Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 luglio 2015, n. 27554 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – rel. Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 giugno 2015, n. 27071. La messa alla prova non è applicabile ai procedimenti che, alla data di entrata in vigore della legge, abbia superato la fase dell’apertura del dibattimento
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 giugno 2015, n. 27071 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. ANDREAZZA Gastone – rel. Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 26 giugno 2015, n. 27072. Nei procedimenti relativi a più reati commessi da pluralità di soggetti, una volta perduta l’individualità storica del profitto illecito, la sua confisca e il sequestro preventivo ad essa finalizzato possono interessare indifferentemente ciascuno dei concorrenti anche per l’intera entità del profitto accertato, ma l’espropriazione non può essere duplicata o comunque eccedere nel “quantum” l’ammontare complessivo del profitto che i responsabili hanno ricavato in relazione alla commissione di ciascun singolo illecito
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 26 giugno 2015, n. 27072 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 giugno 2015, n. 27111. Se sono state compiute dall’inizio scelte organizzative sbagliate, è configurabile una responsabilità dei dirigenti sanitari
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 giugno 2015, n. 27111 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. GRILLO Renato – Consigliere Dott. MULLIRI Guicla – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 luglio 2015, n. 27554. Il reato di violenza sessuale, commessa mediante abuso della qualità e dei poteri del pubblico ufficiale, può concorrere formalmente con il reato di concussione, trattandosi di reati che tutelano beni giuridici diversi, posti a salvaguardia di distinti valori costituzionali, rappresentati dal buon andamento della P.A. e della libertà di autodeterminazione della persona nella sfera sessuale. Tuttavia, è necessario, che ricorrano gli elementi costitutivi del reato di cui all’art. 317 cod. pen. ed in particolare la “costrizione” o la “induzione”, elementi che non si identificano nella superiorità, nell’influenza o nell’autorità che il pubblico ufficiale può vantare in ragione della carica ricoperta o della funzione svolta, occorrendo, invece, ai fini dell’integrazione del reato, una costrizione o induzione qualificata, ossia prodotta dal pubblico ufficiale con l’abuso della sua qualità o dei suoi poteri, così che l’azione indebita si caratterizzi per essere l’effetto di tale costrizione o induzione e cioè conseguenza della coazione psicologica esercitata dal pubblico ufficiale mediante l’abuso della sua qualità o dei suoi poteri
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE III SENTENZA 1 luglio 2015, n. 27554 Ritenuto in fatto La Corte di Appello di Milano, con sentenza di 10/12/2013, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Milano, resa in data 5/12/2012, con la quale G.M. era stato condannato per varie ipotesi di violenza sessuale e concussione a lui...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 23 giugno 2015, n. 26478. In tema di revisione della sentenza, ai fini dell’ammissibilità dell’istanza devono intendersi non solo le prove sopravvenute alla sentenza definitiva di condanna e quelle scoperte successivamente a essa, ma anche quelle non acquisite nel precedente grado di giudizio ovvero acquisite, ma non valutate neanche implicitamente, purché non si tratti di prove dichiarate inammissibili o ritenute superflue dal giudice. Nel caso di specie, la Corte ha annullato l’ordinanza con cui la Corte d’appello non aveva ammesso come nuovi elementi in favore del reo senza attendere il giudizio della Corte d’assise, che aveva espresso il proprio parere favorevole a un loro esame e a una rilettura della vicenda
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 23 giugno 2015, n. 26478 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VESSICHELLI Maria – Presidente Dott. MICHELI Paolo – Consigliere Dott. PISTORELLI Lu – rel. Consigliere Dott. CAPUTO Angelo – Consigliere Dott. DEMARCHI...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 8 giugno 2015, n. 24405. Ai fini della configurabilità del reato di cui all’articolo 12-quinquies del decreto legge 8 giugno 1992 n. 306, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 1992 n. 356, laddove vengano in rilievo le modalità di acquisto di un bene immobile, occorre verificare la provenienza delle risorse economiche da parte del soggetto che si suppone intestatario fittizio del bene
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 8 giugno 2015, n. 24405 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIOTTO Maria Cristina – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. SANDRINI Enrico Giusepp – Consigliere Dott. ROCCHI Giacomo – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 25 giugno 2015, n. 26988. E’ affetto da nullità, e di conseguenza inutilizzabile, il risultato dell’alcoltest effettuato senza preliminarmente aver avvertito l’interessato della facoltà di nominare e farsi assistere da un difensore, e la relativa invalidità può essere eccepita fino al momento della deliberazione della sentenza di primo grado
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 25 giugno 2015, n. 26988 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. D’ISA Claudio – Presidente Dott. IZZO Fausto – rel. Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 giugno 2015, n. 26721. Il delitto di associazione per delinquere è idoneo a realizzare profitti illeciti sequestrabili – ai fini della successiva confisca per tantundem nei casi espressamente previsti dalla legge – in via del tutto autonoma rispetto a quelli conseguiti attraverso i reati-fine perpetrati in esecuzione del programma delinquenziale e la cui esecuzione è agevolata dall’esistenza di una stabile struttura organizzata e dal comune progetto criminale, con la precisazione che la determinazione del profitto confiscabile corrisponde alla sommatoria dei profitti conseguiti dall’associazione nel suo complesso per effetto della consumazione dei singoli reati-fine, che vanno pertanto accertati e attribuiti, sia pure nelle forme provvisorie tipiche della fase cautelare, ad uno o più associati. Di tale profitto, in uno ai coimputati, ogni associato è chiamato a rispondere dal momento in cui ha aderito alla societas sceleris, senza che ciò possa comportare una duplicazione, anche solo parziale, del profitto confiscabile e, qualora si ricorra per la determinazione di esso a calcolare le imposte evase in via presuntiva o indiziaria, con la specifica indicazione dei criteri utilizzati per il relativo calcolo
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 giugno 2015, n. 26721 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – rel. Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 24 giugno 2015, n. 26565. Non sussiste responsabilità medica per negligenza, imprudenza o imperizia nel caso in cui il decesso del paziente sia avvenuto per cause non diagnosticabili nella fase di ospedalizzazione e scoperte solo nella successiva fase dell’autopsia. Lo ha affermato la Cassazione accogliendo il ricorso di un medico che era stato prosciolto dal Gup con la formula di proscioglimento del fatto non costituisce reato, avendo il giudice considerato la sussistenza di una colpa lieve. Per la Corte il primario non può avere nessuna colpa, nemmeno lieve, dal momento che aveva agito correttamente senza alcuna imprudenza, imperizia o senza diligenza da poter ascrivere al decesso del paziente
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 24 giugno 2015, n. 26565 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giusepp – Presidente Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvator – rel. Consigliere Dott. SERRAO Eugenia – Consigliere Dott....