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Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 8 novembre 2011, n. 40520. La convergenza di plurime attendibili dichiarazioni che si limitino ad affermare la conosciuta appartenenza ad un sodalizio criminoso configura meri indizi di colpevolezza non idonei all’adozione di misura cautelare personale ai sensi dell’art. 273 c.p.p.

    SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE VI PENALE Sentenza 8 novembre 2011, n. 40520 Svolgimento del processo – Motivi della decisione   1. Il Tribunale di Caltanissetta in data 27.4-20.5.2011 ha confermato l’ordinanza custodiale carceraria emessa dal locale GIP il 29.3.2011 nei confronti di F.G. per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa Cosa nostra,...

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Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza del 24.1.2012, n. 291. La dizione generica di stile apposta nei ricorsi giurisdizionali, secondo cui sono impugnati pure gli atti presupposti, connessi e conseguenti al provvedimento gravato in via principale, non può ritenersi sufficiente a far ricomprendere nell’oggetto dell’impugnazione

La massima La dizione generica di stile apposta nei ricorsi giurisdizionali, secondo cui sono impugnati pure gli atti presupposti, connessi e conseguenti al provvedimento gravato in via principale, non può ritenersi sufficiente a far ricomprendere nell’oggetto dell’impugnazione atti non nominati e dei quali non è possibile l’individuazione nel testo del ricorso, nemmeno esaminando le censure...

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Consiglio di Stato, sezione V, sentenza del 28.12.2011, n. 6951. Qualora sia accertata l’illegittimità dell’atto ritenuto lesivo dell’interesse del privato, nella generalità dei casi ciò può rappresentare indice presuntivo della colpa dell’Amministrazione (con onere di provare il contrario ovvero la sussistenza di errore scusabile) e il risarcimento va riconosciuto nei limiti dell’interesse negativo

  La massima Qualora sia accertata l’illegittimità dell’atto ritenuto lesivo dell’interesse del privato, nella generalità dei casi ciò può rappresentare indice presuntivo della colpa dell’Amministrazione (con onere di provare il contrario ovvero la sussistenza di errore scusabile) e il risarcimento va riconosciuto nei limiti dell’interesse negativo, rappresentato dalle spese inutilmente sopportate nel corso delle trattative...