Suprema Corte di Cassazione sezione IV sentenza 28 marzo 2014, n. 14610 Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di Appello di Milano ha confermato la condanna pronunciata nei confronti di R.C.F. dal Tribunale di Vigevano, che ha riconosciuto il medesimo colpevole dei reati rispettivamente previsti dai commi 6 e...
Giorno: 1 Aprile 2014
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 5 marzo 2014, n. 5215. E' passibile di azione di reintegrazione, ai sensi dell'art. 1168 cod. civ., colui che, consapevole di un possesso in atto da parte di altro soggetto, anche se ritenuto indebito, sovverta, clandestinamente o violentemente, a proprio vantaggio la signoria di fatto sul bene nel convincimento di operare nell'esercizio di un proprio diritto reale, essendo, in tali casi, 'l'animus spoliandi in re ipsa', e non potendo invocarsi il principio di legittima autotutela, il quale opera soltanto 'in continenti', vale a dire nell'immediatezza di un subito ed illegittimo attacco al proprio possesso
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 5 marzo 2014, n. 5215 Ritenuto in fatto Con ricorso in data 8.1.1998, il Condominio (omissis), premesso che in data 30.12.97 V.S. , proprietario di un’unità immobiliare sita al pian terreno della palazzina n. 4 dello stesso complesso condominiale, aveva arbitrariamente installato un cancello in ferro che...
Corte di Cassazione, szione I, sentenza 28 marzo 2014, n. 14647. In tema di reati contro la persona, l'omicidio preterintenzionale si configura allorquando l'azione aggressiva dell'autore del reato sia diretta soltanto a percuotere la vittima o a causarle lesioni, così che la morte costituisca un evento non voluto, ancorché legato da nesso causale alla condotta dell'agente, di guisa che il criterio distintivo tra l'omicidio volontario e l'omicidio preterintenzionale risiede nel fatto che nel secondo caso la volontà dell'agente esclude ogni previsione dell'evento morte, mentre nell'omicidio volontario la volontà dell'agente è costituita dall'"animus necandi", ossia dal dolo intenzionale, nelle gradazioni del dolo diretto o eventuale, il cui accertamento è rimesso alla valutazione rigorosa di elementi oggettivi desunti dalle concrete modalità della condotta
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 28 marzo 2014, n. 14647 Ritenuto in fatto e considerato in diritto 1. Con sentenza del 9 aprile 2013 la Corte di assise di appello di Bari confermava quella pronunciata il 19 marzo 2012, all’esito di giudizio abbreviato, dal GUP del Tribunale di Trani, con la quale...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 28 marzo 2014, n. 14766. Il giudice ha la possibilità di adeguare l'intervento cautelare previsto dall'art. 282 ter c.p.p. alle esigenze di specie attraverso le tre diverse flessioni previste, ma la scelta del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa deve rispettare la connotazione legale che lo vuole riferito a “determinati” luoghi, che è compito del giudice indicare a pena di una censurabile indeterminatezza
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 28 marzo 2014, n. 14766 Considerato in fatto e ritenuto in diritto 1. Con ordinanza del 17.12.2013 il Tribunale di Roma ex art. 310 c.p.p. – a seguito di appello del P.M. avverso la ordinanza emessa il 13.11.2013 dal G.I.P. dello stesso Tribunale con la quale è stata...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 24 marzo 2014, n. 13553. E' sottratto al sindacato di legittimita' il provvedimento con cui il giudice di merito rigetta l'istanza di rinvio del dibattimento sulla base di una motivazione immune da vizi logici e giuridici con la quale si da ragione del fatto che l'impedimento dedotto non riveste i caratteri di assolutezza richiesti dalla legge e che l'assoluta impossibilita' a comparire necessita la precisa rappresentazione al giudice della natura della patologia, sicche' generiche certificazioni dalle quali non si identifica la natura dell'infermita' ed i suoi concreti profili ostativi non sono idonee a provare il legittimo impedimento
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 24 marzo 2014, n. 13553 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SECONDA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. CASUCCI Giuliano – Presidente Dott. GALLO Domenico – Consigliere Dott. TADDEI Margherita Bian – Consigliere Dott. CERVADORO Mirella – rel. Consigliere Dott. VERGA...
Corte di Cassazione, sezione I, sentenza 31 marzo 2014, n. 7485. Confermata la pronuncia della Corte d'Appello con la quale è stato riconosciuto un assegno di mantenimento di € 4.000,00 in favore della ex coniuge poiché quest'ultima non aveva i mezzi per mantenere il tenore di vita goduto durante il matrimonio né la possibilità di procurarseli da sola, avendo interrotto l'attività lavorativa durante il matrimonio e non essendo possibile un suo reinserimento nel mondo del lavoro, né vi era prova che avesse rifiutato offerte di lavoro; Il tenore di vita coniugale era molto alto, tenuto conto del notevole patrimonio immobiliare e delle liquidità dell'ex coniuge (avendo incassato nel 2005, prima della sentenza che aveva dichiarato cessati gli effetti civili del matrimonio, l'ingente importo di otto milioni di euro grazie ad un lascito ereditario, oltre a sei miliardi di lire da un lascito precedente, e aveva acquistato un appartamento di pregio per i figli con diritto reale di abitazione in favore dell'ex moglie); inoltre la misura dell'assegno stabilita dal tribunale (di € 2.700,00) era inferiore all'importo concordato dalle parti in sede di separazione e non teneva conto delle notevoli capacità economiche e reddituali dell'ex coniuge che gli consentivano di fare fronte al pagamento dell'assegno per molti anni ancora
Suprema Corte di Cassazione sezione I sentenza 31 marzo 2014, n. 7485 Svolgimento del processo 1. – All’esito del giudizio, definito dal Tribunale di Trieste con sentenza 2 luglio 2009, che ha regolato gli aspetti patrimoniali della cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto dai sig.ri C.B. e L.E. il 1° marzo 1986, è stato...
Corte di Cassazione, sezione VI, ordinanza 26 marzo 2014, n. 7184. In tema di continenza di cause atteso che entrambe le domande si fondano sui medesimi fatti costitutivi, ancorchè diversamente qualificati giuridicamente
Suprema Corte di Cassazione sezione VI ordinanza 26 marzo 2014, n. 7184 La Corte rilevato che Unicredit s.p.a. ha proposto regolamento necessario di competenza, cui resiste la sola Immobiliare M. s.r.l., avverso l’ordinanza depositata il 7 febbraio 2013 con la quale il Tribunale di Avellino, nella causa promossa da Immobiliare M. nei confronti di Unicredit...
Corte Costituzionale, sentenza del 26 marzo 2014, n. 65. Non è fondata la questione di costituzionalità relativa alla previsione dell'obbligo di decisione in composizione collegiale – anziché monocratica – da parte di tribunali nelle controversie in materia di liquidazione degli onorari e dei diritti di avvocato
Sentenza 65/2014 Giudizio Presidente SILVESTRI – Redattore AMATO Camera di Consiglio del 26/02/2014 Decisione del 26/03/2014 Deposito del 01/04/2014 Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Artt. 3, c. 1°, e 14, c. 2°, del decreto legislativo 01/09/2011, n. 150; art. 54, c. 4°, lett. a), della legge 18/06/2009, n. 69. Massime: Atti decisi: ord. 202/2013 SENTENZA...
Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 27 marzo 2014, n. 7291. In tema di rispetto delle distanze legali tra costruzioni, la sopraelevazione di un edificio preesistente, determinando un incremento della volumetria del fabbricato, è qualificabile come nuova costruzione, con la conseguenza che ad essa è applicabile la normativa vigente al momento della modifica e non opera il criterio della prevenzione se riferito alle costruzioni originarie, in quanto sostituito dal principio della priorità temporale correlata al momento della sopraelevazione
Suprema Corte di Cassazione sezione II sentenza 27 marzo 2014, n. 7291 Svolgimento del processo A seguito di ricorso per denuncia di nuova opera presentato in data 12 ottobre 1996 dinanzi al Pretore di Rovigo – sez. dist. di Adria – da M.V., con cui la stessa lamentava la costruzione di un fabbricato da parte...
Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 20 marzo 2014, n. 13088. Il mobbing attuato nell'ambiente lavorativo non è inquadrabile nel reato di maltrattamenti in famiglia se l'azienda è articolata e di medie-grandi dimensioni
Suprema Corte di Cassazione sezione VI sentenza 20 marzo 2014, n. 13088 REPUBBLICA ITALIANAIN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. DI VIRGINIO Adolfo – Presidente Dott. LANZA Luigi – Consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna – Consigliere Dott. VILLONI Orlando – Consigliere Dott. APRILE Ercole...
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