Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 5 febbraio 2016, n. 2322 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. LORITO Matilde – Consigliere Dott. ESPOSITO Lucia – rel. Consigliere Dott. DE MARINIS...
Categoria: Cassazione civile 2016
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 5 febbraio 2016, n. 2314. Ai fini della trasmissione del vizio da una parte all’intera clausola, ex art. 1419 cod. civ., sulla nullità parziale, è richiesta la prova che le parti non avrebbero concluso il contratto senza quella parte affetta da nullità. Tale prova deve essere fornita dall’interessato ed il giudizio sul punto è riservato al giudice di merito, il cui apprezzamento non è censurabile in sede di legittimità, quando sia sorretto da motivazione sufficiente ed immune da vizi logici e giuridici
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 5 febbraio 2016, n. 2314 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI PALMA Salvatore – Presidente Dott. SCALDAFERRI Andrea – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott. DI MARZIO Mauro – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2195. In tema di spese relative alle parti comuni di un bene, come l’obbligo di partecipare ad esse incombe su tutti i comunisti in quanto appartenenti alla comunione ed in funzione delle utilità che la cosa comune deve a ciascuno di essi garantire, così il diritto al rimborso “pro quota” delle spese necessarie per consentire l’utilizzazione del bene comune secondo la sua destinazione spetta al partecipante alla comunione che le abbia anticipate per gli altri in forza della previsione dell’art. 1110 cod. civ., le cui prescrizioni debbono ritenersi applicabili, oltre che a quelle di conservazione, anche alle spese necessarie perchè la cosa comune mantenga la sua capacità di fornire l’utilità sua propria secondo la peculiare destinazione impressale
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 4 febbraio 2016, n. 2195 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE PRIMA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. FORTE Fabrizio – Presidente Dott. DIDONE Antonio – rel. Consigliere Dott. DE CHIARA Carlo – Consigliere Dott. VALITUTTI Antonio – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2177. Non adempie all’obbligo di fornire un valido ed esaustivo consenso informato il medico che ritenga di sottoporre al paziente – perché lo sottoscriva – un modulo del tutto generico, da cui non sia possibile desumere con certezza che il paziente abbia compreso in modo esaustivo le informazioni. L’informazione, inoltre, che il medico fornisce deve essere adeguata anche al livello culturale del paziente, dovendo pertanto relazionarsi con un linguaggio comprensibile proprio per rendere effettiva la conoscenza dei rischi legati all’operazione
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2016, n. 2177 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Dott. FRASCA Raffaele – Consigliere Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. ESPOSITO Antonio Francesco – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2173. La presenza di un veicolo fermo per incidente sulla sede stradale impone ai conducenti dei veicoli sopraggiungenti di moderare la velocita’ e di tenere un comportamento improntato alla massima prudenza, non potendo reputarsi circostanza assolutamente imprevedibile ed al contrario rientrando nella ragionevole prevedibilita’ la presenza degli occupanti della vettura incidentata sulla sede stradale in prossimita’ della vettura stessa
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2016, n. 2173 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CHIARINI Maria Margherita – Presidente Dott. SESTINI Danilo – Consigliere Dott. RUBINO Lina – rel. Consigliere Dott. D’AMICO Paolo – Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 8 febbraio 2016, n. 2444. La qualificazione di una apertura come venduta o come luce spetta al giudice, sulla base della situazione di fatto e il relativo giudizio è insindacabile in cassazione se – come nel caso di specie – congruamente motivato. Né, d’altra parte, l’apposizione di una inferriata alla finestra vale a trasformarla da veduta in luce, ben potendo l’inferriata essere rimossa ad nutum da proprietario.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 8 febbraio 2016, n. 2444 Ritenuto in fatto 1. – I coniugi G.T. e C.L. convennero in giudizio T.P. , chiedendo che quest’ultimo fosse condannato alla demolizione del ballatoio e della canna fumaria realizzati nel suo appartamento, limitrofo a quello degli attori all’interno del medesimo condominio. Il convenuto...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 10 febbraio 2016, n. 2687. Quando il foro previsto dall’art. 10 d.lgs. n. 150 del 2011, in materia di trattamento dei dati personali nei confronti del titolare del trattamento, venga invocato nell’ambito di un rapporto di consumo, come tale soggetto al foro speciale della residenza o del domicilio del consumatore ex art. 33, lettera u), d.lgs. n. 206 del 2005, quest’ultimo prevale, in quanto stabilisce una competenza esclusiva, alla luce delle esigenze di tutela, anche sul terreno processuale, che sono alla base dello statuto del consumatore, sicché la competenza del tribunale del luogo in cui ha la residenza il titolare del trattamento dei dati, sancita dall’art. 10, comma 2, d.lgs. n. 150 del 2011, cede di fronte a quella del foro del consumatore, la cui specialità continua a prevalere sulla specialità della disposizione testé menzionata, la quale ha invero carattere meramente ricognitivo della disciplina già racchiusa nell’art. 152 d.lgs. n. 196 del 2003
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI ORDINANZA 10 febbraio 2016, n. 2687 Ritenuto in fatto Il sig. C.M. propone istanza di regolamento di competenza ex art. 42 c.p.c., sulla base di unico motivo illustrato da memoria, avverso l’ordinanza Trib. Pistoia 20/11/2014 declinatoria della propria competenza territoriale, in favore di quella “dei tribunali nel cui territorio...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 4 febbraio 2016, n. 2169. Non può essere dichiarata nulla la scrittura privata, tra cliente ed avvocato, in quanto integrante un «patto di quota lite», se redatta successivamente alla conclusione del giudizio
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 4 febbraio 2016, n. 2169 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE TERZA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. PETTI Giovanni B. – Presidente Dott. SPIRITO Angelo – Consigliere Dott. AMBROSIO Annamaria – Consigliere Dott. ARMANO Uliana – rel. Consigliere Dott....
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 3 febbraio 2016, n. 2133. L’avvocato che intende impugnare la sentenza in appello deve fare attenzione alla data di notifica della sentenza presso la cancelleria del Tribunale quando il professionista non ha eletto domicilio nel circondario dell’Autorità procedente. Il rischio è quello di vedersi qualificato come inammissibile il ricorso in quanto tardivo, perché la notifica dell’atto di citazione in appello risulta successiva alla scadenza del cosiddetto termine breve previsto dagli articoli 325 e 326 del cpc
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 3 febbraio 2016, n. 2133 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA CIVILE SOTTOSEZIONE 3 Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. VIVALDI Roberta – Presidente Dott. DE STEFANO Franco – Consigliere Dott. BARRECA Giuseppina Luciana – rel. Consigliere Dott. CARLUCCIO Giuseppa...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116. In tema di mobbing, non può ritenersi condotta vessatoria quella posta in essere dal datore di lavoro che richieda al proprio dipendente di svolgere lavoro straordinario o rifiuti di concedere le ferie
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 3 febbraio 2016, n. 2116 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – rel. Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BERRINO Umberto – Consigliere Dott. GHINOY Paola...