Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza del 24 novembre 2015, n. 46599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VECCHIO Massimo – Presidente – Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere – Dott. BONITO F. M. S. – rel. Consigliere – Dott....
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 dicembre 2015, n. 49579. In tema di atti sessuali con minorenne, l’attenuante speciale prevista dall’art. 609-quater, quarto comma, cod. pen., non può essere esclusa sulla scorta della valutazione dei medesimi elementi costitutivi della fattispecie criminosa (età della vittima e atto sessuale), essendo, invece, necessario considerare tutte le caratteristiche oggettive e soggettive del fatto che possono incidere in termini di minore lesività rispetto al bene giuridico tutelato. Siccome la minore gravità del fatto può ravvisarsi in presenza dì una più lieve compromissione della libertà sessuale della vittima e dello sviluppo del minore, resta fermo che deve farsi riferimento al fatto nella sua globalità con la precisazione che, nell’utilizzare i parametri di cui all’art. 133 cod. pen., (ai fini del riconoscimento dell’attenuante speciale in parola), si deve avere riguardo solo agli elementi di cui al primo comma in quanto, quelli del secondo comma, possono essere impiegati solo per la commisurazione complessiva della pena. Invero, poiché l’attenuante in parola non risponde ad esigenze di adeguamento dei fatto alla colpevolezza del reo, ma concerne la minore lesività del fatto in concreto rapportata al bene giuridico tutelato, assumono particolare importanza: la qualità dell’atto compiuto (più che la quantità di violenza fisica, se dei caso esercitata), il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni (fisiche e mentali) di quest’ultima, le caratteristiche psicologiche (valutate in relazione all’età), l’entità della compressione della libertà sessuale ed il danno arrecato alla vittima anche in termini psichici
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 dicembre 2015, n. 49579 Ritenuto in fatto 1. S.G. ricorre per cassazione impugnando la sentenza emessa in data 31 gennaio 2014 dalla Corte di appello di Catania che ha confermato quella emessa, a seguito di giudizio abbreviato, dal giudice dell’udienza preliminare presso il tribunale della medesima città...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 47197. La bancarotta documentale postfallimentare si perfeziona indipendentemente dall’impossibilità di ricostruire la contabilità dell’impresa, in quanto l’evento della non ricostruibilità non è riferito a dette ipotesi (sottrazione, distruzione o falsificazione), ma soltanto alla quarta, che concerne l’omessa o irregolare tenuta dei libri contabili
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 47197 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. BRUNO Paolo Antonio – Consigliere Dott. CATENA Rossella – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 27 novembre 2015, n. 47195. Il “grave stato di ansia o di paura” e il “fondato timore per la propria incolumità”, quali eventi del reato di atti persecutori, possono essere desunti dalla gravità degli episodi che compongono la condotta tipica e ritenersi provati anche ove non siano stati ammessi dalla vittima
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 27 novembre 2015, n. 47195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – rel. Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. AMATORE...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 27 novembre 2015, n. 47039. ll reato permanente non impedisce l’applicazione della nuova causa di non punibilità per tenuità del fatto. E neppure il concorso formale di reati
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 27 novembre 2015, n. 47039 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. RAMACCI Luca – rel. Consigliere Dott. DI STASI Antonella – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 26 novembre 2015, n. 47027. In tema di patrocinio a spese dello Stato, è illegittima la declaratoria di inammissibilità dell’istanza di ammissione al patrocinio motivata per essere stata la stessa depositata senza il rispetto delle formalità di legge (nella specie allegata alla denuncia querela presentata alla Procura della Repubblica e non mediante deposito nella cancelleria del magistrato presso il quale pendeva il processo, benché a questi indirizzata), ciò in quanto nessuna sanzione d’inammissibilità è prevista dalla legge, trattandosi di una irregolarità priva di rilievo che comporta l’obbligo della mera trasmissione all’ufficio preposto alla ricezione della istanza
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 26 novembre 2015, n. 47027 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusep – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. MENICHETTI Carla – rel. Consigliere Dott. GIANNITI Pasquale – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 novembre 2015, n. 46857. L’utilizzazione nella dichiarazione fiscale di fatture per operazioni solo soggettivamente inesistenti integra la fattispecie di reato contestata in via cautelare e legittima, a condizioni esatte, il sequestro, anche per equivalente, finalizzato alla confisca del prezzo, del prodotto o del profitto del reato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 novembre 2015, n. 46857 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FRANCO Amedeo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. ROSI Elisabetta – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza dell’1 dicembre 2015, n. 47544. La particolare tenuità del fatto, di cui all’art. 131 – bis c.p., introdotto dal D.Lgs. 16 marzo 2015, n. 28, è esclusa dalla “abitualità” del comportamento. La stessa norma chiarisce che il comportamento è abituale nel caso in cui si tratti di reati che abbiano ad oggetto condotte plurime, abituali e reiterate
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza dell’1 dicembre 2015, n. 47544 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente – Dott. ZAZA Carlo – Consigliere – Dott. SETTEMBRE Antonio – rel. Consigliere – Dott. GUARDIANO...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43315. In tema di ricorso per cassazione, la regola ricavabile dal combinato disposto dell’art. 606 c.p.p., comma 3 e art. 609 c.p.p., comma 2 – secondo cui non possono essere dedotte in cassazione questioni non prospettate nei motivi di appello, tranne che si tratti di questioni rilevabili di ufficio in ogni stato e grado del giudizio o di quelle che non sarebbe stato possibile dedurre in grado d’appello – trova la sua “ratio” nella necessità di evitare che possa sempre essere rilevato un difetto di motivazione della sentenza di secondo grado con riguardo ad un punto del ricorso, non investito dal controllo della Corte di appello, perchè non segnalato con i motivi di gravame. D’altra parte “l’obbligo di motivazione da parte del Giudice di appello sussiste soltanto in relazione a quanto dedotto con l’atto di impugnazione o, se si tratta del mancato esercizio di un potere esercitabile di ufficio – come quello relativo alla concessione di benefici ai sensi dell’art. 597 c.p.p., comma 5 anche in relazione a quanto dedotto e richiesto in sede di discussione. Peraltro, perchè sussista l’obbligo della motivazione, è necessario che la richiesta non sia generica ma in qualche modo giustificata con riferimento a dati di fatto astrattamente idonei all’accoglimento della richiesta stessa
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza del 27 ottobre 2015, n. 43315 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIANDANESE Franco – Presidente – Dott. GALLO Domenic – Consigliere – Dott. CERVADORO Mirella – Consigliere – Dott. AGOSTINACCHIO L....
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 25 novembre 2015, n. 46797. Nullo il decreto di archiviazione se è omessa la comunicazione della richiesta del PM alla persona offesa che ha fatto istanza di essere avvisata. Dalla connotazione di eventuale plurioffensività del delitto di peculato, in ragione del vulnus inferto al concorrente interesse del privato danneggiato dalla condotta appropriativa del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio, discende, pertanto, che il soggetto al quale tale condotta abbia arrecato un danno riveste la qualità di persona offesa dal reato, legittimata in quanto tale a proporre opposizione avverso la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, in applicazione degli artt. 408 e 410 cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 25 novembre 2015, n. 46797 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. AGRO’ Antonio – Presidente Dott. ROTUNDO Vincenzo – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – rel. Consigliere Dott....