SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V SENTENZA 9 novembre 2015, n. 44879 Ritenuto in fatto Investita degli appelli proposti, per quanto è di interesse, da C.R. e da P.R. avverso la sentenza del Tribunale di Roma in data 01/12/2011, la Corte di appello di Roma, con sentenza deliberata il 14/11/2013, dichiarata l’estinzione per prescrizione di...
Categoria: Cassazione penale 2015
Corte i Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2015, n. 43960. Il deterioramento del rapporto matrimoniale e la relazione extraconiugale del marito, manifestata alla moglie, non integra già di per sé il delitto di maltrattamenti, a meno che non sussistano altri elementi idonei a creare una situazione di sofferenza morale e fisica alla donna. Così pure non c’è “violenza economica” se le scelte economiche e organizzative familiari, anche se non condivise allo stesso modo da entrambi i coniugi, sono compiute senza vessazioni o violenze fisiche
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 30 ottobre 2015, n. 43960 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. CAPOZZI Angelo – Consigliere Dott. BASSI A. – rel. Consigliere Dott. PATERNO’...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2015, n. 43704. Il reato di molestia di cui all’articolo 660 c.p., non e’ necessariamente abituale, per cui puo’ essere realizzato anche con una sola azione di disturbo o di molestia, purche’ ispirata da biasimevole motivo o avente il carattere della petulanza, che consiste in un modo di agire pressante ed indiscreto, tale da interferire sgradevolmente nella sfera privata di altri
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2015, n. 43704 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. VECCHIO Massimo – Consigliere Dott. MAZZEI Antonella P. – Consigliere Dott. LA POSTA Lucia – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 novembre 2015, n. 45668. Ai sensi dell’art. 393/bis cod. pen., la “arbitrarietà” del comportamento, che non si esaurisce nella sua illegittimità, occorrendo altresì la consapevolezza dell’agente di realizzare e tenere un comportamento che esorbiti dai limiti delle proprie attribuzioni: l’atto arbitrario sussiste allorquando l’agente, con esso, abbia inteso espressamente perseguire scopi assolutamente estranei alle finalità dei poteri riconosciutigli, strumentalizzando il proprio potere. Anche la scorrettezza, la sconvenienza, l’inurbanità, la inutile offensività delle modalità di svolgimento di una attività astrattamente legittima possa giustificare la reazione del privato, occorre comunque il consapevole travalicamento da parte del pubblico ufficiale dei limiti e delle modalità entro cui le pubbliche funzioni devono essere esercitate; e che occorre comunque proporzione nella reazione
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 novembre 2015, n. 45668 Ritenuto in fatto 1. II Giudice di pace di Grumello del Monte, con sentenza confermata dal Tribunale di Bergamo, ha ritenuto P.P.M. responsabile di ingiuria continuata e aggravata in danno di S.P. – funzionario della Polizia locale, che lo aveva invitato a tenere...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 29 ottobre 2015, n. 43689. In tema di responsabilità degli Enti, nel caso in cui l’operazione posta in essere dall’Ente abbia come effetto principale di aumentare i valori dell’attivo patrimoniale, anche se, nel complesso meccanismo realizzato, non possono essere esclusi risparmi sul piano fiscale, ricorre l’interesse dell’ente, diverso dal vantaggio che costituisce una sorta di variabile casuale, nei termini posti dall’art. 5, comma 2, d.lgs. 231/2001 che ne esclude la responsabilità se le persone fisiche indicate nel comma 1 hanno agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi, circostanza questa che fa venir meno lo schema di immedesimazione organica, ragion per cui l’illecito commesso, pur tornando di fatto a vantaggio dell’ente, non potrebbe più ritenersi come fatto suo proprio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 29 ottobre 2015, n. 43689 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GIORDANO Umberto – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – rel. Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott. LOCATELLI Giuseppe – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 ottobre 2015, n. 43599. La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all’art. 131-bis cod. pen. non può trovare applicazione in quei casi, come quello oggetto di esame, in cui non sussistono i presupposti necessari per la configurabilità della medesima, in considerazione dell’entità degli importi non versati all’Erario (nel caso di specie la somma non versata era pari ad oltre 240mila euro, importo che la Corte ha ritenuto insuscettibile di essere valutata in termini di particolare tenuità, non essendo alla data della decisione ancora entrata in vigore la riforma del sistema penale tributario che, com’è noto, dopo il 22.10.2015 per effetto del D. Lgs. 24 settembre 2015, n. 158, per la fattispecie di omesso versamento IVA, ha elevato la soglia di punibilità da 50.000 a 250.000 euro.
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 ottobre 2015, n. 43599 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – Consigliere Dott. ACETO Aldo – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott. MENGONI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 28 ottobre 2015, n. 43488. Interpretazione chiara della circostanza aggravante della discriminazione razziale, etnica, nazionale o religiosa, di cui all’art. 3 del d.l. n. 122/1993; l’imputazione della stessa prescinde da un’indagine autonoma sull’elemento soggettivo, dovendosi procedere dall’analisi delle modalità lesive della condotta che si vale del disprezzo per l’altro da sé
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 28 ottobre 2015, n. 43488 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUNO Paolo Antonio – Presidente Dott. PEZZULLO Rosa – Consigliere Dott. MICCOLI Grazia – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 ottobre 2015, n. 43448. È valido l’alcoltest anche se l’ora riportata dall’etilometro non è adeguata all’orario solare. Il mancato aggiornamento dell’orario interno dell’etilometro non inficia la regolarità delle operazioni se le circo-stanze di tempo e di luogo sono correttamente riportate nel verbale redatto dalla polizia giudiziaria e se gli scontrini rappresentativi dell’esito dell’alcoltest sono stati sottoscritti dal conducente
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 ottobre 2015, n. 43448 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. IZZO Fausto – Presidente Dott. BLAIOTTA Rocco M. – rel. Consigliere Dott. MENICHETTI Carla – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 ottobre 2015, n. 43425. In tema di sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, il giudice di appello, non investito con i motivi di impugnazione della censura relativa alla mancata applicazione della pena sostitutiva, non puo’ concedere di ufficio la pena sostitutiva stessa, pur se richiesta dalla parte in sede di giudizio d’appello. Ed invero, a nulla rileva che trattasi di un beneficio meno consistente della sospensione condizionale della pena, beneficio, questo, che, in forza dell’articolo 597 c.p.p., comma 5, il giudice di appello puo’ concedere di ufficio: infatti, proprio l’espressa previsione, da parte del legislatore, delle facolta’ attribuite, ex officio, al giudice dell’appello preclude un’applicazione estensiva od analogica della norma, ed un ampliamento, per via di interpretazione giurisprudenziale, dei poteri discrezionali specificamente, e tassativamente, conferiti al medesimo giudice. A favore dell’affermazione di tale principio depone, del resto, la natura eccezionale della disposizione in esame, costituente deroga al principio generale dell’effetto devolutivo dell’appello stabilito dall’articolo 597 c.p.p., comma 1, con conseguente sua inapplicabilita’, ai sensi dell’articolo 14 preleggi, al di fuori dei casi espressamente consentiti
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 ottobre 2015, n. 43425 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere Dott. BLAIOTTA Rocco Marco – Consigliere Dott. MONTAGNI Andrea – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 9 novembre 2015, n. 44893. Il delitto di minaccia è reato di pericolo che non presuppone la concreta intimidazione della persona offesa, ma solo la comprovata idoneità della condotta ad intimidirla (Cass. 47739/2008, 21601/2010, 644/2014), nella specie sussistente sia per il tenore della frase (‘tanto te la faccio pagare’ ), che, come osservato nella sentenza impugnata, aveva attitudine ad intimorire prospettando, sia pure in modo indeterminato, il verificarsi di eventi spiacevoli a carico del destinatario, sia per il gesto che l’aveva accompagnata (aveva puntato il dito contro)
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 9 novembre 2015, n. 44893 Ritenuto in fatto 1. II PG territoriale ricorre avverso la sentenza dei Giudice di pace di Olbia che ha ritenuto L.P. responsabile del reato di minaccia in danno di G.R. (tanto te la.faccio pagare’). 2. Con i primi due motivi si deduce violazione...