Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 27 aprile 2015, n. 17412 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI TOMASSI Maria Stefani – Presidente Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott. MAZZEI Antonella P. – Consigliere Dott. CASA Filippo – rel....
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 11 maggio 2015, n. 19293. L’elemento intenzionale del reato di danneggiamento può sussistere nella forma del dolo eventuale, che si configura quando l’agente si sia rappresentato, come probabile o possibile, anche un evento diverso da quello voluto e, ciò nonostante, abbia agito ugualmente accettando il rischio dei suo verificarsi. In tale caso non può farsi luogo all’applicazione dell’art. 83 cod. pen. (evento diverso da quello voluto dall’agente), in quanto l’ipotesi di responsabilità per colpa è configurabile allorquando l’evento diverso, anche se preveduto, non è voluto dall’agente
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 11 maggio 2015, n. 19293 Considerato in fatto 1. La Corte di appello di Trento con sentenza in data 22 febbraio 2013 ha confermato la sentenza emessa il 10 novembre 2011 dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Trento che, all’esito del giudizio abbreviato, aveva dichiarato B.M. colpevole...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 aprile 2015, n. 16991. Al fine della qualificazione del fatto quale lesione personale o quale tentato omicidio
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 23 aprile 2015, n. 16991 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 27 novembre 2012 il Tribunale di Civitavecchia ha dichiarato P.A.C. responsabile del reato di tentato omicidio in danno di D.M. , che aveva attinto più volte all’addome e al torace con un coltello, provocandogli ferite multiple...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 23 aprile 2015, n. 17014. La richiesta del detenuto di essere spostato in una cella non fumatori è pienamente legittima in quanto attinente alla tutela della salute. La domanda, infatti, non può essere dichiarata inammissibile perché investe un aspetto strettamente correlato alla tutela del diritto alla salute
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 23 aprile 2015, n. 17014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. CAIAZZO Luigi Pietro – Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott. BONI Monica – Consigliere Dott. MAGI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 11 maggio 2015, n. 19335. In tema di emissione di fatture per operazioni inesistenti, oggi prevista dall’art. 8 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, il regime derogatorio previsto dal successivo art.9, se esclude la possibilità di concorso reciproco fra i reati previsti dagli artt. 2 (dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e 8 (emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti), non introduce per questa seconda ipotesi delittuosa alcuna deroga ai principi generali in tema di concorso di persone nel reato fissati dall’art. 110 cod.pen.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 11 maggio 2015, n. 19335 Ritenuto in fatto 1. M.A. ha proposto appello avverso la sentenza della Corte d’appello di MILANO emessa in data 10/02/2014, depositata in data 5/03/2014, con cui veniva parzialmente riformata la sentenza del tribunale di MILANO del 31/10/2012, dichiarando non doversi procedere nei suoi...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 aprile 2015, n. 17101. Nel giudizio di cassazione l’imputato non può chiedere la sospensione del procedimento con la messa alla prova di cui all’art. 168-bis cod. pen., nè può altrimenti sollecitare l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio al giudice di merito, per l’incompatibilità del nuovo istituto con il sistema delle impugnazioni e per la mancanza di una specifica disciplina transitoria
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 aprile 2015, n. 17101 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ZAZA Carlo – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. DE...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 8 maggio 2015, n. 19174. Laddove vi siano specifici elementi dai quali possa essere desunta l’effettiva volontà di divulgazione di file a contenuto pedopornografico, la presenza di tali file nella cartella di condivisione di un programma di file sharing integra il reato di cui all’art. 600 ter, terzo comma, cod. pen. La sussistenza del reato deve, infatti, essere esclusa nel caso della semplice utilizzazione per l’acquisizione via Internet di detto materiale di programmi di file sharing che comportino, durante l’acquisizione stessa, la condivisione dei file con altri utenti, solo qualora manchino ulteriori elementi dai quali desumere la volontà dell’agente di divulgare tale materiale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 8 maggio 2015, n. 19174 Ritenuto in fatto 1. – Con sentenza del 5 dicembre 2013, la Corte d’appello di Milano ha confermato la sentenza del Gip del Tribunale di Milano del 20 giugno 2013, con la quale l’imputato era stato condannato alla pena di anni 1 e...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 24 aprile 2015, n. 17175. In tema di restituzione nel termine ex art. 175 c.p.p., è onere dell’imputato offrire la dimostrazione circa il momento in cui è venuto a conoscenza del provvedimento mentre spetta al giudice verificare che lo stesso non abbia avuto tempestiva cognizione dello stesso, pur rimanendo a carico dell’istante le conseguenze del mancato superamento dell’incertezza circa l’effettiva conoscenza del provvedimento ritualmente notificato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 24 aprile 2015, n. 17175 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. D’ISA Claudio – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marc – rel. Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 7 maggio 2015, n. 19055. Per la configurazione del reato di concorso inrissa, è necessario e sufficiente che, nella violenta contesa, vi siano gruppi contrapposti, con volontà vicendevole di attentare all’altrui incolumità personaleIl reato di rissa è configurabile anche nel caso in cuì i partecipanti non siano stati coinvolti tutti contemporaneamente nella colluttazione e l’azione si sia sviluppata in varie fasi e si sia frazionata in distinti episodi, tra i quali non vi sia stata alcuna apprezzabile soluzione di’ continuità, essendosi tutti seguiti in rapida successione, in modo da saldarsi in un’unica sequenza di eventi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 maggio 2015, n. 19055 Ritenuto in fatto 1. Il Tribunale di Chieti, con sentenza confermata dalla Corte di appello di L’Aquila in data 20/1/2014, all’esito di giudizio abbreviato, ha condannato C.L. per aver partecipato ad una rissa, in cui riportava lesioni lo stesso C.. Secondo la ricostruzione...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 7 maggio 2015, n. 19075. In tema di elemento soggettivo del reato, il dolo eventuale ricorre quando l’agente si sia chiaramente rappresentata la significativa possibilità di verificazione dell’evento concreto e ciò nonostante, dopo aver considerato il fine perseguito e l’eventuale prezzo da pagare, si sia determinato ad agire comunque, anche a costo di causare l’evento lesivo, aderendo ad esso, per il caso in cui si verifichi; ricorre invece la colpa cosciente quando la volontà dell’agente non è diretta verso l’evento ed egli, pur avendo concretamente presente la connessione causale tra la violazione delle norme cautelare e l’evento illecito, si astiene dall’agire doveroso per trascuratezza, imperizia, insipienza, irragionevolezza o altro biasimevole motivo
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 7 maggio 2015, n. 19075 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza dei 17/10/2013 il Tribunale di Prato ha confermato la decisione di primo grado che aveva condannato alla pena di giustizia e al risarcimento dei danni S.B., avendolo ritenuto responsabile dei reati di cui agli artt. 81, 594...