Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 11 marzo 2014, n. 11796 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FUMO Maurizio – Presidente Dott. LAPALORCIA Grazia – rel. Consigliere Dott. DE MARZO Giuseppe – Consigliere Dott. POSITANO Gabriele – Consigliere Dott. LIGNOLA...
Categoria: Cassazione penale 2014
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 9 aprile 2014, n. 15846. Due genitori sono stati condannati in via definitiva, per il reato di molestie continuate, al pagamento di un'ammenda di 500 euro ciascuno e al risarcimento danni in favore della figlia poichè non accettavano la scelta della figlia di vivere per conto proprio e la avevano seguita per strada, o attesa nei pressi della pensione dove alloggiava, recandole così «molestia e disturbo», dato che ella non voleva più intrattenere rapporti con loro.
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 9 aprile 2014, n. 15846 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIEFFI Severo – Presidente Dott. NOVIK Adet Toni – Consigliere Dott. BARBARISI Maurizio – Consigliere Dott. CAPRIOGLIO Piera M. S. – Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 2 aprile 2014, n. 15158. Integra l’abuso d'ufficio il comportamento del pubblico ufficiale volto a procurare in maniera illegittima delle assunzioni ad un pubblico impiego, atteso che il profitto o il vantaggio ingiusto di natura patrimoniale è configurato dalla stessa attribuzione della posizione impiegatizia o del relativo status, a nulla rilevando che il vantaggio patrimoniale sia stato acquisito dal soggetto beneficiato in modo lecito per effetto di prestazione di attività lavorativa
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 2 aprile 2014, n. 15158 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza sopra indicata il GUP del Tribunale di Catanzaro ha disposto non luogo a procedere nei confronti di G.G. e M.A.P. perché il fatto non sussiste in relazione all’accusa di concorso in abuso d’ufficio (artt....
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 3 aprile 2014, n. 15367. Oltraggio a pubblico ufficiale, l'ambito oggettivo della nuova incriminazione e' mutato, per l'inserimento nella fattispecie di presupposti fattuali qualificanti la condotta ed indicativi del fatto che cio' che viene riprovato dall'ordinamento non e' la mera lesione in se' dell'onore e della reputazione del pubblico ufficiale, quanto la conoscenza di tale violazione da parte di un contesto soggettivo allargato a piu' persone presenti al momento dell'azione, da compiersi in un ambito spaziale specificato come luogo pubblico o aperto al pubblico e in contestualita' con il compimento dell'atto dell'ufficio ed a causa o nell'esercizio della funzione pubblica. In altri termini, il legislatore incrimina comportamenti ritenuti pregiudizievoli del bene protetto, a condizione della diffusione della percezione dell'offesa, del collegamento temporale e finalistico con l'esercizio della potesta' pubblica e della possibile interferenza perturbatrice col suo espletamento
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 3 aprile 2014, n. 15367 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FERRUA Giuliana – Presidente Dott. VESSICHELLI Maria – Consigliere Dott. ZAZA Carlo – Consigliere Dott. PISTORELLI Luca – Consigliere Dott. LIGNOLA Ferdinan –...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 28 marzo 2014, n. 14616. L’obbligo imposto dal codice della strada è, dunque, quello di fermarsi e di prestare assistenza a coloro che siano rimasti feriti, indipendentemente dal fatto che tale danno si sia effettivamente verificato e che vi siano persone da assistere o da soccorrere, poiché le espressioni “eventualmente” riferita al danno e “ove necessario” riferito all’assistenza, escludono che nella fattispecie criminosa sia richiesta a qualsiasi titolo per la sussistenza dell’illecito l’effettiva verificazione di un pregiudizio alla persona e la concreta necessità dell’assistenza, qualificandosi il reato come omissivo proprio e di pericolo
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE IV Sentenza 28 marzo 2014, n. 14616 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza in epigrafe indicata la Corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha condannato R.G. alla pena di sette mesi di reclusione per i reati p. e p....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 7 aprile 2014, n. 15483. A seguito della soppressione della distinzione tra droghe pesanti e leggere, la detenzione di più tipologie di sostanze stupefacenti integra un solo reato e non più una pluralità di reati in continuazione tra loro
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 7 aprile 2014, n. 15483 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROMIS Vincenzo – Presidente Dott. FOTI Giacomo – rel. Consigliere Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 11 aprile 2014, n. 16059. Il reato di cui all’art. 187 c.d. strada è integrato dalla condotta di guida in stato d'alterazione psicofisica determinato dall'assunzione di sostanze e non già dalla mera condotta di guida tenuta dopo l'assunzione di sostanze stupefacenti, sicché ai fini del giudizio di responsabilità, è necessario provare non solo la precedente assunzione di sostanze stupefacenti ma che l'agente abbia guidato in stato d'alterazione causato da tale assunzione. Ai fini dell'accertamento del reato è dunque necessario sia un accertamento tecnico-biologico, sia che altre circostanze provino la situazione di alterazione psico-fisica al momento del fatto contestato. Tale complessità probatoria si impone in quanto le tracce degli stupefacenti permangono nel tempo, sicché l'esame tecnico potrebbe avere un esito positivo in relazione ad un soggetto che ha assunto la sostanza giorni addietro e che, pertanto, non si trova al momento del fatto in stato di alterazione. Deve dunque essere annullata sul punto la sentenza impugnata con rinvio al giudice di merito che valuterà se sussistano altre circostanze, riferite dagli agenti o comunque desumibili dal comportamento dell'imputato, sulla cui base possa affermarsi che il medesimo fosse in stato di alterazione al momento dell'incidente
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 11 aprile 2014, n. 16059 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 14 dicembre 2011 la corte di appello di Milano ha confermato la sentenza del Gip che, all’esito di giudizio celebrato con rito abbreviato, aveva riconosciuto V.C.A. colpevole dei reati di omicidio colposo commesso con violazione delle...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 11 aprile 2014, n. 16074. In tema di circolazione stradale, la manovra di conversione di un veicolo (sia sulla destra, e ancora di più, sulla sinistra) per uscire dalla sede stradale deve essere effettuata solo se si abbia la certezza di poter completare la manovra stessa senza pericolo per gli altri utenti della strada (lasciando libero così nel più breve tempo possibile lo scorrimento del normale flusso di circolazione segnalando il cambio di direzione.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 11 aprile 2014, n. 16074 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di appello di Lecce, in parziale riforma della pronuncia del Tribunale di Lecce, sezione distaccata di Galatina, ha disposto la non menzione nel casellario giudiziale della condanna emessa nei confronti di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 8 aprile 2014, n. 15712. Il dolo della bancarotta impropria da false comunicazioni sociali, così come riconfigurata dal d. lgs. n. 61/2002, vanta una struttura complessa. Esso innanzi tutto si alimenta delle componenti che concorrono a definire l'elemento soggettivo del reato societario presupposto e dunque, in tal senso, si atteggia come generico con riguardo al mendacio, come intenzionale in riferimento all'inganno dei destinatari della comunicazione sociale (risultando dunque incompatibile sul punto con letture in chiave di dolo eventuale) e come specifico rispetto al contenuto dell'offesa qualificata da ingiusto profitto. Quanto poi all'evento che caratterizza la fattispecie nell'ambito dello statuto penale del fallimento esso presuppone una volontà protesa al dissesto, da intendersi non già quale intenzionalità di insolvenza, bensì quale consapevole rappresentazione della probabile diminuzione della garanzia dei creditori e del connesso squilibrio economico
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 8 aprile 2014, n. 15712 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 16 novembre 2012 la Corte d’appello di Torino confermava: a) la condanna di C.J. e Co.Da. per il reato di concorso in bancarotta impropria societaria aggravata commesso nella loro qualità di componenti del consiglio di amministrazione...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 aprile 2014, n. 15781. Assolti per l'assenza di prova in punto alla disponibilità della sostanza oggetto della trattativa indicata nella imputazione di detenzione e cessione di eroina e cocaina: dato, questo, che finisce per smentire a monte la sussistenza del reato contestato in quanto in insanabile contrasto sia con l'ipotesi della cessione che con quella della mera messa in vendita o offerta della sostanza stessa
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 8 aprile 2014, n. 15781 Ritenuto in fatto e diritto 1. R.M. e R.J. venivano giudicati colpevoli e condannati alla pena di giustizia dal Tribunale di Pistoia il primo per più episodi di detenzione e cessione di eroina e cocaina uniti dalla continuazione, uno dei quali relativo alla...