Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 giugno 2014, n. 26017 Ritenuto in fatto 1. Con l’ordinanza indicata in epigrafe, il Tribunale di Perugia non convalidava l’arresto di H.G. , indagata – in concorso con altra persona – del reato di furto aggravato, ai sensi degli artt. 110, 624, 625 n. 2, cod....
Categoria: Cassazione penale 2014
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 17 giugno 2014, n. 26016. Le persone imputate di reato reciproco possono assumere l’ufficio di testimone nel procedimento connesso o collegato purché vengano rispettate le garanzie previste per la testimonianza assistita ex art. 210 c.p.p..
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 17 giugno 2014, n. 26016 Fatto e diritto Propone ricorso per cassazione B.F. , avverso la sentenza del Tribunale di Palermo, in data 26 marzo 2013 – recante motivazione contestuale al dispositivo – con la quale, in riforma della sentenza di assoluzione di primo grado, appellata agli effetti...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 giugno 2014, n. 26036. Non spetta all'imputato fornire la prova negativa della reale conoscenza del procedimento e della sentenza pronunciata con giudizio contumaciale o con decreto di condanna, ma è onere del giudice della richiesta reperire agli atti l'eventuale prova positiva; e la mera regolarità della notifica non può più ormai essere considerata, di per sé sola, dimostrativa dell'effettiva conoscenza della sentenza da parte del destinatario
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 giugno 2014, n. 26036 Motivi della decisione Ricorre per Cassazione D.C.F. avverso il provvedimento della Corte d’Appello di Milano che ha respinto, perché tardivamente presentata, la sua richiesta di restituzione nel termine per impugnare la sentenza emessa in data 6.5.2011 dal Tribunale di Milano, sul presupposto della...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 3 giugno 2014, n. 22922. Nei reati tributari commessi dal rappresentante legale le misure cautelari si estendono ai beni societari. Se la frode fiscale è commessa dagli organi di una persona giuridica, infatti, è consentito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni aziendali qualora il profitto sia nella disponibilità dell'impresa; e non più soltanto quando la struttura aziendale costituisca «apparato fittizio utilizzato dal reo per commettere gli illeciti».
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 3 giugno 2014, n. 22922 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANOLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TERESI Alfredo – Presidente Dott. MARINI Luigi – Consigliere Dott. SAVINO Mariapia Gaeta – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 3 aprile 2014, n. 15187. Alla luce della recente sentenza costituzionale n. 32/2014, la quarta Sezione della Cassazione, con la sentenza 15187/2014, ha affermato che la reviviscenza del trattamento sanzionatorio più favorevole per la detenzione illecita delle c.d. droghe leggere impone di riconsiderare i presupposti applicativi delle misure cautelari personali in atto.
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 3 aprile 2014, n. 15187 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SIRENA Pietro A – Presidente Dott. ROMIS Vincenzo – Consigliere Dott. VITELLI CASELLA Luca – Consigliere Dott. GRASSO Giuseppe – Consigliere Dott. MONTAGNI...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2014, n. 25711. Il soggetto, che utilizzi un programma di condivisione dei file per procurarsi materiale pedopornografico, non può essere ritenuto responsabile del reato di diffusione e divulgazione di detto materiale per il solo uso di programmi di file sharing. Al contrario, sarà responsabile per il suddetto reato, se, oltre alla volontà di procurarsi materiale pedopornografico, vi sia anche la volontà di divulgare e diffondere tale materiale. Questa volontà non la si può desumere dal solo utilizzo di programmi basati sul principio della condivisione del file
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 16 giugno 2014, n. 25711 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza 28.9.2012 la Corte d’Appello di Milano ha confermato la colpevolezza di C.S. in ordine al reato di divulgazione e diffusione continuata di materiale pedopornografico aggravato dall’ingente quantità di cui agli artt. 81 e 600 ter commi “II”...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 16 giugno 2014, n. 25772. Con sentenza emessa, all'esito di giudizio abbreviato, il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta dichiarava non luogo a procedere, per concessione del perdono giudiziale, nei confronti del giovane imputato in ordine al reato di minaccia effettuata con una telefonata in orario notturno, presso la abitazione della parte offesa. Il Tribunale non ravvisava i presupposti per la declaratoria di irrilevanza del fatto, ritenendolo non del tutto occasionale ed episodico.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 16 giugno 2014, n. 25772 Ritenuto di fatto 1. Con sentenza emessa in data 14 gennaio 2011, all’esito di giudizio abbreviato, il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta ha dichiarato non luogo a procedere, per concessione del perdono giudiziale, nei confronti di D.R. in ordine al reato di...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 18 giugno 2014, n. 26396. Il Giudice di Pace di Cosenza pronunziava l'assoluzione di un addetto la controllo biglietti di Trenitalia dal reato ascrittogli ai sensi dell'art. 594 commi I e IV CP., perché, in presenza di più persone e cioè dei passeggeri del treno diretto verso Sibari, proferendo all'indirizzo della parte offesa la frase – ti faccio la multa di € 50,00, proprio lei che è recidiva, che tre giorni fa non ha pagato – offendeva l'onore ed il decoro della stessa. Annullata la sentenza impugnata con rinvio al Giudice di Pace di Cosenza per nuovo esame.
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 18 giugno 2014, n. 26396 Fatto e Diritto Con sentenza in data 3.10.12 il Giudice di Pace di Cosenza pronunziava l’assoluzione di V.N. dal reato ascrittogli ai sensi dell’art. 594 commi I e IV CP., (perché, in presenza di più persone e cioè dei passeggeri del treno diretto...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 25 marzo 2014, n. 13916. Il reato di truffa si configura come delitto a "condotta frazionata", in cui la condotta è destinata, per come è stata ideata, necessariamente a protrarsi nel tempo, anche con soluzione di continuo, prima che il reato,strutturandosi in tutti i suoi elementi, si consumi. Ne deriva che in tale figura il tempo assume un ruolo tra gli elementi caratterizzanti e il delitto di truffa, per la sua struttura composita che si articola in plurimi elementi,tutti ugualmente necessari alla perfezione della fattispecie tipo (artifici – raggiri – induzione in errore – profitto -danno), si presta come fatto illecito caratterizzato da un evento che continua a prodursi nel tempo, con soluzione di continuità ma sorretto dalla medesima originaria ideazione, sicché per le specifiche modalità con cui la condotta criminosa si conforma alla realizzazione del progetto criminoso e si attua, necessita di protrarsi nel tempo
Suprema CORTE DI CASSAZIONE sezione II sentenza 25 marzo 2014, n. 13916 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 21.6.2012, la Corte di appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Milano del 10.5.2010, dichiarava prescritto il reato di truffa pluriaggravata, ascritto a B.M. , confermando nel resto e condannando...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 13 giugno 2014, n. 25255. Condannato alla pena di anni due e mesi quattro di reclusione, con la pena accessoria dell'interdizione temporanea di anni cinque, un docente di scuola media superiore, per i reati di concussione tentata e consumata posti in essere per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco ad imporre agli alunni delle classi terza, quarta e quinta di quella scuola l'acquisto di un libro di poesie al costo di euro dieci a copia, minacciandoli che, in caso di mancato acquisto, avrebbe proposto valutazioni insufficienti agli scrutini del primo trimestre. Ai fini della configurabilità del reato di tentata concussione, che si ha laddove il pubblico ufficiale abbia compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere od indurre qualcuno a dare o promettere denaro od altra utilità, è richiesta l'oggettiva efficacia intimidatoria di tale condotta, restando indifferente il conseguimento in concreto del risultato di porre la vittima in stato di soggezione
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 13 giugno 2014, n. 25255 Ritenuto di fatto 1. Con sentenza del 17 gennaio 2013 la Corte d’appello di Reggio Calabria, in riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria in data 4 novembre 2008, ha concesso le attenuanti generiche, rideterminando in anni due e mesi quattro...