Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza n. 38673 del 19 settembre 2013 Svolgimento del processo C.L. ricorre per Cassazione avverso la ordinanza applicativa della misura cautelare della Custodia in carcere emessa dal Giudice delle Indagini preliminari del Tribunale di Avellino. Il ricorrente richiede l’annullamento della ordinanza impugnata e deduce: p.1.) ex art. 606 c.p.p.,...
Categoria: Cassazione penale 2013
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 4 ottobre 2013 n. 41090. Laddove si individui una quantità minima dl droga ma tale singola attività risulti connessa ad una attività di traffico di maggiore rilievo, non si potrà applicare la sanzione minore prevista per il piccolo spaccio; in tal caso soccorrono i criteri legali diversi dalla ‘quantità’, ovvero i ‘mezzi’ e dalla ‘modalità’ dell’azione
Il testo integrale[1] Il ‘piccolo spaccio’ è caratterizzato quindi da una complessiva minore portata delle attività dello spacciatore e dei suoi eventuali complici, con una ridotta circolazione di merce e di denaro, e guadagni limitati; è una condotta che ricomprende anche la detenzione di una provvista per la vendita che comunque non sia superiore, a...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 ottobre 2013 n. 40954. I soggetti inseriti nella struttura organizzativa e lavorativa di una società per azioni possono essere considerati pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, quando l’attività della società medesima sia disciplinata da una normativa pubblicistica e persegua finalità pubbliche, pur se con gli strumenti privatistici
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 3 ottobre 2013 n. 40954[1] [1] Testo scaricabile e consultabile dal portale giuridico del Sole24Ore – Guida al Diritto http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/penale/sentenzeDelGiorno/2013/10/per-lamministratore-di-una-spa-con-finalita-pubbliche.html Archivio sentenze ordinanze sentenze-ordinanze/cassazione-penale-2011/ sentenze-ordinanze/cassazione-penale-2012/ sentenze-ordinanze/cassazione-penale-2013/ Studio legale D’Isa @AvvRenatoDIsa renatodisa.com
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 ottobre 2013, n. 40782. La configurabilità del tentativo di violenza privata non esige che la minaccia abbia effettivamente intimorito il soggetto passivo determinando una costrizione, anche se improduttiva del risultato perseguito, essendo sufficiente che si tratti di minaccia idonea ad incutere timore e diretta a costringere il destinatario a tenere, contro la propria volontà, la condotta pretesa dall’agente
Suprema Corte di Cassazione sezione V sentenza 2 ottobre 2013, n. 40782 Ritenuto in fatto 1. G..C. e L.V..C. ricorrono con unico atto, tramite il difensore, avverso la sentenza in data 1/3/2012 con la quale la Corte di Appello di Bari, confermando sul punto quella del 15/10/2010 del Tribunale della stessa sede, sez. dist. di...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 40743 del 2 ottobre 2013. Condannato per il reato di trattamento illecito di dati chi diffonde su internet numero di telefono e foto contro la volontà dell’interessato
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza n. 40743 del 2 ottobre 2013 RITENUTO IN FATTO 1.1 Con sentenza del 14 luglio 2011, la Corte di Appello di Lecce – Sezione Distaccata di Taranto – confermava la sentenza del GUP di quel Tribunale del 29 ottobre 2010 emessa nel confronti di G. F., imputato del...
Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 ottobre 2013 n. 40797. È inammissibile la richiesta di patteggiamento nel caso di qualificazione giuridica inesatta o di errore sul nomen iuris
Il testo integrale[1] In tema di applicazione della pena concordata, poiché tale rito speciale comporta un accordo sulla pena, ma non anche sul fatto-reato, il giudice ha l’obbligo di procedere ex officio a verifica non meramente formale (limitata cioè alla esattezza della qualificazione giuridica del fatto e dunque alla correttezza estrinseca della imputazione), ma anche sostanziale...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza n. 40600 del 1 otobre 2013. In tema di fatture false la prescrizione del reato decorre dall’emissione dell’ultimo documento contabile
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza n. 40600 del 1 otobre 2013 RITENUTO IN FATTO La C.A. di Potenza con sentenza 28.10.2011 – per quanto ancora interessa – ha confermato la responsabilità penale di F. M. in ordine ai reati di cui al capo B e C per i fatti relativi all’anno 2003 e...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2013 n. 40624. La sola predisposizione presso qualsiasi esercizio di apparecchiature che, attraverso la connessione telematica, consentono ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco messe a disposizione dai concessionari online in violazione del divieto dell’articolo 7, comma 3-quater, del Dl 158/2012 non configura la contravvenzione di cui all’articolo 4 della legge 401/89
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 1 ottobre 2013 n. 40624[1] La sola predisposizione presso qualsiasi esercizio di apparecchiature che, attraverso la connessione telematica, consentono ai clienti di giocare sulle piattaforme di gioco messe a disposizione dai concessionari online in violazione del divieto dell’articolo 7, comma 3-quater, del Dl 158/2012 non...
Corte di Cassazione, sezioni unite, sentenza 27 settembre 2013, n. 40109. In ogni caso in cui il giudice di appello abbia dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato (o per intervenuta amnistia), senza motivare in ordine alla responsabilità dell’imputato ai fini delle statuizioni civili, a seguito di ricorso per cassazione proposto dall’imputato, ritenuto fondato dalla corte di cassazione, deve essere disposto l’annullamento della sentenza con rinvio al giudice civile competente per valore in grado di appello, a norma dell’art. 622 cod. proc. pen.
Suprema Corte di Cassazione sezioni unite sentenza 27 settembre 2013, n. 40109 Ritenuto in fatto 1. Con sentenza in data 28 dicembre 2010, il Tribunale di Palermo, sez. dist. di Bagheria, dichiarava C..S. colpevole dei reati di cui agli artt. 635 cod. pen. in danno del fratello S.N. (capo A), 582 cod. pen. in danno...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 39977 del 26 settembre 2013. Ai fini della concedibilità o del diniego della circostanza attenuante del fatto di lieve entità di cui all’art. 73 comma 5 d.P.R. n. 309 del 1990, il giudice è tenuto a valutare complessivamente tutti gli elementi normativamente indicati, quindi, sia quelli concernenti l’azione (mezzi, modalità e circostanze della stessa), che quelli che attengono all’oggetto materiale del reato (quantità e qualità delle sostanze stupefacenti oggetto della condotta criminosa), dovendo conseguentemente escludere il riconoscimento dell’attenuante quando anche uno solo di questi elementi porti ad escludere che la lesione del bene giuridico protetto sia di “lieve entità
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza n. 39977 del 26 settembre 2013 RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO 1. Con l’ordinanza sopra indicata il Tribunale di Venezia, adito al sensi dell’art. 309 cod. proc. pen., confermava il provvedimento del 30/03/2013 con il quale il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona...