Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 10 novembre 2014, n. 46336 Motivi della decisione 1. Riformando la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Livorno, la Corte d’appello di Firenze ha assolto gli imputati in epigrafe dal reato di omicidio colposo: il P. perché il fatto non costituisce reato e il C. perché il...
Categoria: Cassazione penale 2014
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 27 ottobre 2014, n. 44791. In tema di stupefacenti, la affermata continuazione tra i reati puo' determinare l'annullamento della sentenza impugnata qualora sia possibile ritenere che la pena inflitta possa essere rideterminata dal giudice del rinvio per effetto dell'applicazione del principio di prevalenza della legge penale piu' favorevole al reo
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 27 ottobre 2014, n. 44791 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Maria – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 10 novembre 2014, n. 46282. In caso di uso indebito, per scopi personali, dell'utenza telefonica di cui il pubblico ufficiale abbia la disponibilità per ragioni d'ufficio, ciascuna telefonata compiuta con l'apparecchio di servizio integra un'autonoma condotta di peculato d'uso, rispetto alla quale dovrà dunque essere compiuta la verifica di offensività e, quindi, di rilevanza penale del fatto; ciò salvo che, per l'unitario contesto spaziotemporale, le plurime chiamate non possano ritenersi integrare un'unica ed indivisibile condotta. È invero connaturale alla fattispecie di peculato d'uso che l'agente agisca all'esclusivo fine di fare un uso momentaneo della cosa e che questa, dopo l'uso, sia stata immediatamente restituita. L'elemento della "fisica" sottrazione della res alla sfera di disponibilità e controllo della pubblica amministrazione non è essenziale, in quanto estraneo allo specifico scopo perseguito dal legislatore, di tal che il peculato d'uso risulta configurabile anche nel caso in cui l'apparecchio non esca mai dalla materiale disponibilità della pubblica amministrazione e, nondimeno, il telefono assegnatogli per le esigenze dell'ufficio sia utilizzato dal pubblico agente per fini personali. Tuttavia, proprio la struttura della fattispecie del peculato d'uso, presupponendo l'uso momentaneo, è inconciliabile con un uso prolungato della cosa altrui
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 10 novembre 2014, n. 46282 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza del 17 dicembre 2013, la Corte d’Appello di Palermo ha riformato la sentenza del 4 giugno 2012 (in punto di inquadramento giuridico e, di conseguenza, in punto di pena), con la quale il Tribunale di Palermo ha...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 22 ottobre 2014, n. 43881. L'operazione di svuotamento delle casse delle società e di successivo deflusso del denaro nei conti correnti di soggetti del tutto estranei alla compagine societaria costituisce indubbiamente un ostacolo alla tracciabilità del denaro, integrante il reato di riciclaggio
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 22 ottobre 2014, n. 43881 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ESPOSITO Antonio – Presidente Dott. FIANDANESE Franco – Consigliere Dott. GALLO Domenico – rel. Consigliere Dott. TADDEI Margherita – Consigliere Dott. LOMBARDO...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43811. In tema di reati tributari, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente del profitto del reato, corrispondente all'ammontare dell'imposta evasa, puo' essere legittimamente mantenuto fino a quando permane l'indebito arricchimento derivante dall'azione illecita, che cessa con l'adempimento dell'obbligazione tributaria
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 ottobre 2014, n. 43811 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio F. – Presidente Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott. ACETO Aldo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 7 novembre 2014, n. 46093. In un errore di diritto sono incorsi i giudici di merito nell'operare la assimilazione della sosta dell'imputato dentro la sala bingo, durante il tragitto di ritorno dal luogo di lavoro a casa, all'allontanamento dal luogo di esecuzione degli arresti domiciliari, che, a norma dell'articolo 276, comma I-ter, cod. proc. pen., comporta inderogabilmente la revoca della misura e la sua sostituzione colla custodia in carcere. Mentre è corretta l'equiparazione del Tribunale tra l’allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari e l’allontanamento dal diverso luogo ove il soggetto, sottoposto alla misura coercitiva, sia stato autorizzato a svolgere l'attività lavorativa
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 7 novembre 2014, n. 46093 Osserva Rileva: 1. – Con ordinanza deliberata il 6 giugno 2014 e depositata il 12 giugno 2014, il Tribunale ordinario di Bolzano, in funzione di giudice dell’appello dei provvedimenti incidentali de libertate, in accoglimento del gravame del Pubblico Ministero avverso la ordinanza del...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 30 settembre 2014, n. 40382. Il reato di rapina in edificio o altro luogo destinato a privata dimora, quando la introduzione in tali luoghi abbia avuto il fine esclusivo di impossessarsi con violenza o minaccia della cosa mobile altri, dà luogo, dopo l’introduzione del n. 3 – bis del comma 3 dell’art. 628 cod. pen., ad un reato complesso, nel quale resta assorbito il delitto di cui all’art. 614 cod. pen.
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 30 settembre 2014, n. 40382 Svolgimento del processo – Motivi della decisione F.S., D.F. e Da.An. ricorrono per cassazione – a mezzo dei loro rispettivi difensori – avverso la sentenza della Corte di Appello di Catanzaro del 7.11.2013, che ha confermato la pronuncia del Tribunale di Vibo Valentia,...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 30 ottobre 2014, n. 45059. In tema di reato di patrocinio o consulenza infedele, al presupposto strutturale del reato integrato dalla oggettiva instaurazione e pendenza di un procedimento davanti all'autorità giudiziaria si uniscono, quali elementi costitutivi, una condotta del patrocinatore di deliberata elusione dei doveri professionali, stabiliti per fini di giustizia a tutela delle parti assistite, e un evento implicante un nocumento concreto agli interessi delle parti medesime. In mancanza di tale nocumento, impregiudicata la eventuale rilevanza deontologica e disciplinare della condotta "infedele" del patrocinatore, il reato punito dall'art. 380 c.p. non può sussistere
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI SENTENZA 30 ottobre 2014, n. 45059 Ritenuto in fatto 1. All’esito di articolate indagini preliminari i cinque imputati generalizzati in epigrafe, tutti avvocati del Foro di Bolzano ed esercenti l’attività forense nel capoluogo altoatesino, sono stati tratti a giudizio per rispondere con due separate imputazioni del reato di patrocinio...
Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43836. La mera sollecitazione all'uso dei DPI da parte del direttore tecnico capocantiere non è di per sé fonte di una colpa per assunzione, non essendo tale comportamento di per sé solo sufficiente ad integrare quell'ingerenza che la giurisprudenza di legittimità riconosce poter essere fonte di obblighi prevenzionistici, ossia quella che segnala l'assunzione di poteri decisionali, ai quali sempre si associano le connesse responsabilità
Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 21 ottobre 2014, n. 43836 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUARTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. BRUSCO Carlo Giuseppe – Presidente Dott. CIAMPI Francesco Mari – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – Consigliere Dott. DOVERE Salvatore – rel. Consigliere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 21 ottobre 2014, n. 43807. I verbali degli ispettori del lavoro non costituiscono mera informativa di reato, ai sensi dell'art. 347 c.p.p., poiché contengono l'accertamento o la descrizione di una situazione di fatto suscettibile di modifica nel tempo, per effetto di comportamenti umani o di eventi naturali. Essi vanno, pertanto, annoverati tra gli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell'art. 431, lett. b) c.p.p.; come tali, vanno inseriti nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice, essendo utilizzabili come fonti di prova
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 21 ottobre 2014, n. 43807 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. MANNINO Saverio – Presidente Dott. ORILIA Lorenzo – rel. Consigliere Dott. DI NICOLA Vito – Consigliere Dott. GAZZARA Santi – Consigliere Dott....