Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 marzo 2014, n. 13966 Ritenuto in fatto 1. B.C. ha proposto tempestivo ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di PERUGIA in data 5/06/2012, depositata in data 7/08/2012, con cui, in parziale riforma della sentenza 16/04/2008 emessa dal medesimo Tribunale, riduceva la provvisionale liquidata in primo grado...
Categoria: Cassazione penale 2014
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 25 marzo 2014, n. 13914. Ai fini della validità della nomina del difensore del querelante – è sufficiente che quest'ultimo abbia chiaramente manifestato, con una sua dichiarazione, la volontà di essere assistito da un determinato avvocato e che dovrà essere il giudice del merito a stabilire, di volta in volta, con una motivazione esente da vizi logici, se le espressioni utilizzate dalla persona offesa nell'atto di querela dimostrano adeguatamente la sua volontà di nominare quale difensore di fiducia il legale che ha effettuato l'autenticazione della sua sottoscrizione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 25 marzo 2014, n. 13914 Ritenuto in fatto e Considerato in diritto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe, il Tribunale monocratico di Sant’Angelo dei Lombardi, in data 3.10.12, dichiarava non doversi procedere nei confronti di Z.C., imputato di truffa, perché l’atto di querela recava la sottoscrizione del...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 25 marzo 2014, n. 13987. In tema di infortuni sul lavoro, l'errore sulla legittima aspettativa che non si verifichino condotte imprudenti dei lavoratori non è invocabile da parte del datore di lavoro, il quale, per la sua posizione di garanzia, risponde dell'infortunio sia a titolo di colpa diretta per non aver negligentemente impedito l'evento lesivo ed eliminato le condizioni di rischio che a titolo di colpa indiretta, per aver erroneamente invocato a sua discriminante la responsabilità altrui qualora le misure di prevenzione siano state inadeguate
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 25 marzo 2014, n. 13987 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 4 dicembre 2012 il Tribunale di Monza ha condannato S.S.G.G. alla pena di € 2500 di ammenda per il reato di cui agli articoli 71, comma 1, e 87, comma 2, lettera c), d.lgs. 81/2008 per...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 21 marzo 2014, n.13218. Il cosiddetto "sportello telematico dell'automobilista" (STA) forma un atto pubblico, con la conseguenza che il titolare – il quale, ex art. 4 d.P.R. n. 358 del 2000, deve verificare, ai fini del rilascio della carta di circolazione, la idoneità, la completezza e la conformità tanto della domanda, quanto della documentazione presentata dall'interessato nonché l'avvenuto versamento delle imposte e dei diritti dovuti dal richiedente- riveste la qualifica di pubblico ufficiale nel compimento dell'intero "iter" che sfocia nella produzione del predetto documento
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II SENTENZA 21 marzo 2014, n.13218 Ritenuto in fatto Con sentenza del 28.7.2011, il G.I.P. del Tribunale di Palermo, in esito a giudizio abbreviato, dichiarò C.P. colpevole dei reati di agli artt. 479 (per avere concorso con A.I. – titolare di uno ‘Sportello Telematico dell’Automobilista’, abilitato dal Ministero dei Trasporti...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 25 marzo 2014, n. 14021. Condannato per ingiuria il padre di una bambina di 4 anni la quale riferisce al padre di essere stata offesa dal vicino di casa. Il genitore reagisce rivolgendo espressioni volgari ed ingiuriose a danno del vicino. Nessuna esimente per il padre per aver scoperto successivamente che il racconto della bimba era falso
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 25 marzo 2014, n. 14021 Ritenuto in fatto 1. C.A., ritenuto, con doppia sentenza conforme, responsabile del reato di ingiuria nei confronti di R.T., ricorre tramite il difensore avverso la sentenza di secondo grado (Tribunale di Palermo sez. dist. di Partitico in data 1-10-2012) deducendo violazione di...
Corte di cassazione, sezione V, sentenza 24 marzo 2014, n. 13833. Il divieto della reformatio in peius nel giudizio di appello riguarda non soltanto il risultato finale, ma anche tutti gli elementi del calcolo della pena: sicché, in caso di accoglimento dell'appello dell'imputato in ordine alle circostanze o al concorso di reati, discende non solo l'obbligatoria diminuzione della pena complessiva, ma anche l'impossibilità di elevare la pena comminata per singoli elementi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 marzo 2014, n. 13833 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 8 ottobre 2012 la Corte d’Appello di Lecce, in ciò parzialmente riformando la decisione assunta dal locale Tribunale, ha riconosciuto C.D. responsabile del delitto di cui all’art. 485 cod. pen., così riqualificato il fatto originariamente...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 24 marzo 2014, n. 13832. Responsabile del delitto di furto in abitazione per essersi impossessato di un computer portatile, detenuto all'interno dell'ufficio nell'agenzia di assicurazioni
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 24 marzo 2014, n. 13832 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 18 luglio 2012 la Corte d’Appello di Torino, in ciò parzialmente confermando la decisione assunta dal Tribunale di Biella (invece riformata in ordine ad altri reati), ha riconosciuto D.G. responsabile del delitto di furto...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 24 marzo 2014, n. 13841. L'autore materiale della contravvenzione edilizia va individuato in colui che, con propria azione, esegue l'opera abusiva, ovvero la commissiona ad altri, anche se difetti della qualifica di proprietario del suolo sul quale si è edificato, mentre il semplice comportamento omissivo da luogo a responsabilità penale solo se l'agente aveva l'obbligo giuridico di impedire l'evento, obbligo che certamente non sussiste in capo al nudo proprietario dell'area interessata dalla costruzione, non essendo esso sancito da alcuna norma di legge
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 24 marzo 2014, n. 13841 Ritenuto in fatto 1. G.A. e C. hanno proposto personalmente tempestivo ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di Napoli in data 23/01/2013, depositata in data 31/01/2013, con cui, in parziale riforma della sentenza 24/02/2011 emessa dal Tribunale di Torre Annunziata, sez. dist....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 21 marzo 2014, n. 13350. In tema di diffamazione,sussiste l'estremo della comunicazione con più persone quando l'agente prenda direttamente contatto con una pluralità di soggetti. Ne consegue che il divieto di diffusione dello scritto a soggetti estranei al procedimento amministrativo, aspetto su cui si è soffermato il ricorrente, costituisce un dato del tutto irrilevante ai fini del perfezionarsi della fattispecie delittuosa in esame, essendosi la diffamazione, reato istantaneo, già consumata nel momento in cui la missiva è pervenuta alle autorità amministrative innanzi indicate. La destinazione alla divulgazione nei confronti di più persone può trovare il suo fondamento, oltre che nella esplicita volontà del mittente – autore anche nella natura stessa della comunicazione, in quanto propulsiva di un determinato procedimento (giudiziario, amministrativo, disciplinare), che deve essere ex lege portato a conoscenza di altre persone, diverse dall'immediato destinatario, sempre che l'autore della missiva prevedesse o volesse la circostanza che il contenuto relativo sarebbe stato reso noto a terzi
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 21 marzo 2014, n. 13350 Fatto e diritto 1. Con sentenza pronunciata il 7.12.2012 il tribunale di Teramo in composizione monocratica, in qualità di giudice di appello, confermava la sentenza con cui il giudice di pace di Giulianova, in data 18.7.2011 aveva condannato F.M. , imputato del delitto...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 11 marzo 2014, n. 11751. Rimessa alle Sezioni unite la questione circa l'effettiva possibilità di procedere, secondo il consolidato orientamento, alla equiparazione tra misure di sicurezza e misure di prevenzione patrimoniale una volta espunto dai profili costitutivi della confisca di prevenzione, il requisito della attualità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 11 marzo 2014, n. 11751 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. GARRIBBA Tito – Presidente Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. DI STEFANO Pierlui – Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano – Consigliere Dott....