Articolo

Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 13 ottobre 2014, n. 42806. La tutela predisposta dall'art. 614, c.p., presupponga la legittimità del titolo in virtù del quale si instaura il rapporto di relazione tra un soggetto e la sua abitazione o altro luogo ad essa equiparabile; pertanto, le vicende del titolo che giustifica la proprietà, il possesso o la detenzione dell'immobile incidono sul diritto all'inviolabilità del domicilio, che, non può mai essere invocato ogniqualvolta sia venuto meno legittimamente il titolo che giustifica la relazione instaurata tra il soggetto e la res. Il legittimo esercizio dello ius excludendi, proprio in ragione della definizione di domicilio quale luogo di privata dimora dove si esplica liberamente la personalità del singolo, presuppone necessariamente l'esistenza di una reale situazione di fatto che colleghi in maniera sufficientemente stabile il soggetto allo spazio fisico in cui si esplica la sua personalità, secondo l'ottica, fatta propria, peraltro, dal costante orientamento della giurisprudenza di legittimità, di privilegiare l'effettivo rapporto tra il soggetto ed il luogo dove si esplica la sua personalità

Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 13 ottobre 2014, n. 42806 Fatto e diritto 1. Con sentenza pronunciata il 10.7.2013 la corte di appello di Genova confermava la sentenza con cui il tribunale di Genova, in data 18.2.2013, aveva condannato Z.D.C. , alla pena, ritenuta di giustizia, in relazione ai delitti di cui agli...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 30 settembre 2014, n. 40329. Per aversi disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone punito ai sensi dell'art. 659 c.p. è necessario che i rumori, gli schiamazzi e le altre fonti sonore indicate nella norma superino la normale tollerabilità ed abbiano attitudine a disturbare un numero indeterminato di persone.

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 30 settembre 2014, n. 40329 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. GRAZIOSI Chiara – Consigliere Dott. GENTILI Andrea...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 2 ottobre 2014, n. 40829. L’aggravante dell'aver agito con crudeltà verso la persona, di cui all'art. 61 n. 4 cod. pen., avendo natura soggettiva, richiede che la condotta dell'agente sia connotata da modalità tali da rendere evidente la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive che esulano dal normale processo di causazione dell'evento e che costituiscono un quid pluris rispetto all'attività necessaria ai fini della consumazione dei reato, rendendo la condotta stessa particolarmente riprovevole per la gratuità e superfluità dei patimenti cagionati alla vittima con un'azione efferata, rivelatrice di un'indole malvagia e priva del più elementare senso d'umana pietà, con la conseguenza che l'aggravante non può ravvisarsi – di norma – nella mera reiterazione dei colpi inferti alla vittima se tale azione, in quanto connessa alla natura del mezzo usato per conseguire l'effetto delittuoso, non eccede i limiti della normalità causale rispetto all'evento e non trasmoda in una manifestazione di efferatezza; anche la reiterazione dei colpi che hanno attinto la vittima può essere in concreto significativa di una condotta idonea a integrare l'aggravante, allorché essa non sia meramente funzionale al delitto, ma costituisca espressione – in puntuale coerenza all'orientamento sopra citato – della volontà dell'agente di infliggere sofferenze che esulano dal normale processo di causazione dell'evento morte.

SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I SENTENZA 2 ottobre 2014, n. 40829   Ritenuto in fatto Con sentenza in data 3.05.2013 la Corte d’Assise d’Appello di Torino ha confermato la sentenza pronunciata il 2.03.2012 con cui il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Aosta, all’esito di giudizio abbreviato, aveva condannato l’imputato G.R., concesse le attenuanti...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 29 settembre 2014, n. 40198. Il mancato reperimento nella contabilità o tra la documentazione aziendale delle "schede-carburante" ritenute fittizie esclude la configurabilità del reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di documenti per operazioni inesistenti

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 29 settembre 2014, n. 40198   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. GENTILI Andrea – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2014, n. 40530. In tema di gestione dei rifiuti, il reato di abbandono incontrollato di rifiuti è ascrivibile ai titolari di enti ed imprese ed ai responsabili di enti anche sotto il profilo della omessa vigilanza sull'operato dei dipendenti che hanno posto in essere la condotta di abbandono

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 1 ottobre 2014, n. 40530 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FIALE Aldo – Presidente Dott. SAVINO Mariapia Gaetan – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. PEZZELLA Vincenzo – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, sezioneI, sentenza 11 agosto 2014, n. 35495. Il delitto di corruzione elettorale previsto dall'art. 86 del Dpr 570/1960 non è un reato a concorso necessario. Pertanto, per la sua configurabilità è sufficiente la sola promessa di utilità da parte del corruttore, la quale si atteggia come promessa del fatto del terzo e, conseguentemente, impegna solo chi la effettua

Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 11 agosto 2014, n. 35495 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CORTESE Arturo – Presidente Dott. ZAMPETTI Umberto – Consigliere Dott. NOVIK Adet Toni – rel. Consigliere Dott. CAVALLO Aldo – Consigliere Dott....

Articolo

Corte di Cassazione, S.U.P., sentenza 29 settembre 2014, n. 40187. Il codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati ha valore vincolante anche per il giudice che ha solo la possibilità di verificare che l'astensione è avvenuta nel rispetto delle regole

Suprema Corte di Cassazione S.U.P. sentenza 29 settembre 2014, n. 40187   REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE PENALI Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SANTACROCE Giorgio – Presidente Dott. DE ROBERTO Giovanni – Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristina – Consigliere Dott. FRANCO Amedeo – rel. Consigliere...

Articolo

Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 23 settembre 2014, n. 38695. La causa di non punibilità dello "scudo fiscale" quest'ultimo si applica alle persone fisiche, agli enti non commerciali, alle società semplici e alle associazioni equiparate ma non alle società commerciali

Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 23 settembre 2014, n. 38695 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. SQUASSONI Claudia – Presidente Dott. AMORESANO Silvio – Consigliere Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott....