Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 15 novembre 2013, n. 25764 Svolgimento del processo Con citazione ritualmente notificata il 5 marzo 1986 N.S. conveniva in giudizio l’Unità sanitaria locale XX di Ravenna ed il prof. E..D.F. , primario del reparto di Oftalmologia dell’Ospedale locale (omissis) , chiedendo il risarcimento dei danni subiti per la...
Categoria: Cassazione civile 2013
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 novembre 2013 n. 26147. I “giusti motivi” di compensazione non devono essere necessariamente specificati all’interno della sentenza, ma è sufficiente che essi siano desumibili dalla loro relazione con la motivazione della sentenza e con le vicende processuali
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 21 novembre 2013 n. 26147[1] La sentenza d’appello ritiene non censurabile la sentenza di primo grado in punto di spese, accogliendo espressamente un orientamento giurisprudenziale secondo cui i “giusti motivi” di compensazione non devono essere necessariamente specificati all’interno della sentenza, ma è sufficiente che...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 novembre 2013, n. 26060. La distinzione tra rapporto endoprocessuale nascente dalla procura ad litem e rapporto di patrocinio (in virtù del quale si è ritenuto possibile nella giurisprudenza di questa Corte individuare come cliente, e cioè obbligato al pagamento del compenso nei confronti dell’avvocato, un soggetto diverso da colui che ha rilasciato la procura) non esclude la necessità di provare il conferimento dell’incarico da parte del terzo, dovendosi, in difetto, presumere che il cliente è colui che ha rilasciato la procura
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 20 novembre 2013, n. 26060 Svolgimento del processo L’avv. V.S. , sostenendo di avere svolto su incarico e per conto dell’avv. P.G.F. attività procuratorie in favore di Tecnoserre Mediterranea S.p.A., cliente del P. , in una causa civile di opposizione a decreto ingiuntivo, davanti al Tribunale di Verbania,...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 novembre 2013 n. 26143. È legittimo il licenziamento di chi registra le conversazioni dei colleghi a loro insaputa
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 21 novembre 2013 n.26143 [1] Il comportamento è stato tale da integrare una evidente violazione del diritto alla riservatezza dei suoi colleghi, avendo registrato e diffuso le loro conversazioni intrattenute in ambito strettamente lavorativo alla presenza del primario ed anche nei loro momenti privati svoltisi negli...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza n. 24586 del 31 ottobre 2013. Illegittimo il licenziamento del dipendente che denuncia all’esterno la situazione di conflitto d’interessi di un dirigente
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza n. 24586 del 31 ottobre 2013 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con ricorso, depositato il 23.05.2008, D. T. esponeva: – che con lettera dell’11.08.2008, a seguito di contestazioni disciplinari comunicategli in data 14.12.2007, la datrice di lavoro A. S.p.A. gli aveva intimato il licenziamento, ove gli veniva addebitato di avere...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 novembre 2013, n. 25907. L’azienda ospedaliera è responsabile untiamente al primario per il difetto di informazione alla gestante della carenza, presso il presidio ospedaliero, di attrezzature idonee a far fronte a parti prematuri, nonché una negligenza dell’uno e dell’altra nel non disporre, nonostante la piena prevedibilità delle gravi difficoltà – a seguito di inequivocabile sintomo di avvicinamento del parto
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 novembre 2013, n. 25907 Svolgimento del processo 1. L..A. e Ro.An..St. , in proprio e quali genitori esercenti la potestà sui gemelli A.A. e S. , convennero in giudizio – con citazione 24.11.97 – dinanzi al tribunale di Lecce la AUSL LE/X di Maglie ed alcuni dei...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 19 novembre 2013, n. 25948. In caso di mancata produzione dell’avviso di ricevimento (o, comunque, di omesso riscontro dell’avvenuta ritualità in forma completa degli adempimenti notificatori riconducibili all’ipotesi prevista dall’art. 140 c.p.c.), ed in assenza di attività difensiva da parte dell’intimato, il ricorso per cassazione è inammissibile, non essendo consentita la concessione di un termine per il deposito e non ricorrendo i presupposti per la rinnovazione della notificazione ai sensi dell’art. 291 c.p.c.
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 19 novembre 2013, n. 25948 Svolgimento del processo Con sentenza n. 185 del 2008 il Giudice di pace di Gioiosa Ionica accoglieva il ricorso proposto da C.M. , con il quale era stata formulata opposizione avverso un verbale di contestazione elevato a suo carico dai Carabinieri per la...
Corte di Cassazione, sezione III, sentenza 19 novembre 2013, n. 25937. L’errore materiale nell’indicazione del prenome dell’avvocato destinatario della notificazione nella relata non incide sulla validità della notificazione dell’atto di appello e tanto meno è tale da renderla giuridicamente inesistente
Suprema Corte di Cassazione sezione III sentenza 19 novembre 2013, n. 25937 Premesso in fatto È stata depositata in cancelleria la seguente relazione: “1.- Con la decisione impugnata la Corte d’Appello di Catania ha accolto parzialmente l’appello proposto da F..M. , quale titolare della ditta SATA SUD, nei confronti di S.A. , quale titolare della...
Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 19 novembre 2013, n. 25917. I termini per applicare il licenziamento decorrono dal momento in cui il datore di lavoro invia la lettera al lavoratore e non dal momento del ricevimento
Suprema Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 19 novembre 2013, n. 25917 Svolgimento del processo Il Tribunale di Firenze ha dichiarato illegittimo il licenziamento intimato dalla Conceria Alba S.p.A. a S.A. con lettera del 24 ottobre 2006, ordinandone la reintegrazione nel posto di lavoro e condannando la società a corrispondergli, a titolo risarcitorio, le retribuzioni...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 novembre 2013 n. 26060. Obbligato a corrispondere il compenso professionale al difensore per l’opera professionale richiesta, se ed in quanto la stessa sia stata svolta, non è necessariamente colui che ha rilasciato la procura alla lite, potendo anche essere colui che abbia affidato al legale il mandato di patrocinio anche se questo sia stato richiesto e si sia svolto nell’interesse di un terzo.
Il testo integrale Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 novembre 2013 n. 26060[1] In presenza di una procura congiunta ai due avvocati e per effetto della suddetta presunzione è proprio questo distinto rapporto interno ed extraprocessuale, regolato dalle norme dell’ordinario mandato, a dovere deve essere provato eventualmente provandosi anche per via indiziaria (ma non...