SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 26 maggio 2015, n. 22042 Ritenuto in fatto C.R.E. veniva tratto a giudizio dinanzi al Tribunale di Chieti per rispondere: a) del reato di cui all’art. 481 cod. pen., perché, nella sua qualità di medico curante di M.D. , nel certificato medico anamnestico emesso in funzione del successivo...
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 giugno 2015, n. 24937. La fattispecie di favoreggiamento, di cui all’art. 3 n. 8 legge 75/58 si perfeziona favorendo “in qualsiasi modo” la prostituzione altrui, al punto da non essere neppure necessaria una condotta attiva, ma essendo sufficiente ogni forma di interposizione agevolativa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 giugno 2015, n. 24937 Ritenuto in fatto 1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato – Si procede nei confronti del ricorrente per favoreggiamento della prostituzione di una donna, V.T. , alla quale egli era legato sentimentalmente. Detto, in estrema sintesi, secondo l’accusa, la condotta incriminata sarebbe consistita nel...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 12 giugno 2015, n. 24865. Ai fini della configurabilità dell’esigenza cautelare di cui all’art. 274, comma primo, lett. c), cod. proc. pen., il concreto pericolo di reiterazione dell’attività criminosa può essere desunto anche dalla molteplicità dei fatti contestati, in quanto la stessa, considerata alla luce delle modalità della condotta concretamente tenuta, può essere indice sintomatico di una personalità proclive al delitto, indipendentemente dall’attualità di detta condotta e quindi anche nel caso in cui essa sia risalente nel tempo
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 12 giugno 2015, n. 24865 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Messina, sezione per il riesame, ha rigettato l’istanza di riesame proposta nell’interesse di C.G. avverso l’ordinanza emessa il 17/20.12.2014 dal Giudice per le indagini preliminari presso il medesimo Tribunale, con la...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 15 giugno 2015, n. 24895. Integra il reato di violenza sessuale e non quello di molestia sessuale il toccamento non casuale dei glutei, anche se sopra i vestiti, essendo configurabile la contravvenzione, ai sensi dell’art. 660 c.p., solo in presenza di espressioni verbali a sfondo sessuale o di atti di corteggiamento, invasivi ed insistiti, diversi dall’abuso sessuale
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 giugno 2015, n. 24895 Ritenuto in fatto Con sentenza emessa in data 8.1.2008, il Tribunale di Viterbo ha dichiarato M.N. colpevole dei reati del reato previsto e punito dagli artt. 81 e 609 bis c.p. (capo A) per avere, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso,...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2015, n. 24974. La condotta contemplata dall’art. 6, L. 401/89 come presupposto per l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla autorità di P.S. in occasioni di competizioni sportive, a seguito della introduzione della norma di cui all’art. 2 bis, L. 377/01, deve consistere in una specifica istigazione alla violenza nelle forme dell’incitamento, inneggiamento e induzione alla violenza medesima. Nel caso di specie risulta pacifica addirittura la configurabilità di una ipotesi di reato a carico dell’imputato, avendo egli rivolto espressa minaccia ad un operatore di Polizia, che effettuava videoriprese nell’ambito della doverosa attività di controllo, prima dell’inizio della competizione calcistica: infatti, le espressioni quali ” pezzo di sbirro te ne devi andare, esci fuori non sai come ti finisce” non possono che qualificarsi come istigazione diretta alla violenza, atteso il loro contenuto non meramente insultante o diffamatorio, ma specificamente ed effettivamente idoneo, avuto riguardo alle modalità ed al contesto in cui esse sono state pronunciate, ad incitare alla violenza e a turbare la tranquilla competizione sportiva
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2015, n. 24974 Ritenuto in fatto II Gip presso il Tribunale di Palermo, con ordinanza del 28/9/2013, ha convalidato il provvedimento emesso, ex art. 6, co. 2, L. 401/89, dai Questore di Palermo in data 23/9/2013, notificato il 24/9/2013, con il quale è stato imposto a...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 maggio 2015, n. 22378. In tema di infortuni sul lavoro, il nesso causale può essere interrotto da quel comportamento eccentrico rispetto al rischio tipico che il garante deve governare, definito come ogni circostanza che introduca un rischio nuovo o radicalmente esorbitante rispetto a quello prevedibile.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV SENTENZA 27 maggio 2015, n. 22378 Fatto 1. A seguito di richiesta di patteggiamento il Tribunale di Trento ha assolto V.V. dal reato di cui all’art. 590 in danno del lavoratore Vr.Ne. ai sensi dell’art. 129 c.p.p., perchè il fatto non sussiste. A seguito di contestuale giudizio abbreviato, lo...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 giugno 2015, n. 23960. In tema di scommesse sportive lo ius superveniens fa venir meno le esigenze preventive di un sequestro penale.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 giugno 2015, n. 23960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 giugno 2015, n. 23954. Dichiarazione fraudolenta per chi prende mutui molti più alti del valore della casa e non denuncia i ricavi
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 giugno 2015, n. 23954 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. PEZZELLA...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 29 maggio 2015, n. 23052. La sentenza di fallimento deve precedere i reati di “money laundering” (c.d. riciclaggio). Annullata, senza rinvio, l’ordinanza di sequestro finalizzato a confisca emessa in relazione al reato di riciclaggio dei beni acquisiti dall’indagato impiegando i proventi di una presunta distrazione di denaro dalle casse di una società successivamente fallita. Escluso, anche sotto forma di fumus, la configurabilità del reato di cui all’art. 648 bis c.p. prima che il reato (presupposto) di bancarotta abbia trovato consumazione tramite la pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 29 maggio 2015, n. 23052 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IANNELLI Enzo – Presidente Dott. PRESTIPINO Antonio – Consigliere Dott. RAGO Geppino – Consigliere Dott. ALMA Marco M – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 15 maggio 2015, n. 20353. La mancata trasmissione al giudice, unitamente agli elementi su cui il pubblico ministero fonda la richiesta di misura cautelare, delle eventuali memorie difensive gia’ depositate determina la nullita’ dell’ordinanza applicativa della misura, per violazione dell’articolo 292 c.p.p., comma 2, lettera c)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 15 maggio 2015, n. 20353 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. NAPPI Aniello – Presidente Dott. GUARDIANO Alfredo – Consigliere Dott. MICHELI Paolo – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott....