Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 1 luglio 2014, n. 28270 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. FERRUA Giuliana – Consigliere Dott. SQUASSONI Claudia – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO Massimo –...
Categoria: Sezioni Unite
Corte di Cassazione, S.U.P. sentenza 18 settembre 2014, n. 38344. Qualora la condotta furtiva riguardi una pluralità di cose di pertinenza dello stesso detentore, nel medesimo contesto temporale e spaziale, se l'agente si impossessi di alcuni dei beni, senza riuscire, per cause indipendenti dalla sua volontà, a impossessarsi degli altri, l'azione complessa, essendo progressiva, deve essere considerata unica, in quanto la parte più rilevante, già posta in essere, assorbe quella in itinere; e realizza un solo e unico reato consumato delle cose sottratte, restando escluse sia l'ipotesi del furto tentato sia quella del furto consumato in concorso con il tentativo. (Nel caso di specie, l'imputato aveva bevuto della birra mentre si trovava all'interno di un supermercato, avendo, quindi, cura di riporre il contenitore semivuoto sullo scaffale, per dissimulare la sottrazione, e poi aveva nascosto altri oggetti nella borsa; tutta l'azione delittuosa si era sviluppata sotto il costante e diretto controllo degli addetti alla sorveglianza che erano intervenuti subito dopo che l'imputato aveva superato la cassa, senza esibire e senza pagare la merce furtivamente prelevata)
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 18 settembre 2014, n. 38344 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza deliberata il 25 maggio 2012 e depositata il 4 giugno 2012, la Corte di appello di Napoli, in parziale riforma della impugnata sentenza del 24 febbraio 2009 del Tribunale di Nola, a carico di P.G. e di C.V....
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 18 settembre 2014, n. 38343. In tema di morte del lavoratore, derivante da violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 18 settembre 2014, n. 38343 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. FERRUA Giuliana – Consigliere Dott. SQUASSONI Claudia – Consigliere Dott. CONTI Giovanni – Consigliere Dott. VECCHIO Massimo –...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 3 settembre 2014, n. 36847. Se il magistrato si è occupato in precedenza di un coimputato, giudicato con il patteggiamento, non può decidere della sorte degli altri imputati, trovandosi in una situazione di incompatibilità
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI sentenza 3 settembre 2014, n. 36847 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza del 30 settembre-3 ottobre 2013, la Corte di appello di Roma dichiarava inammissibile la ricusazione, proposta con atto depositato il 27 settembre 2013, nell’interesse degli imputati D.G.A. e D.G.P. , nei confronti dei componenti...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 23 luglio 2014, n. 32697. In tema di intercettazioni, la conversazione o comunicazione intercettata, costituisce corpo del reato allorché essa integra di per sé la fattispecie criminosa, e, in quanto tale, è utilizzabile nel processo penale
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. sentenza 23 luglio 2014, n. 32697 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 3 maggio 2012 la Corte Militare di appello ha confermato la sentenza del 30 marzo 2011 del Tribunale Militare di Verona, con la quale F.E. e S.D. erano stati dichiarati colpevoli del reato di distruzione e...
Corte di cassazione, S.U.P., sentenza 22 luglio 2014, n. 32351. In caso di contestazione di reati edilizi, l'imputato che solleciti una riqualificazione giuridica del fatto, riportandolo ad una fattispecie che ammetta l'oblazione, deve stare attento a formulare l'apposita istanza, perché in mancanza di tale esplicita richiesta, anche se il giudice procede alla riqualificazione in quel senso, l'imputato perde il relativo diritto
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 22 luglio 2014, n. 32351 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. MANNINO Saverio F. – Consigliere Dott. MILO Nicola – Consigliere Dott. LOMBARDI Alfredo Maria – Consigliere Dott. CONTI...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 24 luglio 2014, n. 32923. Il sorvegliato speciale sottoposto all’obbligo o al divieto di soggiorno che non porti con sé e non esibisca, a richiesta di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, la carta di permanenza risponde della contravvenzione di cui all’art. 650 c.p.
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 24 luglio 2014, n. 32923 Ritenuto in fatto 1. S.G. era originariamente imputato del delitto di cui all’art. 9, comma secondo, della legge 27 dicembre 1956, n.1423, nella formulazione risultante dalle varie e successive modifiche (e da ultimo quella di cui al decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza luglio 2014, n. 29556. Nel caso di sospensione dei termini di fase della custodia cautelare, disposta in base all'art. 304, comma 2 c.p.p. nell'ipotesi di dibattimento o di giudizio abbreviato particolarmente complesso relativo ai reati previsti dall'art. 407, comma 2, lett. a), il limite del doppio del termine di fase (previsto dal comma 6 dell'art. 304) non può essere ulteriormente superato in forza del n. 3-bis dell'art. 303, comma 1, lett. b) che prevede (sempre nel caso di processi per i delitti di cui all'art. 407, comma 2, lett. a) un ulteriore aumento fino a sei mesi del termine di fase da imputarsi o alla fase precedente (qualora il temrine di quella fase non sia stato completamente utilizzato) ovvero ai termini di cui alla lett. d) del medesimo art. 303 (relativo al giudizio di legittimità).
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. Sentenza 7 luglio 2014, n. 29556 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza in data 25 luglio 2013 il Tribunale di Napoli, in accoglimento dell’appello proposto ex art. 310 cod. proc. pen. da G.S. avverso l’ordinanza in data 14 maggio 2013 della Corte di appello di Napoli – che aveva rigettato...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 15 maggio 2014, n. 20214. Nell'udienza preliminare la richiesta di giudizio abbreviato può essere presentata dopo la formulazione delle conclusioni da parte del pubblico ministero e deve essere formulata da ciascun imputato al più tardi nel momento in cui il proprio difensore formula le proprie conclusioni definitive
Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 15 maggio 2014, n. 20214 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. DE ROBERTO Giovanni – Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristina – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – Consigliere Dott. CONTI Giovanni...
Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 7 maggio 2014, n.18821. La pena dell'ergastolo inflitta all'esito del giudizio abbreviato, richiesto dall'interessato in base all'art. 30, comma 1, lett. b), legge n. 479 del 1999, ma conclusosi nel vigore della successiva e più rigorosa disciplina dettata dall'art. 7, comma 1, d.l. n. 341 del 2000 e in concreto applicata, non può essere ulteriormente eseguita, essendo stata quest'ultima norma ritenuta, successivamente al giudicato, non conforme al principio di legalità convenzionale di cui all'art. 7, p. 1, CEDU, come interpretato dalla Corte EDU, e dichiarata incostituzionale per contrasto con l'art. 117, comma primo, Cost.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE S.U.P. SENTENZA 7 maggio 2014, n.18821 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 18 luglio 1998 della Corte di assise di Catania, E.S. era stato condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno, perché dichiarato colpevole di due omicidi volontari e della connessa violazione della normativa sulle armi. Tale decisione...