SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 19 marzo 2015, n. 11498 Ritenuto in fatto Con ordinanza del 13.6.2014 il Tribunale di Macerata rigettava la richiesta di riesame avverso il decreto di perquisizione e sequestro probatorio delle scritture e in genere di tutta la documentazione contabile della società EFFEMME emesso l’8.5.2014 nel procedimento penale n....
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 aprile 2015, n. 17428. E’ punibile, ai sensi dell’art. 707 c.p. (possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli), anche il possesso di due martelletti frangivetro, che hanno come funzione tipica la rottura del vetro, che costituisce una condotta tipica integrante, in un contesto delittuoso, l’effrazione. Infatti, non si può mettere in dubbio la rilevanza penalistica di forzature, o effrazioni, che, anche non coinvolgendo delle serrature intese in senso proprio e stretto, «con attribuzione di senso secondo il linguaggio comune e non giuridico», interessino comunque gli accessi chiusi
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 aprile 2015, n. 17428 Ritenuto in fatto Con la sentenza oggi impugnata la Corte di appello di Roma ha confermato la sentenza del tribunale della medesima città in data 23.12.2011 di condanna di C.P. per i delitti di cui agli artt. 648 e 707 cod. pen. Contro...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 aprile 2015, n. 17684. Il reato di guida in stato di ebbrezza può essere commesso attraverso la conduzione di una bicicletta, a tal fine rivestendo un ruolo decisivo la concreta idoneità dei mezzo usato a interferire sulle generali condizioni di regolarità e di sicurezza della circolazione stradale. In merito alla contravvenzione di ubriachezza punita dall’art.688 cod. pen., che concorre con il reato di guida in stato di ebbrezza punito dall’art.186 cod. strada, data la diversità degli interessi giuridici rispettivamente tutelati dalle due norme; anche sotto tale profilo, data la necessità di garantire la sicurezza della circolazione sulle strade e l’incolumità di chi vi si trova, risulta chiara l’inconferenza delle argomentazioni svolte nel ricorso
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 aprile 2015, n. 17684 Ritenuto in fatto 1. La Corte di Appello di Milano, con sentenza del 21/05/2014, ha confermato la pronuncia emessa in data 28/06/2013 dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Milano, che aveva dichiarato D.B.A.A. colpevole del reato di cui all’art.186,...
Corte di Cassazione, s.u.p., sentenza 24 aprile 2015, n. 17325. Il luogo di consumazione del delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, di cui all’art. 615-ter cod. pen., è quello nel quale si trova il soggetto che effettua l’introduzione abusiva o vi si mantiene abusivamente
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 24 aprile 2015, n. 17325 Ritenuto in fatto 1. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli ha esercitato l’azione penale nei confronti di R.M. e S.G. in ordine al reato previsto dagli artt. 81, 110, 615-ter, secondo e terzo comma, cod. pen., perché, in concorso tra loro...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 28 aprile 2015, n. 17715. La condotta di partecipazione ad un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti non è integrata dalla mera disponibilità eventualmente manifestata nei confronti di un singolo associato, quand’anche di livello apicale, né dalla condivisione ideale o di intenti, essendo, invece, indispensabile la volontaria, consapevole realizzazione di concrete attività funzionali, apprezzabili come effettivo ed operativo contributo all’esistenza e al rafforzamento dell’associazione. Il dolo del delitto di associazione a delinquere è dato dalla coscienza e volontà di partecipare attivamente alla realizzazione dell’accordo e quindi del programma delittuoso in modo stabile e permanente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 28 aprile 2015, n. 17715 Ritenuto in fatto 1 Con ordinanza 6.8.2014 il Tribunale di Catania ha rigettato la richiesta di riesame proposta nell’interesse di contro l’ordinanza dei GIP che aveva applicato nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, in relazione al reato di associazione...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 aprile 2015, n. 17690. Il reato di fuga previsto dall’art. 189, comma sesto del nuovo codice della strada, è un reato omissivo di pericolo, per la cui configurabilità è richiesto il dolo, che deve investire essenzialmente l’inosservanza dell’obbligo di fermarsi in relazione all’evento dell’incidente concretamente idoneo a produrre eventi lesivi alle persone, e non anche l’esistenza di un effettivo danno per le stesse. Il reato in parola si consuma con l’allontanamento dal luogo del sinistro e risulta pertanto irrilevante ai fini della integrazione della fattispecie tipica l’eventuale ritorno di chi si sia inequivocabilmente allontanato o il suo presentarsi presso gli uffici delle forze dell’ordine. Nel reato di omissione di soccorso il dolo deve investire non solo l’evento dell’incidente, ma anche il danno alle persone e la necessità del soccorso.La consapevolezza che la persona coinvolta nell’incidente ha bisogno di soccorso può assumere la forma del dolo eventuale, che si configura normalmente in relazione all’elemento volitivo, ma che può attenere anche all’elemento intellettivo, quando l’agente consapevolmente rifiuti di accertare la sussistenza degli elementi in presenza dei quali il suo comportamento costituisce reato, accettandone per ciò stesso l’esistenza
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 aprile 2015, n. 17690 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di Appello di Brescia ha riformato unicamente sul punto concernente il beneficio della non menzione della condanna, che ha concesso, la pronuncia emessa nei confronti di S.M. dal Tribunale di Brescia,...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 14 aprile 2015, n. 15232. Nelle udienze camerali, il mancato accoglimento della richiesta di rinvio da parte del legale che si astenga per uno sciopero di categoria comporta una nullità a regime intermedio della sentenza, non essendo l’assistenza del difensore obbligatoria. Tuttavia, il diritto al rinvio non sorge qualora la richiesta provenga unicamente dal difensore della parte civile, o persona offesa, e non anche dall’avvocato dell’indagato, dovendosi privilegiare la scelta di perseguire la celerità del processo
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 14 aprile 2015, n. 15232 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. ESPOSITO Antonio – Consigliere Dott. MILO Nicola – Consigliere Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – rel....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 14 aprile 2015, n. 15236. In tema di reati tributari, non è sufficiente ad integrare il reato di indebita compensazione, previsto dall’art. 10 quater, d.lgs. n. 74 del 2000, un mancato versamento ma occorre che lo stesso risulti, a monte, formalmente “giustificato” da una operata compensazione tra le somme dovute all’Erario e crediti verso il contribuente, in realtà non spettanti od inesistenti
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 14 aprile 2015, n. 15236 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 aprile 2015, n. 14576. Pur a seguito delle modifiche dal D.L. n. 92 del 2014, poi convertito con modificazioni dalla L. n. 117 del 2014, nel caso di impossibilità di mantenimento della misura di massimo rigore, il giudice deve verificare la praticabilità di diverse e più attenuate forme di restrizione nel perdurare di esigenze cautelari già ravvisate
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 aprile 2015, n. 14576 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. OLDI Paolo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. MICHELI Pao – rel. Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 13 aprile 2015, n. 14960. Nessuna scriminante per l’extracomunitario che maltratti (fino alla violenza sessuale) la moglie, e neghi le risorse per il sostentamento dei figli, invocando l’esimente putativa dell’esercizio di un diritto, in quanto tali condotte sarebbero ammesse nel proprio paese improntato ad una diversa cultura
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 13 aprile 2015, n. 14960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio Felice – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. SCARCELLA Alessio – Consigliere Dott....