Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 marzo 2014, n. 13060 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione P.A., avverso la sentenza della Corte d’appello di Roma in data 30 maggio 2012, con la quale è stata confermata quella di primo grado, di condanna in ordine ai reati di frode in commercio e...
Categoria: Cassazione penale 2014
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 21 marzo 2014, n. 13391. Il delitto di resistenza a pubblico ufficiale previsto dall'art. 337 cod. pen. può essere integrato, oltre che da comportamenti esplicitamente minatori, (quali quelli specialmente evidenziati dal giudice di merito), anche da una condotta ingiuriosa nei confronti del soggetto passivo, quando essa, lungi dal rappresentare l'espressione di uno sfogo verbale fine a sé stesso, assuma modalità tali da rivelare la volontà di frapporre ostacoli, mediante la sequenza di espressioni ingiuriose, allo svolgimento dell'atto di ufficio
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 21 marzo 2014, n. 13391 Ritenuto in fatto C.G. veniva rinviato a giudizio per rispondere dei reati previsti da: A) art. 337 cod. pen. perché, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, rifiutando di aprire la porta di casa, usava minaccia consistita nel profferire le seguenti espressioni “andate...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 marzo 2014, n. 13055. Non vale come minaccia l'affermazione all'indirizzo della persona offesa, "con me devi stare zitta, devi fare silenzio"
Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 marzo 2014, n. 13055 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione, T.R. , avverso la sentenza del Tribunale di Bassano del Grappa, in data 20 aprile 2012, con la quale è stata confermata in quella di primo grado, di condanna in ordine ai reati di ingiuria – così...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 20 marzo 2014, n. 13070. In tema di bancarotta fraudolenta documentale, l'attenuante di cui all'art. 219, comma terzo, legge fall. è applicabile, ma la particolare tenuità del fatto di cui all'art. 219, comma terzo, legge fall., deve essere valutata in relazione al danno causato alla massa creditoria in seguito all'incidenza che le condotte integranti il reato hanno avuto sulla possibilità di esercitare le azioni revocatorie e le altre azioni poste a tutela degli interessi creditori
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 20 marzo 2014, n. 13070 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 27 settembre 2005 del Tribunale di Monza, confermata dalla Corte d’appello di Milano, in data 5 giugno 2012, I.V. era condannato alla pena ritenuta di giustizia in relazione al reato di bancarotta fraudolenta documentale, perché in...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 12 marzo 2014, n. 11900. Il mero dato quantitativo del superamento dei limiti tabellari previsti dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73, comma 1 bis, lettera a), come modificato dalla Legge n. 49 del 2005, non costituisce una presunzione, sia pure relativa, sulla destinazione della sostanza ad un uso non esclusivamente personale, in quanto il giudice e' comunque chiamato ad effettuare, sulla base degli ulteriori parametri indicati nella disposizione normativa citata, una valutazione diretta a verificare se le modalita' di presentazione e le altre circostanze dell'azione siano tali da escludere una finalita' esclusivamente personale della detenzione, ne' puo' dirsi che il superamento del dato quantitativo della sostanza detenuta determini una inversione dell'onere della prova a carico dell'imputato in ordine alla destinazione della droga detenuta, rimanendo tale onere a carico dell'accusa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 12 marzo 2014, n. 11900 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MILO Nicola – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. FIDELBO Giorgio – rel. Consigliere Dott. DI STEFANO Pierluigi – Consigliere Dott. DI...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 marzo 2014, n. 12203. Ai fini del rispetto dell'articolo 10 della Convenzione relativo alla liberta' di espressione, si esige la ricorrenza di circostanze eccezionali per l'irrogazione, in caso di diffamazione a mezzo stampa, della piu' severa sanzione, sia pure condizionalmente sospesa, sul rilievo che, altrimenti, non sarebbe assicurato il ruolo di "cane da guardia" dei giornalisti, il cui compito e' di comunicare informazioni su questioni di interesse generale e conseguentemente di assicurare il diritto del pubblico di riceverle
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 marzo 2014, n. 12203 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MARASCA Gennaro – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 marzo 2014, n. 13450. Il concorso dell'extraneus, pur non costituendone all'evidenza elemento essenziale è, infatti, pienamente configurabile nei delitti di corruzione a tipica struttura bilaterale in base agli ordinari criteri di imputazione della responsabilità concorsuale di cui all'art. 110 cod. pen., ma implica un grado di coinvolgimento nella fase dell'ideazione (sotto forma di determinazione o suggerimento fornito all'uno o all'altro dei concorrenti necessari) ovvero della preparazione (si pensi alla classica figura dell'intermediario) ovvero della realizzazione di una delle condotte tipiche (stipula dei pactum sceleris tra corrotto e corruttore e ricezione di denaro o altre utilità) o ancora della successiva attuazione concreta dell'accordo, che nella fattispecie non sembra potersi ravvisare
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 21 marzo 2014, n. 13450 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza sopra indicata il Tribunale di Roma, Sezione per il Riesame, adito ai sensi dell’art. 309 cod. proc. pen., confermava quella del 26/06/2013 con cui il GIP dello stesso Tribunale aveva applicato la misura della custodia cautelare in...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 18 marzo 2014, n. 12740. Integra il reato di appropriazione indebita la condotta consistente nella mera interversione del possesso, che sussiste anche nel caso di una detenzione qualificata, conseguente all'esercizio di un potere di fatto sulla cosa, al di fuori della sfera di sorveglianza del titolare
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 18 marzo 2014, n. 12740 Fatto e diritto 1. Con ordinanza del 24/10/2013, il Tribunale del Riesame di Roma, in accoglimento dell’appello proposto dal Pubblico Ministero avverso il decreto con il quale, in data 17/09/2013, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale della medesima città, aveva rigettato l’istanza...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 17 febbraio 2014, n. 7363. Stupefacenti: la fattispecie di lieve entità dopo il Decreto svuota-carceri
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV PENALE Sentenza 17 febbraio 2014, n. 7363 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro A – Presidente – Dott. FOTI Giacomo – Consigliere – Dott. MASSAFRA Umberto – Consigliere – Dott. CIAMPI...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 18 marzo 2014, n. 12741. In tema di misure di sicurezza, qualora lo straniero sia condannato per reati di spaccio di sostanze stupefacenti, il giudice di merito ha il dovere di accertare in concreto – non sussistendo a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 58 del 1995 la presunzione assoluta di pericolosità – la sussistenza della pericolosità sociale del condannato per i suddetti reati ed alla stregua di tale accertamento, compiuto alla luce degli elementi indicati dall'art. 133 c.p., e congruamente motivato, deliberare l'applicabilità o meno dell'ordine di espulsione dello straniero dallo Stato
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 18 marzo 2014, n. 12741 Ritenuto in fatto 1. Con ordinanza in data 21 settembre 2012 la Corte d’Appello di Ancona confermava la sentenza in data 16 febbraio 2012 del Tribunale di Macerata, sezione distaccata di Civitanova Marche, appellata dagli imputati. Questi erano stati tratti a giudizio e condannati...