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Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 24 marzo 2014, n. 6845. Il licenziamento, come negozio unilaterale recettizio, si perfeziona nel momento in cui la manifestazione di volonta' del datore di lavoro recedente giunge a conoscenza del lavoratore, anche se l'efficacia – vale a dire la produzione dell'effetto tipico, consistente nella risoluzione del rapporto di lavoro – viene differita ad un momento successivo, con la conseguenza che il termine di decadenza di sessanta giorni, ai sensi della Legge n. 604 del 1966, articolo 6, decorre dalla comunicazione del licenziamento e non gia' dalla data di effettiva cessazione del rapporto e che, correlativamente, la pendenza del rapporto al momento dell'impugnazione – la quale non esclude il futuro verificarsi dell'effetto estintivo – non preclude alla parte impugnante di domandare la reintegrazione nel posto di lavoro, ove ricorra una situazione di tutela c.d. "reale", ne' al giudice di emettere una pronuncia in tal senso. Tale principio, per identita' di ratio, puo' essere applicato anche all'ipotesi di differimento ex lege dell'efficacia del recesso, derivante dalla situazione di malattia del lavoratore, salvi ovviamente i profili attinenti alla derivante eseguibilita' della reintegra e delle correlate pronunzie di contenuto patrimoniale.

Corte di Cassazione sezione lavoro sentenza 24 marzo 2014, n. 6845 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. STILE Paolo – Presidente Dott. BRONZINI Giuseppe – Consigliere Dott. BALESTRIERI Federico – Consigliere Dott. BLASUTTO Daniela – Consigliere Dott. BUFFA Francesco – rel. Consigliere...

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Corte di Cassazione, sezione IV, sentenza 31 marzo 2014, n. 14784. L'incompatibilità della destinazione ad uso non esclusivamente personale desunta dal rinvenuto quantitativo (gr. 62,9 lordi complessivi) dello stupefacente dotato di efficacia drogante, come tale idoneo al confezionamento di un numero definito di dosi medie (238)

Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 31 marzo 2014, n. 14784 Ritenuto in fatto Ricorre per cassazione il difensore di fiducia di D.G.G. avverso la sentenza emessa dalla Corte di Appello di L’Aquila in data 4.7.2012 che confermava quella in data 21.6.2010 del Tribunale di Teramo con la quale il predetto era stato condannato,...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 17 marzo 2014, n. 6180. Il solo passaggio su un fondo, se non accompagnato da opere visibili e permanenti finalizzate a tale passaggio non puo' condurre all'acquisto della relativa servitu' per usucapione. Neppure possono essere equiparate ad opere visibili e permanenti le autovetture e le merci eventualmente depositate nel cortile della proprietaria attrice.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 17 marzo 2014, n. 6180 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA CIVILE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. TRIOLA Roberto Michele – Presidente Dott. MAZZACANE Vincenzo – Consigliere Dott. ORICCHIO Antonio – rel. Consigliere Dott. PICARONI Elisa – Consigliere Dott. ABETE...

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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 31 marzo 2014, n. 14816. Nel caso in cui reati perseguibili mediante citazione diretta siano connessi a reati per i quali dovrebbe essere promossa l'udienza preliminare – e per tutti i reati in questione vi sia evidenza della prova e ricorrano le ulteriori condizioni di cui all'art. 453 cod. proc. pen. – il pubblico ministero è ammesso a procedere congiuntamente mediante richiesta di giudizio immediato

Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza  31 marzo 2014, n. 14816 Ritenuto in fatto 1. È impugnata la sentenza n. 2371/12 con la quale la Corte d’appello di Bari, in data 19/10/2012, parzialmente riformando una sentenza resa dal Tribunale di Bari in composizione monocratica, ha ritenuto S.C. responsabile dei delitti di resistenza a pubblico...

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Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 31 marzo 2014, n. 7512. Le costruzioni sorgenti in una zona omogenea del territorio comunale, per la quale siano previste determinate distanze dai confini o dalle costruzioni sorgenti sui lotti vicini, saranno tenute a rispettare dette distanze, a prescindere dalla circostanza che il lotta finitimo (o la costruzione posta su di esso) sia ubicato in altra zona per cui vigano standard diversi.

Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 31 marzo 2014, n. 7512  Ritenuto in fatto 1. – È impugnata la sentenza della Corte d’appello di Palermo, notificata il 21 gennaio 2008, che ha parzialmente riformato la sentenza del Tribunale di Palermo, sezione distaccata di Partinico, che aveva respinto la domanda proposta dalla Distilleria Bertolino s.p.a....

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