con il fallimento della società
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 marzo 2015, n. 13027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi – rel. Consigliere Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere Dott. BONI...